Non posso fare a meno di osservare il suo volto, senza un filo di stanchezza, al contrario di quello di mamma, i capelli, perfettamente tirati indietro, dello stesso colore dei miei, il cappotto, dalla linea elegante e la presa sicura sulla valigia nera, probabilmente colma di vestiti.

«Cosa ci fai qua?» chiedo, sempre senza utilizzare del tutto la mia voce.

Lui si guarda intorno, poi, vedo che la sua vista di ferma sulla figura di Damian, seduto dietro di me, probabilmente immobile e confuso, finché non posa gli occhi sulla valigia tra le sue mani e fa un'alzata di spalle.

«Sono venuto a prendere le mie cose.» mormora, con un tono talmente triste, da farmi ribollire il sangue nelle vene.

«Sei venuto a prendere le tue cose.» ripeto, con un sorriso amaro.

«E mamma lo sa?» chiedo, trattenendomi dal saltargli addosso.

Lui mi osserva, con un'espressione di colpevolezza che non fa altro che confermare tutti i miei dubbi.

«Mi dispiace, devo andare.» conclude, facendo un cenno con la testa e accelerando il passo verso la porta.

«Papà!» alzo la voce, ma sento solo il rumore della porta che si chiude e dei passi veloci che scendono i pochi scalini che portano al giardino.

Sono costretto a chiudere gli occhi per trattenere le lacrime.

Quello stronzo non ha avuto neanche il coraggio di guardarmi in faccia e dirmi che se ne stava andando. Cosa sono stato per lui in tutti questi anni?

Come può, un padre, abbandonare la propria famiglia così, senza dare spiegazioni?

Maledetto cagasotto.

I miei pugni sono stretti, abbandonati lungo i fianchi. Posso sentire il mio respiro farsi sempre più veloce e una lacrima scendere lungo la mia guancia sinistra. Eppure ho fatto di tutto pur di trattenermi.

La mano, calda, di Damian, passa attraverso i miei capelli, dietro la nuca, per poi spingerla letteralmente verso il suo petto. Mi lascio cadere tra le sue braccia, nonostante i miei occhi siano ancora chiusi e i pugni stretti. L'altro suo braccio, passa sul mio stomaco, per far sì che, anche il resto del mio corpo, entri a contatto con il suo, lasciando che la mia schiena poggi sul suo petto.

Posso sentire le sue labbra sulla mia tempia sinistra perché, nonostante siamo praticamente della stessa altezza, sono talmente abbattuto che anche il mio corpo è leggermente puntato verso il basso.

Mi sta tenendo, tra le sue braccia, mentre sembra che il mondo mi stia cadendo addosso.

Non mi sono mai sentito così protetto in vita mia.

«Mi dispiace.» mormora, e so che è sincero.

Non ho il coraggio di aprire gli occhi, né quello per mettermi a pensare a cosa stia succedendo. L'unica cosa che so, è che Damian West, il ragazzo di cui sono innamorato da tempo indefinito, mi sta cullando tra le sue braccia dopo che, mio padre, tacitamente, mi ha appena detto addio.

Il cellulare di Damian prende a squillare nella tasca dei suoi jeans.

Posso sentire un sospiro, uscire dalle sue labbra e posarsi sui miei capelli.

Come fosse un campanello d'allarme, la suoneria mi risveglia, facendomi tornare alla realtà e così, con un gesto veloce, mi allontano dalla sua presa, incamminandomi verso il bagno, mentre lo sento rispondere alla chiamata.


Quando torno in cucina, dopo essermi dato una rinfrescata al viso, mi accorgo che Damian non c è.

Infinity (Incompleta)Where stories live. Discover now