Capitolo 2

217 31 1
                                    

«Ultima chiamata per Milano. Ripeto. Ultima chiamata per Milano.»
A risvegliarmi dal mio sonno fu una voce metallica, che indicava che eravamo finalmente arrivati a Milano.
Mi alzai di scatto, presi le mie valige e mi affrettai a uscire prima che le porte si chiudessero.
Uscì giusto in tempo.

Chiamai Sabrina per avvertigli che ero arrivato e, nonostante lei continuasse a urlare dall'altro capo del telefono di ascoltarla, io fissavo loro.
Un papà che portava sulle spalle il proprio bambino ridendo e scherzando e la mamma, probabilmente tornata da un viaggio, che abbandonava le sue valige per correre dal proprio bambino.

Ero lì, impalato a guardare quella scena e a pensare che io, ormai, ero solo al mondo.
Se non fosse stato per Sabrina mi sarei già tolto la vita, starei insieme a mia madre e mio fratello a parlare del più e del meno e ad osservare come le persone, in questo sciocco mondo, credono di aver stretto dei legami con persone che, molto probabilmente, sono le prime a pugnalarti alle spalle.

Chiusi il telefono in faccia a Sabrina e uscì dalla stazione.
Non volevo vedere altre scene simili.

«Merda...» dissi mettendomi una mano sulla testa.
«Piove.»
Non mi piace la piggia.
Si ok che può essere romantica, ma la pioggia mi ricorda la mia famiglia... In ogni goccia vedo il mio passato svanire, i giorni che ho perso.

Iniziai a correre coprendomi la testa con una delle tante valigie.
«Ma aspetta... Io non so dove abito!»
Andai nel panico, in giro non c'era nessuno a cui chiedere informazioni, merda.

Cercai in giro un posto al riparo e... ECCOLO!
Corsi verso quella grande quercia in quel parco. La pioggia di lì non passava.

Avrebbe continuato per un bel pò quindi decisi di sedermi lì, per terra.
Non era bagnata, solo umida.

Appoggiai la testa vicino a quel tronco possente, stavo per addormentarmi quando sentì delle persone urlare.
Sembravano arrabbiati.

«Torna qui! Hey!»
«Fermatelo! Mi ha derubato!»
Aprì gli occhi.
Ero capitato in una rapina?
Vidi un ragazzo correre seguito da altre due persone.

Il ragazzo mi guardò per un attimo.
I nostri sguardi si incrociarono e restammo entrambi incantati, infatti il ragazzo si fermò, continuando a tenere lo sguardo fisso su di me.

Anche se era abbastanza lontano riuscì a vedere qualche dettaglio.
Aveva un ciuffo ribella color nocciola e degli occhiali quadrati neri.
Poi nient'altro...

Mi distrassi dai miei pensieri scuotendo la testa e, dopo qualche secondo, indicai quelle persone che stavano correndo dietro quel ragazzo.
Lui subito guardò indietro e mi sorrise, per poi ricominciare a correre.

Forse avevo fatto male ad aiutarlo... O forse no.
«Anche quando sono consapevoli di abbracciare il male... Gli esseri umani non possono sconfiggere la solitudine...»
Sussurai fra me e me.
Forse pensavo che quel ragazzo sarebbe stato mio amico dopo averlo aiutato, forse non volevo più essere solo... Forse ero solo un illuso...

______________________________

Anche questo capitolo è terminato, spero che vi sia piaciuto.
Ci vediamo al prossimo capitolo (se ci sarà).
Martinah 💚❤

Same But Different ||Saschefano [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora