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Fine settembre 2016, Milano.

Ore 19.05.
Federico aveva sempre pensato che Milano fosse particolarmente bella di notte, con le luci soffuse dei lampioni che tingevano il leggero strato di nebbia in inverno e il lieve brusio delle persone in strada alla ricerca del locale perfetto per una sbronza in estate. Era una città viva, pulsante, pronta a offrirti squarci di vita altrui o imperdibili opportunità dal nulla e questo la rendeva ancora più speciale, almeno secondo lui, che dall'alto del suo nuovo appartamento si godeva il panorama fumando la sua fidata sigaretta elettronica.
Aveva appena finito le sue vacanze a Ibiza con gli amici e si era preso qualche settimana di stop, ma ora doveva rimettersi al lavoro di cui era pieno fino al collo: tra la registrazione dell'album con J-Ax nei nuovissimi studi di Newtopia, la preparazione psicologica per la decima edizione di X Factor e i photoset per la collezione Nogodz aveva l'agenda piena, salvo il weekend in cui voleva assolutamente rilassarsi senza gente che gli circolava attorno. Senza contare che il mese prossimo sarebbe dovuto andare a Parigi come ospite speciale ad alcuni eventi per la settimana della moda, invito che avrebbe senz'altro declinato se non fosse stata per l'insistenza e la testardaggine di Tatiana: certe volte Federico si chiedeva se sua mamma si rendesse conto di comportarsi troppo da "manager arraffa occasioni", senza tener conto delle ramanzine al telefono e di persona perché - Cazzo Fede, fa parte del mestiere, magari ti trovi qualche nuovo sponsor che ti paga il doppio. -
Nemmeno la sua accompagnatrice ufficiale per quel lavoro forzato, Chiara Ferragni, riusciva a rendere la cosa interessante, proprio no. Non che gli dispiacesse la compagnia della fashion blogger, in fondo aveva avuto modo di conoscerla a Natale con la sua ex fidanzata e si era rivelata una persona interessante, ma perché avrebbe preferito starci insieme a chiacchierare in un'altra occasione meno mondana, senza tutti i paparazzi in giro o il continuo uscire tutte le sere per cene di gala.
E quindi eccolo lì in camera sua, a preparare una valigia svogliato buttando dentro le prime cose che gli capitavano a tiro. O meglio, i primi cinque capi d'abbigliamento li aveva presi senza un criterio logico, poi aveva realizzato che durante le serate galanti avrebbe dovuto presenziare con un aspetto più decente del solito, per cui cominciò a frugare tra i diversi scaffali e cassetti cercando camicie sobrie e giacche eleganti, eventualmente qualche tocco rock-punk per sottolineare la sua reputazione virile da rapper, cosa che avrebbe difeso fino alla morte.
Dopo mezz'ora si ritenenne abbastanza soddisfatto del guardaroba per la sua sopravvivenza nella capitale francese e, stanco morto per il continuo via vai degli ultimi giorni, si buttò a letto addormentandosi subito.
Ebbe un sogno agitato, non riuscì a rilassarsi per davvero e lo vide lui stesso guardandosi allo specchio la mattina seguente: borse viola sotto gli occhi e un pallore che risaltava in modo esponenziale anche il più piccolo dei tatuaggi.
Sospirò rassegnato.
Quella di Parigi sarebbe stata una lunga avventura per la propria sanità mentale.

Ottobre 2016, Parigi.

Ore 17.44.
Dire che si stava annoiando a morte era poco e puntualemente i suoi piedi chiedevano pietà rientrati in albergo.
Era da quattro giorni che passava tra una sfilata e l'altra e francamente aveva perso la pazienza a sorridere, a fare finta di divetirsi e a farsi vedere da tutti quale "presunta fiamma di Chiara Ferragni", cosa falsa quanto gli articoli che Libero gli riservava appena si presentava lo scandolo facile. Certo, Chiara gli aveva fatto delle avanche inequivocabili ancor prima di quel soggiorno ed era pure una bellissima ragazza, ma Federico non sentiva quel sentimento che quattro anni fa aveva fatto scoccare la scintilla tra lui e Giulia Valentina. L'unica vittoria che le concesse fu caricare sui social una foto di lui e lei in piedi con la stessa felpa nera, sorriso lei e finto broncio lui con una breve didascalia ironica.
Inoltre, Federico non aveva mai compreso l'oscuro motivo per cui si tenessero così tanti eventi pubblici per una cosa effimera come la moda, così come non aveva mai capito le persone che avevano dei collegamenti con quel mondo frivolo e appariscente.
Ma davvero stava perdendo del tempo prezioso in quel modo? Avrebbe potuto impiegarlo per dedicarsi ad attività decisamente più produttive, ad esempio supervisionare i nuovi singoli di Madh, organizzare l'agenda lavorativa degli Urban Starngers o magari anche riordinare un po' di vecchie moleskine nella nuova casa... giusto per dirne qualcuna.
Altra cosa che non aveva messo in conto era l'intenso lavoro fulltime di fashion blogger di Chiara: finito un evento, obbligava lui e J-Ax ad andare in albergo per cambiarsi perché, a quanto pareva, non era convenevole presentarsi con lo stesso abbigliamento in due posti diversi. Per non parlare degli intensi pomeriggi di shopping sugli Champs Elysee in cui aveva sborsato più di cinquecento euro per abiti che non avrebbe mai indossato, o che al massimo avrebbe messo due volte, comprati solo per l'insistenza della ragazza.
Fu per questo che quella sera decise di starsene nella sua suite fingendo un malore, unico programma in mente quello di rigirarsi tra le coperte del suo letto a due piazze scroccando senza vergogna il wifi dell'albergo in cui lui e la sua compagnia alloggiava. Ne approfittò anche per chiamare sua madre, raccontandole brevemente di quel poco che era riuscito a vedere della Parigi storica e di quel suo "improvviso" malessere fisico. Sapeva che per quell'ultima trovata sua mamma gli avrebbe fatto una lavata di capo coi fiocchi e infatti non tardò ad arrivare.
- Sei sempre il solito! Potevi dirle che non ti andava di accompagnarla alla sfilata, che razza di modi! -
Federico sbuffò irritato. Sempre a criticare le sue azioni, come se non fosse stata lei ad organizzargli quell'impegno di lavoro non richiesto.
- Certo, non devi andarci tu a queste pagliacciate da quattro soldi! Facile stare dall'altra parte della cornetta a criticare. - e si lasciò cadere tra le coperte candide con gli occhi rivolti al soffitto decorato, senza preoccuparsi del tono di voce irritato della sua manager.
- Io faccio solo il mio dovere, ovvero salvarti il culo. -
- Grazie tante ma', a volte mi dimentico di queste stronzate su misura... mica sei nata ieri tu!-
Ci fu un attimo di silenzio in cui Tatiana non disse nulla, ma poi riprese con una voce di chi si sente superiore e vuole dimostrarlo a tutti i costi.
- Farò finta di non aver sentito l'ultima cosa che hai detto, Federico... a proposito, l'hai incontrato? -
Storse le labbra carnose e corrucciò la fronte confuso davanti a quella insolita domanda; non ricordava ci fosse qualche altra sua conoscenza in quella città dove l'inverno arrivava prima che in Italia.
- Chi avrei dovuto incontrare? -
- Oh bè... no, niente di importante, lascia stare.... - disse infine.
- Mamma! -
Conosceva quel modo vago e la cosa lo preoccupava parecchio, dato che la maggior parte delle volte era qualcosa di serio che lo riguardava in prima persona. Sentì sua mamma sospirare pesantemente quasi fosse rassegnata, rispondendo qualche secondo dopo.
- Pensavo l'avessi visto su Instagram e ho dato per scontato la cosa. Mika è a Parigi per il tuo stesso motivo. -
Il cuore gli si fermò per un istante.

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