«Sì, lo so» ridacchia.

Mi passo la mano tra i capelli, come dovrei comportarmi?

In tutto questo Andy osserva la scena accanto a me, ridendo sotto i baffi.

«Senti, mi chiedevo...vorresti, vorresti ballare?» mi domanda, probabilmente usando tutto il coraggio che ha in corpo.

Mi guardo intorno. Sono questi i momenti in cui rimpiango il mio aspetto e, soprattutto, in cui mi odio per non avere abbastanza coraggio da fare coming out e sentirmi, finalmente, libero.

«Ehm...» faccio per dire, ma una mano si posa sulla mia spalla, e so che non è quel cretino di Andy. Mi basta sentire il profumo che c è nell'aria.

«Voglio andare a casa.» mormora Damian, nel mio orecchio.

Francine sgrana gli occhi e le sue guance, se possibile, diventano ancora più rosse.

Mi volto verso di lui e lo fulmino con lo sguardo.

«Siamo appena arrivati. E poi sono qua con Matt, lo sai benissimo.»

Lui sbuffa e lascia cadere la mano dalla mia spalla.

«Non mi pare che il tuo fidanzatino sia con te in questo momento.» risponde, sarcastico.

«Sei uno stronzo.» rispondo, e mi allontano nella folla.

E' vero, ha ragione. Matt non c è e non ho idea di dove sia. Quando, a pranzo, gli ho chiesto di venire alla festa con me, sorrideva, sembrava felice. Sa benissimo che Damian è un osso duro e sa anche che ho preso questo impegno di spiegargli matematica prima dell'esame. Sembrava avesse compreso il mio punto di vista e invece, adesso, mi sembra di essere tornato al punto di partenza.

Poi, come se già non fossi abbastanza incasinato, si ci mette pure Damian. Non riesco a capire perché deve fare così. Lo odio e odio me stesso perché non riesco a sfuggire ai sentimenti che provo per lui. Più lo frequento, più rischio di esplodere.

Se prima, non avendo alcun rapporto con lui, la mia, poteva considerarsi solo una platonica cotta adolescenziale, adesso, che sto con lui anche troppo, sento che il mio cuore e la mia mente non possano contenere tante emozioni.

In più, si ci mette pure il fatto che sa tutto di me e che possa utilizzare questa cosa per prendermi in giro, proprio come adesso.

Mi sento una stupida ragazzina.

«Non mi pare che il tuo fidanzatino sia con te in questo momento» gli faccio il verso, camuffando la sua voce.

Maledetto stronzo.

Mi fiondo fuori, nel giardino e mi guardo intorno alla ricerca di Matt. Per un attimo mi sembra di riconoscerlo ma poi, quando il tizio in questione mostra il suo profilo, mi accorgo che non si tratta di lui.

Nel frattempo, un gruppo di ragazzi ubriachi, chiama il mio nome, invitandomi a giocare con loro a birra pong.

Faccio un gesto con la mano, per dirgli di lasciarmi in pace ma poi, dimenticando completamente ogni tipo di razionalità, decido di godermi la festa, già che ci sono.

Tanto, Matt, mi ha letteralmente abbandonato, andando chissà dove, chissà con chi.

Damian invece, sarebbe meglio se iniziasse a starmi alla larga.

«Datemi la pallina!» grido, e la folla esulta.

**

Quattro bicchieri dopo, sento che la testa si sta staccando dal collo. Vedo tutto girare, letteralmente, ma la partita sta per finire, e non sono uno che si tira indietro.

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