In spite of all the danger (I'll do anything for you)

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Un lampo squarcia l'oscurità intorno a lui, quando Louis Tomlinson allunga i soldi al taxista e, con un fugace saluto, scende dalla vettura. Ed eccolo, fermo in mezzo alla strada, di fronte alla sua casa d'infanzia.

Tre anni prima, non avrebbe potuto immaginare il moto di nostalgia che lo avrebbe travolto una volta rivisto quell'edificio. La facciata di legno rosso cremisi gli trasmette calore, lo stesso che lo avvolgeva quando sedeva di fronte al camino con mamma Grace la mattina di Natale. Il giardino risuona della voce di nonna Faith, quando richiamava lui e i suoi fratelli per cena. Dalle finestre del piano superiore riecheggiano i litigi con Liam.

Ma Louis non può proseguire quella piacevole passeggiata sul viale dei ricordi, non ora che la pioggia si sta insinuando nel colletto della giacca di jeans e lo infradicia fino alle mutande. Così raccoglie i due borsoni e percorre di corsa il vialetto e i tre gradini che lo separano dalla porta d'ingresso.

Per un momento, valuta l'idea di suonare il campanello ma, al diavolo, è casa sua dopotutto. Abbassa lentamente la maniglia, assaporandosi il momento, spalanca la porta ed entra, chiudendo dietro di sé il temporale che sta sconvolgendo San Francisco.

Immediatamente arriva alle sue narici il profumo molto intenso e dolciastro dei funghi porcini e questo significa solamente una cosa. Essendo a conoscenza del ritorno di Louis, Niall aveva lasciato il ristorante nelle mani di James, il suo fidato braccio destro e aveva dato sfogo alla sua arte culinaria, preparando una cenetta in suo onore.

Se deve essere sincero, gli erano mancate le delizie della cucina di Niall. Fin da quando era bambino, il fratello aveva avuto questa passione e adorava aiutare la nonna a preparare pranzi e cene. Alla sua morte, tre anni prima, Niall aveva utilizzato la sua parte di eredità per rilevare il ristorante della signora Gibbins e trasformarlo in uno dei locali più in voga della città.

"Sono a casa!" urla improvvisamente Louis, per comunicare la sua presenza ai fratelli. Gridando di rimando, Niall esce a passo svelto dalla cucina e si affretta ad abbracciare il fratello.

"Louis! Che bello rivederti!" esclama Niall entusiasta, stringendolo fra le braccia. E per un attimo, Louis sente di essere nel posto giusto, al momento giusto, come se la Terra fosse tornata a ruotare in senso antiorario, come se il pezzo mancante si fosse incastrato perfettamente nel puzzle incompiuto. Doveva ammetterlo, Niall ci sapeva fare con gli abbracci. Ma quella sensazione dura poco, interrotta da una seconda voce, proveniente dalle scale.

"È davvero bello averti a casa. Sono senza parole." Il tono di voce di Liam è piatto e annoiato, mentre scende lentamente gli ultimi scalini – come un condannato che si avvicina alla sedia elettrica – e si ferma ai piedi delle scale.

"Ti ringrazio per l'entusiasmo, Liam," risponde Louis. La replica di Liam, però, viene interrotta dall'intervento di Niall che "Ehi, perché non sistemi le tue cose, Lou?" domanda allegramente.

"Certo. Vado a posare i borsoni nella mia vecchia camera."

"In realtà, la tua vecchia camera è occupata," commenta prontamente Liam, con un sorrisino subdolo che gli solletica le labbra. "Ci abbiamo ammucchiato scatoloni pieni di vestiti smessi e cianfrusaglie."

"E non esisteva un luogo più adatto per quegli scatoloni? La soffitta, per esempio?" domanda Louis, con crescente irritazione.

"Lo sai. Nessuno ha mai avuto successo nel trovare la chiave della soffitta." Già, il mistero che avvolgeva la morte di Faith Tomlinson. La nonna era deceduta in seguito ad un attacco cardiaco, che l'aveva colpita mentre scendeva le scale che portavano alla soffitta. La porta era stata chiusa a chiave. Dopo che i dottori li avevano informati che sul suo corpo non erano stati trovati oggetti, Liam, Niall e Louis avevano cercato in lungo e in largo in ogni angolo della casa, dandosi per vinti pochi giorni dopo. La chiave sembrava scomparsa dalla faccia della terra.

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