°Bigliettini°

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"-Papà, perché mi picchi?! Non ti ho fatto niente!- ripeto per l'ennesima volta, in lacrime. -NON DOVEVI NASCERE, SEI UN ERRORE, MI HAI ROVINATO!- urla lui continuando a tirarmi schiaffi e pugni sul corpo. Fa male, le mie grida strazianti riecheggiano nella stanza. Il dolore aumenta sempre di più sentendo anche la pelle bruciarmi.

Sento abbracciarmi da dietro e vengo stretta forte: papà. -scusami piccolina, non volevo picchiarti, puoi perdonarmi? Sono stato stupido. Sei l'orgoglio della mia vita, sei la mia piccola principessa, la mia cosina piccolina.- Mi volto e lo abbraccio forte piangendo sulla sua spalla, mi affonda una mano fra i capelli disordinati e rimaniamo così, addormentati sul letto."

Mi sveglio di soprassalto e mi guardo attorno confusa. Sono ancora nell'aula di prima, sola. Mi siedo e asciugo il volto bagnato. Chiedo tanto? Un abbraccio, un amico, qualcuno di cui mi possa davvero fidare, chiedo davvero tanto?

Guardo le piastrelle quando mi viene in mente di fare una cosa, stupida ma bella: scrivere. Ma non scrivere cose qualsiasi, chiedere aiuto su foglio. Avevo letto qualche giorno fa una fanfiction dove uno dei due ragazzi si era innamorato dell'altro e aveva iniziato a lasciargli dei bigliettini alla quale l'altro gli rispondeva. Era una cosa molto tenera e voglio provare a fare lo stesso, magari qualcuno risponde. Afferro una penna e un foglio dallo zaino e inizio a scrivere:

"Chiedo aiuto, sono sola, senza amici, con un grande vuoto dentro, un grande dolore, sento di essere persa. Non chiedo tanto, solo qualcuno che mi salvi da questo inferno che non ha mai fine. Aiutami, ti prego"

Abbandono il bigliettino dentro a un armadio, in una scatola che lascio volontariamente aperta, qualcuno la noterà, spero solo mi possa aiutare. 

The angel of death||Andy Biersack||Where stories live. Discover now