5.

215 73 18
                                    

Chloe

Quel diciottesimo compleanno era stato probabilmente il migliore fra tutti.

Decisi che per una volta dovevo cambiare il mio aspetto, dovevo essere diversa agli occhi di tutti, ma soprattutto bella. Speravo di poter piacere alla gente e anche a Davide.

Quando arrivò, le gambe tremavano e non riuscivo a fare altro se non sorridere. La camicia bianca, quei jeans scuri, i riccioli ben profumati e il suo sorriso che valeva tutto l'oro del mondo, mi facevano desiderare di volerlo mio, più di quanto già non lo desiderassi. Aveva lo sguardo diverso di chi per la prima volta si accorge di qualcosa, ecco. Era come se si fosse accorto per la prima volta di me.

Come se si fosse accorto che esistevo, che non ero la solita Chloe con i capelli legati e l'abbigliamento da teenager, che non ero solo carina e basta, ma che ero bella, bella davvero.

Durante un ballo e l'altro lo osservavo, seduto nel divano beige del salotto, con il bicchiere in mano e lo sguardo perso chissà dove. A volte volevo avvicinarmi a lui e dichiarargli tutto il mio amore sperando di poter iniziare la nostra favola d'amore.

Ma puntualmente lasciavo perdere perché se c'era una cosa che sapevo certamente di Davide era che non ricambiava il mio amore e probabilmente mai lo avrebbe fatto. E quindi ritornavo a festeggiare con i miei amici, provando a distrarmi un po' da quegli occhi color cioccolato che sotto le luci miste della festa risultavano essere ancora più belli.

Dei compleanni amavo solo due momenti: i regali da aprire e le candeline da spegnere.

Tutto sommato avevo ricevuto dei bei regali. Un ipad, delle scarpe nuove, dei vestiti, qualche felpa, tanti soldi da poter spendere come volevo, dei libri da leggere, una trousse di ombretti colorati e quasi dimenticavo, un bracciale.

Un regalo diverso, così personale, così bello, così unico. Davide me lo mise al polso sinistro, mi sfiorò la pelle dolcemente, allungò il braccio sulla mia schiena e Massimiliano scattò la foto.

Ma comunque, il regalo più bello che avevo ricevuto quell'anno, non era impacchettato, non aveva un fiocco e non dovevo scartarlo. Aveva i capelli ricci e due occhi che per me erano la fine del mondo. Era la presenza di Davide a quella festa. E per me era il regalo più bello di tutto il mondo.

Dopo i regali, ci fu il momento del ballo, un ballo speciale e importante come quello che si fa alla fine dell'anno nelle scuole americane. Che devi preparare il vestito, il trucco, come fare i capelli e soprattutto con chi andare al ballo. Amavo quando nei film americani il ragazzo invitava al ballo la ragazza di cui era innamorato.

E alla festa, la mia festa di compleanno, mentre tutte le coppie ballavano, il ragazzo dei miei sogni non era venuto ad invitarmi.

Non so cosa mi prese, me ne andai in un angolo buio della festa con la speranza che nessuno potesse vedermi in quello stato. Tolsi con foga quei tacchi che mi facevano male buttandoli per terra e le lacrime iniziarono a scendere. Ero stanca. Stanca di amare a vuoto una persona, di rincorrere qualcosa troppo lontano da me, stanca di farmi del male. Amavo Davide da anni, lo amavo con tutta la mia anima, avrei preferito lui alla mia vita, sempre!

Ma ero arrivata al punto di non farcela. Volevo solo che lui arrivasse da me e rimanesse, per sempre. Che mi amasse esattamente come lo amavo io.

Le mie mani mi coprivano gli occhi, vedevo solo il buio di un amore non corrisposto, poi sentii il calore di alcune dita e ripresi a vedere. Con gli occhi ancora appannati dalle lacrime mi ritrovai davanti Davide, con lo sguardo quasi dispiaciuto.

Mi accarezzava le guance ed io mi sentivo sicura. «Hai me.»

Mi portò a ballare. Mi strinse forte come mai aveva fatto. Come sempre avevo sognato.

OCCHI COLOR CIOCCOLATO Where stories live. Discover now