Capitolo 3

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GIULIO's POV
Aprii gli occhi lentamente cercando di ricordarmi cosa fosse successo la sera prima. La testa mi faceva malissimo e, se potesse, potrebbe scoppiare da un momento all'altro. Mi accorsi, subito, che questa non era la mia stanza.
Forse m'ero scopato qualcuna, chi lo sa. Mi voltai, ma non avevo nessuno accanto a me.
Provai più volte a capire cosa potrebbe essere successo, ma niente.
Presi il cellulare:
10 chiamate perse da Giò
15 chiamate perse da Valerio
346 messaggi in 4 chat
Mi scappò una risatina, ero ricercato.

Mi alzai lentamente, la testa girava ancora di più.
Presi una sigaretta e l'appizzai, il dolore pian piano passava.
Osservai tutta la camera, alcuni vestiti sparsi per la stanza, una scrivania con dei fogliacci, alcuni accartocciati, altri cancellati.
Mi avvicinai alla scrivania e lessi alcune frasi, penso scritte da la/il proprietaria/o:
Il dolore cambia le persone.
Poi ne lessi un'altra, questa volta il foglio era macchiato di sangue:
Come posso anche solo immaginare, che una qualsiasi persona, riesca a sopportare una ragazza come me. Siamo sinceri, i disastri pieni di complessi e paranoie, vanno solo evitati.
Non sapevo cosa pensare, non avrei mai immaginato che una persona potesse pensare queste cose di se stessa. Essa, deve aver vissuto un passato difficile anche  per scrivere certe parole.
Finii la sigaretta, buttai il mozzicone fuori dalla finestra.

Uscii dalla camera, percorsi un piccolo corridoio e mi ritrovai in salotto. Questa casa non mi diceva niente. Solo dopo mi accorsi di qualcuno che stava dormendo sul divano. Mi avvicinai per vedere chi fosse.
Oddio...
Gaia.

Dormiva come una principessa, era rannicchiata sul divano, con una coperta che le avvolgeva il suo corpo minuto. I suoi capelli neri le coprivano metà del suo volto. Sembrava una piccola bambina indifesa, che aveva bisogno di qualcuno che la proteggesse dagli incubi. Mi apparve un sorriso a vederla così.
Terra chiama Giuliooo

Il mio sguardo andô a finire su uno scaffale con dei medicinali. Mi avvicinai subito e buttai giù due pasticche di aspirina per il mal di testa.

Approfittai di questo momento per farmi una doccia calda.
Entrai in bagno, era davvero un disordine. Sorrisi e cominciai a rimettere a posto un po' di cose. Aprii un cassetto e presi un asciugamano.
Mi spogliai, ed entrai in doccia.

GAIA's POV
Mi svegliai con un mal di schiena assurdo. Divano di merda!
Mi alzai per poi stiracchiarmi. Ero tutta dolorante, quel fottuto divano era la cosa più scomoda che ci potesse essere al mondo.
Andai in cucina e accesi la macchinetta del caffè. Mentre aspettavo che si riscaldasse, entrai in camera, notai che Giulio non c'era. Sarà uscito, cercai di non dargli molta importanza. Adesso quello che volevo era rilassarmi sotto la doccia.
Uscii dalla stanza e accanto a me sentii aprirsi la porta del bagno. Rimasi imbambolata a vedere il corpo seminudo del riccio, coperto solamente dall'asciugamano legato alla vita.
Perché deve essere così perfetto.
Arrossii violentemente, senza distogliergli lo sguardo di dosso.

"Vuoi pure una foto?" ridacchiò divertito.
"Ehm.. eh.." balbettai alzando lo sguardo. I suoi occhi castani incontrano i miei, essi mi fecero venire i brividi in tutto il corpo, arrossii di nuovo.
"Te l'ho già detto che sei carina quando arrossisci" ammise sorridendomi.
Ero troppo imbarazzata per rispondergli. Giuro che mi sarei sotterrata in questo momento.

Gaia cazzo prendi coraggio, manco fosse Gesù Cristo quello che hai davanti.
Fosse facile cazzo, vorrei vedere te eh..
Guarda che io sono te, scema.
Giusto..

"Posso farmi la doccia oppure devi stare davanti la porta per tutto il giorno?" dissi cercando di ritornare fredda e seria.
"Opto per la seconda" fece una faccia perversa.
"Togliti coglione" gli sorrisi, cercai di smuoverlo, ma era più difficile del previsto.
"No no, come si dice"
"Sparisci" sbuffai.
"Errato"
"Levati da davanti la porta" cominciai ad irritarmi.
"Noo, ti do un consiglio inizia con la P" ridacchiò.
"sei palloso" ammisi alzando gli occhi al cielo. "Dai togliti"
Dopo vari tentativi liberò la porta del bagno e mi ci chiusi a chiave.
"Guarda che puoi anche non chiuderla a chiave, non sarei mica entrato.. o forse sì" disse dietro la porta con voce perversa
"Meglio prevenire che curare" affermai "pervertito" aggiunsi.
Lo sentii sbuffare e scoppiai in una piccola risatina.

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