Forse devo semplicemente dimenticare tutto, cancellare e bloccare questo profilo. Eppure, c è qualcosa che mi tiene ancorato a questa strana situazione. Forse la curiosità di sapere, di scoprire chi si sta prendendo gioco di me.

Sbuffo per l'ennesima volta e spengo il motore dell'auto.

«Ti rendi conto che negli ultimi dieci minuti ti ho parlato e non mi hai degnato di un minimo di attenzione?» mi dice Andy.

Mi riprendo, tornando alla realtà e faccio finta di niente.

«Ti ho ascoltato, invece.» rispondo, sulla difensiva.

«Ah davvero? E cosa ho detto, quindi?»

Lo osservo, puntando gli occhi verdi nei suoi, nascosti dalle lenti degli occhiali. Un ciuffo riccio continua a nascondergli la radice del naso e nonostante da giorni gli dica di dare una spuntata ai capelli, continua a insistere che i suoi meravigliosi ricci non devono essere toccati.

«Maledizione amico, che ti prende?» s'insinua di nuovo, riportandomi alla realtà.

«Okay, hai ragione. Scusa. Ho un sacco di cose per la testa.»

«Vuoi parlarne?» mi domanda sincero. E io mi sento in colpa, perchè sa benissimo della mia situazione a casa, ma io in realtà ho la testa piena di personaggi di Star Wars.

«Non ti preoccupare. Tutto sotto controllo. Andiamo a questa maledetta festa!» taglio corto.

**

La voce di Flo Rida risuona nell'ampio salone di Betty mentre i volti familiari dei miei compagni di scuola si muovono a passo di danza, con movimenti che lasciano ben poco all'immaginazione. Molte ragazze si voltano nella mia direzione mentre cerco di inoltrarmi nella folla per raggiungere i miei amici, in posizione strategica vicino alle birre, ma io faccio finta di niente, sorridendo ai pochi ragazzi che conosco veramente e che non mi stanno osservando solo perchè la loro ragazza, in realtà, osserva me.

«Era ora! Vi aspettavamo per una partitona a birra pong!» tuona, già brillo, Jo, un ragazzo della nostra combriccola.

Sorrido, accettando il bicchiere rosso di carta che mi porge e osservo ciò che c è all'interno: ha l'aspetto di una Coca Cola ma l'odore del whisky. Do un sorso e storco il naso per quanto è pungente ma, deciso di godermela per bene, una volta che sono là, continuo a sorseggiare il drink.

«Piano Olly, voglio battere questi stronzi a birra pong!» mi urla Andy, togliendomi la bibita dalle mani per posarla sul tavolo della cucina, prendendomi poi per il gomito e trascinarmi fuori, nel giardino.

Le urla del pubblico intento ad osservare un tizio rivolto al contrario, con la bocca nel tubo di un fusto di birra intento a berne quanta più possibile senza vomitare, mi rendono confuso, tanto da non accorgermi neanche dello sguardo di Damian su di me. Mi volto, però, sentendo il solito formicolio alla nuca e rimango di sasso, osservando quando è bello, con quell'atteggiamento strafottente da bel tenebroso e la giacca di pelle in contrasto con la t-shirt bianca.

Riesco a vedere i suoi addominali perfettamente scolpiti, attraverso quel tessuto labile.

Andy richiama la mia attenzione prima che il mio sguardo si faccia troppo chiaro. Mi volto verso i miei amici e raggiungo il tavolo strutturato per divenire un campo di battaglia: dieci bicchieri colmi di birra sono posizionati a triangolo alla fine del tavolo da ping pong. Cinque palline attendono di essere lanciate e Andy forma una squadra con me, mentre Jo si unisce a David. Due contro due, un turno l'uno. Inizia Andy che lancia la pallina facendola finire dritta nel primo bicchiere a sinistra.

Infinity (Incompleta)Where stories live. Discover now