1. Unexpected

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Un respiro. Due respiri. Tre respiri.

Margot si era sempre chiesta quanto a lungo si potesse trattenere il fiato prima che i polmoni cedessero e, a quanto pareva, si poteva trattenerlo davvero a lungo.

Ne contò altri tre trattenuti mentre la stylist tirava ancora di più i fili del corpetto, finalmente legandolo.

Boccheggiò appena mentre si voltava verso lo specchio per vedere il risultato finale; un " wow " appena accennato fu l'unica cosa che uscì dalle sue labbra, anche perché per poter ritornare a parlare normalmente probabilmente le ci sarebbe voluto un po'.

Aveva ancora i capelli spettinati ed il viso struccato ma il solo fatto di indossare quel vestito la fece sentire un po' la regina della serata ancora non cominciata.

Si passò la mano aperta sullo stomaco, sotto il seno dove i fili stringevano di più e, inclinando la testa di lato, si mise ad osservare i dettagli; il corpetto, di un nero ineccepibile, le fasciava metà del busto, lasciando fuoriuscire la camicia bianca, immacolata a confronto con quel nero, il colletto alto e le maniche a zampa.
Il tutto era incorniciato dalla gonna, lunga e morbida composta da una serie di veli sovrapposti, bianchi e neri.

Era semplice eppure era uno dei preferiti che avesse mai indossato. Sorrise.

Era quasi pronta a sedersi e lasciare che le make-up artist e il parrucchiere le sistemassero i dettagli quando la porta della suite si spalancò tutta di un tratto ed il suo manager, la cravatta allentata ed il fiato corto, fece capolinea nella stanza.

Alla ragazza bastò una sola occhiata per capire che qualcosa non andava, quindi si limitò a guardarlo in attesa.

" Ho due notizie, una non del tutto brutta ed una bellissima. Quale vuoi che ti dica per prima?! "

Margot accennò un labbrino e, pensandoci su un attimo, rispose.

" La brutta, dai. Sono coraggiosa. "

" Will è rimasto bloccato a Londra, quindi stasera non ci sarà. "

Disse l'altro di un fiato e lei spalancò appena gli occhi, scuotendo la testa.

" CHE COSA?! Non esiste, io da sola non la posso presentare la serata, doveva fare quasi tutto lui! "

Le sembrava un incubo, ed anche una pessima idea, ed improvvisamente le venne voglia di scomparire.

Era un evento privato, un raccolta fondi di beneficenza organizzata da Di Caprio e Dio solo sapeva quanto l'amico ci tenesse; aveva fatto di tutto per avere lei e Will Smith a presentare, ed adesso lei si ritrovava sola, in alto mare.

" Prima di avere un collasso nervoso posso dirti la bella?! "

La voce dell'altro le arrivò quasi in differita e, alzando lo sguardo, annuì speranzosa.

" Leo ha trovato un sostituto praticamente all'ultimo. Sta leggendo e studiando i dettagli proprio ora mentre arriva col suo taxi dall'altro lato della città. "

Margot sapeva che c'era una fregatura e per qualche ragione a sentire quelle parole trattenne, ancora una volta, il fiato.

" E chi sarebbe questo sostituto spuntato magicamente?! "

Nell'attesa le sembrò che l'aria diventasse elettrica.

" Jared Leto. A quanto pare quell'uomo sa fare davvero tutto. "

Margot sentì solo il nome e poi si perse tutto il resto.

Jared. Quanto era passato dall'ultima volta che lo aveva visto?

-" Due mesi e 6 giorni. "- le rispose una vocina dal fondo del suo cervello, ricordandole che aveva quasi contato anche le ore, da quell'ultima volta.

Si portò di nuovo una mano al petto, questa volta quasi avesse voluto assicurarsi che ancora avesse un cuore che batteva, e poi annuì.

" Grandioso. La serata è salva, mi hai fatta prendere un colpo. "

Disse, desiderando solo che l'altro andasse via, cosa che fece dopo un altro paio di battute.

Margot si voltò verso lo specchio, di nuovo, ritrovandosi più pallida che in precedenza; possibile che il solo udire quel nome potesse smuoverla a tal punto?!

In quei mesi aveva pensato di dimenticare, che tutto quello fosse solo una fase passeggera, ed in parte lo aveva fatto davvero, aveva dimenticato, o meglio semplicemente smesso di pensare, ma ora quella sera le si ripresentava tutto nella maniera più sleale.

Desiderò togliersi quel vestito di dosso, che adesso le sembrava inadatto, e tornarsene a Londra in quel preciso istante.

Desiderò che Tom fosse lì, e non bloccato al lavoro.

Desiderò tante cose, ma alla fine si mise semplicemente seduta lasciando che finissero di prepararla alla serata.

Non ce la poteva fare.

L'unica cosa a cui Margot pensava, mentre usciva dall'auto ed entrava nella sala era che semplicemente non poteva farcela.

Le sembrava che l'aria fosse più poca, e non solo per merito del suo impossibile corpetto.

Si disse che stava sovra reagendo mentre, un passo dietro l'altro, si lasciava il mondo esterno alle spalle.

Dopo pochi secondi era circondata da conoscenti, amici, vecchi colleghi, e tra un saluto di troppo, qualche chiacchiera ed altro quasi scordò cosa l'affliggeva tanto.

Non c'era molta gente, per gli standard di Hollywood almeno, era un evento privato, ma ce n'era abbastanza perché si potesse perdere di vista qualcuno, e lei neanche alzò lo sguardo per cercare quello che aveva paura di riconoscere tra la folla.

Quando vide Leo si illuminò, felice di rivederlo dopo tanto tempo.

Si salutarono, poi lui la guidò verso un lato della sala, parlandole e spiegandole alcune cose, in maniera così coincisa e coinvolgente che Margot riprese anche a respirare senza rendersene conto, calmandosi.

Stavano ancora parlando quando l'amico la guidò fino al palco, fermandosi alla base delle scale che portavano in alto.

Margot alzò lo sguardo titubante, guardando il palco che scoprì ancora vuoto.

Le luci si spensero improvvisamente, le uniche ad accendersi furono quelle sulle scale, che le indicavano la via.

Di Caprio si congedò lasciandola al suo arduo compito.

Margot salì le scale, contandole mentalmente esattamente come aveva fatto con i suoi respiri quel pomeriggio, in albergo.

Ne contò quattro in tutto, poi si ritrovò in mezzo al palco, ancora nel buio più totale, ne riconobbe l'odore, anche se non lo realizzò sul serio.

Quando le luci si accesero si ritrovò direttamente immersa nello sguardo di lui, comparso quasi come un fantasma, gli occhi azzurri puntati nei suoi, come due fari puntati sull'orizzonte.

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