-Non dire sciocchezze! Io di te faccio quello che voglio. Chiaro?!-

-Questa frase mi fa sembrare più una schiava che una figlia- dico senza pensarci.

Lo schiaffo arriva così veloce che non mi sono neanche resa conto che mia madre avesse alzato la mano.

Per quanto in questi anni mi abbia sempre trattata come una pezza da piedi, non aveva mai alzato le mani.

Questa sberla fa più male che essere investita da un tir.

Mi porto una mano sulla guancia dolorante, e fisso mia madre incredula.

Improvvisamente sono svuotata da tutta la rabbia, e mi rimane solo dolore.

-Vattene- dice con voce dura -fai le valige e vattene-

Non capisco se sta scherzando o meno. Si avvia alla porta e prende la maniglia -Parlo seriamente Abigail. Fai le valige e va via. Sei chiaramente stufa di me e dei miei modi. Quindi visto che sei autosufficiente va. Io vado al lavoro, e stasera non ti voglio più qui, così fai quello che vuoi- conclude sbattendomi la porta alle spalle.

Quando siamo arrivati a questo? È tutto reale?

La porta del bagno si apre e Isaac esce. Si avvicina a me è mi mette una mano sulla schiena -Tutto ok?- chiede

-Mi...mi...- Non ho il coraggio di dirlo. Faccio un respiro profondo e mi faccio forza -Mi ha sbattuta fuori casa- mormoro con un filo di voce -Non può essere vero...-

Corro alla porta, e dopo averla aperta scendo velocemente le scale.

Trovo mia madre che sta giusto uscendo di casa -Mamma...- dico fermandola.

Lei si volta e mi fissa negli occhi.

Sul suo viso non c'è segno di pianto o rimorso per quello che ha detto pochi istanti prima.

-Devo andarmene?- chiedo incominciando a piangere

-Si. Visto che non ti piacciono le mie regole e il mio modo di fare voglio che tu te ne vada- dice fredda prima di uscire di casa.

Mi accascio sul pavimento davanti alla porta e piango a dirotto.

-Piccoletta?!- Sento Isaac vicino a me -Non piangere, non mi piace vederti triste..-

-E come faccio a non esserlo?!- chiedo alzandomi -Mia madre mi ha appena sbattuta fuori casa!!-

-È colpa mia...- si gratta la nuca con una mano -Non avrei dovuto dormire da te-

E invece si che doveva. A me ha fatto piacere che si sia fermato.

-Non ci pensare Isaac..- dico avviandomi nuovamente su per le scale. Entro in camera e mi guardo in giro.

Cosa faccio ora? Ma soprattutto, dove vado?

Mi siedo sul letto e mi metto le mano tra i capelli. Non mi sembra vera questa situazione.

Come vedo i piedi scalzi di Isaac comparire nella fetta di pavimento che scorgo tra i capelli alzo il viso.

-Cosa faccio ora?- gli chiedo

-Io...- Non termina la frase e rimane li a fissarmi.

Ho un sola soluzione: prendere le mie cose e andare nell'unico motel del paese. Gestito da una vecchia pettegola che sicuramente appena mi vedrà mi sommergerá di domande.

Guardo la mia stanza, e mi vine male. Non so se devo prendere tutte le mie cose o solo in parte, con la speranza che mia madre poi mi riprenda in casa con sé.

Il Vicino Di CasaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora