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Sono passati anni da quella sera , ma il ricordo è ancora vivo nella mia memoria . Le cose ora sono cambiate , i miti , le leggende , non erano finzione erano racconti veri , dove la realtà , dura e testarda , si scontrava con la paura del nuovo , con il terrore di aprire gli occhi ad un nuovo mondo , un mondo diverso , dove niente è come sembra.
Quindi eccomi qua , una degli ultimi sopravvissuti della razza umana .
Ora ho diciotto anni , dovrei essere indipendente ed avere la parola libertà ben scritta in faccia , ma , purtroppo , la libertà ha un prezzo troppo alto perché io possa riscuoterlo.
Certe notti , mentre dormo sotto la coperta del cielo incastonato di stelle , mi sembra quasi di essere tornata indietro nel tempo , dove io e mio padre contavamo le stelle senza nessuna preoccupazione al mondo, ignoranti del fatto che presto, tutto sarebbe cambiato, ogni cosa distrutta e ricostruita a loro immagine.
Molte città sono cadute e dalle loro ceneri , la Fenice Nera è risorta , lo chiamano così colui che ha distrutto famiglie e spezzato legami.
Ricordo come fosse ieri il giorno in cui la realtà di un mondo perfetto e sicuro sia crollata.
I miei genitori erano in cucina , stavano ridendo e scherzando mentre preparavano la cena , fuori pioveva .
Io ero in salotto a guardare il telegiornale , stavano facendo vedere un servizio sui lupi , ed io non volevo perdermelo .
Poi lo schermo e' diventato nero , mi ricordo che ero arrabbiata, volevo finire di vedere il mio programma. Lo schermo si è riacceso , ma non potevo cambiare canale.
Poi una voce profonda ha iniziato ad essere trasmessa . I miei genitori incuriositi , si sono seduti di fianco a me, con espressioni preoccupate. Io ho ascoltato tutto , e non potevo credere che tutto questo potesse accadere di nuovo. Ma come molti dicono , la storia si ripete.
"Buona sera cittadini umani.volevo annunciarvi i vostri nuovi orari per il coprifuoco , che voi dovrete rispettare , se volete vivere.
D'ora in poi non avete più un lavoro n'è nessun diritto. La mattina sveglia alle 5. Alla sera rincasate alle 7 .
D'ora in poi la vostra libertà appartiene a noi , niente vi appartiene , nemmeno i vostri figli ." A quelle parole mia madre mi ha stretta a s'è , come se non volesse più lasciarmi . Ma il messaggio non era finito.
" Non pensate di non essere osservati , noi siamo ovunque . Se proverete ad attaccare morirete . La speranza non deve più affiorare nelle vostre menti annacquate .
Ubbidite a chi vi è superiore , non rivoltatevi o la vostra vita , che già vale poco per noi, varrà ancora meno.
I telefoni saranno staccati e molto presto nessuno di voi avrà più una casa.
Presto degli ufficiali della nostra specie verranno a prendervi e verrete scortati nei vostri nuovi rifugi .E' consentita una valigia ciascuno, non opponete resistenza o ci saranno delle conseguenze. Non tentate la fuga , o la morte sarà istantanea. Onore alla Fenice Nera!"
Poi la TV si è spenta.
Il silenzio era pesante ed intriso di paura.
Mia madre mi abbracciava stretta, era incita della mia sorellina a quel tempo.
Adelaide era il nome che avevo scelto per lei . Adelaide non è mai nata. Adelaide era solo un ricordo felice , ora diventato incubo ricorrente durante la notte.
Adelaide . Ero così eccitata quando mia madre mi ha detto di lei . Mio padre sorrideva come un pazzo dalla felicità .
Ora quei sorrisi sono scomparsi, spazzati via, dimenticati nel vento .
Quante volte ho pregato per loro , quante volte li ho sognati , per poi dimenticarli per un po' , giusto un po' , per tenere il dolore sotto il livello della pazzia dietro l'angolo che mi attende.
La mattina seguente siamo stati svegliati dal rumore di passi pesanti per la casa. Le valige erano pronte , noi eravamo andati a letto vestiti. Ma non eravamo pronti. Nessuno era pronto a quello che ci aspettava. Le nostre menti ingenue non ci sarebbero mai arrivate.
Sapete , non è facile vedere tuo padre strappato via da te e da tua madre, le urla , il sangue , i calci.
Sono cose che non si dimenticano, sono ricordi pesanti da portare nel cuore. Mio padre non l'ho più rivisto , credo sia morto , non lo so' , forse a questo punto spero sia morto.
Durante tutta quella scena , un lupo dal pelo nero , era nascosto dietro gli alberi, il nome si è rifatto vivo nei miei pensieri confusi , Liquirizia. I suoi occhi erano tristi e carichi di senso di colpa. Perché ? Ho pensato , perché colpa? Cosa ha fatto?
Guardando mio padre trascinato via con il naso rotto sanguinante è stata la prima esperienza che ho avuto con la violenza. Io e mia madre eravamo in lacrime . Ci hanno trascinato dentro una macchina nera con i finestrini oscurati .
Gli uomini con noi erano due , entrambi con un uniforme nera dai bordi rossi.
Ci hanno portate alla stazione , dove altre donne , bambine e ragazze erano in attesa. In attesa di cosa ? Forse neanche loro sapevano cosa stavano aspettando. Mia madre era era al sesto mese di gravidanza . Altre donne erano incinte , alcune sembravano pronte a partorire, sarebbe stata questione di settimane o giorni.
Scese dalla macchina ci hanno trascinate vicino alle altre donne. Mia madre mi teneva stretta a se, la sua mano sudata nella mia fredda .
"Mamma , cosa sta succedendo?" Ho sussurrato , con il timore che gli ufficiali mi sentissero.
Mia madre aveva gli occhi lucidi . " Non lo so' tesoro..." Rispose.
Avevo all' incirca quindici anni quando tutto questo è accaduto.
A scuola avevamo iniziato a studiare la seconda guerra mondiale , e mi ricordo ancora l'insegnante , che con occhi seri ci aveva detto :" è pregate che tutto questo non si ripeta mai più ! "
Probabilmente non abbiamo pregato abbastanza .
Il fischio del treno è un suono che mi è penetrato nel cervello e non ne è più uscito. Ogni tanto lo sento ancora nella mia testa.
Era un treno merci .
Ci hanno spinte dentro , ammassate come animali da macello , non preoccupandosi delle bambine o delle donne gravide , e poi quando il vagone era ora mai pieno , lo hanno chiuso. Ed il buio insieme al silenzio sono stati nostri compagni per lunghe ore , lunghe giornate . Dove la morte non aspettava altro che mietere il grano più debole e indifeso. Le ore passavano lunghe e pesanti . Mia madre che era seduta vicino a me , era bollente , la sua pelle sudata e la sua mano sul ventre non indicava niente di buono.
Quella notte ho perso mia madre. Ho perso Adelaide . Ho perso me stessa in un vortice di dolore e lacrime calde sulla pelle fredda del mio viso. Ho cullato la testa di mia madre sul mio grembo per tutto il tempo . Poi ho iniziato a raccontarle di qualche episodio che ci era capitato a casa con papà .
Molti occhi mi osservavano forse pensando che ero diventata folle o forse perché capivano il mio dolore e la mia disperazione. Molte madri stringevano le proprie bambine . Alcune morte , altre vive.



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Bene , volevo solo dirvi che questo e' stato un capitolo abbastanza difficile da scrivere e parecchio triste. Sappiate che è un lavoro di fantasia e che se non vi piace leggere cose di questo genere lo capisco , perché non è facile per me scriverle . Se invece vi piace sono contenta , perché in un certo senso il passato si mescola al presente con un pizzico di romanticismo e una spolveratina di fantasia. Vi chiedo di dirmi cosa ne pensiate :) grazie e baci!

La Fenice Nera: Il Lupo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora