Steve chiude gli occhi e piega la testa. Credo che dentro di lui bruci qualcosa chiamato rifiuto.

Iris sposta l'attenzione su di me. Mi sorride e mi fa segno di avvicinarmi. Sono indeciso se scollare o meno il mio sedere da questa sedia. In questo momento avvinarmi a Steve equivale a propormi volontario per il fronte di guerra.

"Voglio che anche voi due facciate la pace" dice, prendendo la mano a Steve e allungandone una verso di me.

Per quanto la situazione possa essere decisamente obsoleta, non posso fare a meno di evitare di ridere. Io e Steve non faremo mai la pace. La nostra dichiarazione di guerra è ancora palesemente aperta. Come posso scordare le botte e le minacce? E il bacio che ha dato a Iris? Ma, soprattutto, lui come può imparare a dividere qualcosa che è stato da sempre suo e soltanto suo?

"Vi prego. Fatelo per me!" Iris viene scossa da un colpo di tosse e poi un altro ancora.

Steve le sistema il cuscino dietro la testa e io le verso subito dell'acqua. Lei si bagna le labbra.
I suoi occhi grandi e appena velati si soffermano sui miei in modo così deciso, che sembrano quasi supplicarmi.

"Iris...adesso devi pensare solo a rimetterti in forma, ce ne occuperemo quando starai meglio, okay?" propongo.

"No, Dylan. Sbagliato! " sbotta Steve. "Non ci penseremo in un altro momento! Io non farò mai amicizia con te" inizia a muoversi nella stanza come una piccola trottola impazzita.
Poi si ferma e si rivolge alla sua migliore amica, ignorandomi. "Iris, ti rendi conto che è proprio questo ragazzo il responsabile della mia rovina? E anche della tua! Eh sì, perché è a causa sua se adesso tu stai così! E' stato lui a portarti fuori, è stato lui a farti prendere freddo, è stato lui a metterti nei guai. Immaginavo che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa del genere!"

L'indice di Steve è palesemente puntato contro di me. Ed io mi sento ancora più piccolo di quando ero sulla sedia. Mi sento un puntino, se non addirittura l'infinitesima parte di un puntino.

"Dylan non c'entra niente, Steve!" lo rimprovera Iris. "E' successo e poteva succedere anche se fossi stata con te..."

"Io non avrei mai permesso a una tempesta di mettere in pericolo la tua vita!" replica lui, tornando di nuovo al suo fianco.

"Dylan non ha fatto niente!" La voce di Iris è debole, ma terribilmente decisa. "Lui mi vuole bene proprio come me ne vuoi tu. Non permetterebbe mai che mi succedesse qualcosa. Non è lui il responsabile! Non è con lui che devi essere arrabbiato, ma con la nostra condizione! E' la nostra malattia il dramma e non possiamo incolpare gli altri se siamo esseri così fragili. Non possiamo incolpare nessuno! Quindi, per favore, chiedi scusa a Dylan per tutto quello che gli hai fatto in questi giorni, per non essere stato ospitale con lui. Non c'è alcun motivo per essere in astio. Siamo grandi ormai, basta con stupidi giochetti da bambini!"

Dopo questo lungo monologo, non riesco a fare altro se non sollevare gli occhi su Steve e attendere una sua mossa. Infondo da parte mia potrei anche passare oltre al suo brutto carattere e al sapore dei suoi pugni.
Per Iris lo farei senz'altro.

"Datevi la mano" dice Iris, "scambiatevi la pace..."

Steve respira forte. La mascherina gli aderisce al volto e poi si stacca a causa del pressante passaggio di aria. Mi squadra da capo a piedi, come se avesse dei raggi laser al posto degli occhi.

"Per favore. Vi chiedo solo una tregua. Vi chiedo solo di conoscervi meglio..."

Steve, mosso da compassione o per puro sfinimento, allunga lentamente il braccio verso di me. I suoi occhi guardano a terra, mentre la mia mano ricambia la sua stretta. E' una presa morbida, quasi costretta, ma è pur sempre un legame.

"Mi avete resa felice" dice Iris, guardando le nostre mani unite.

Steve si rimpossessa subito del suo arto e infila la mano nella tasca dei jeans. Anche io faccio lo stesso.

Iris sorride. Lo fa con difficoltà a causa del problema che ha ancora a respirare. L'apparecchio al suo dito adesso segna ottantanove. A quanto pare l'ossigeno sta migliorando la situazione. Le sue labbra non sono neanche più tanto bianche e il suo torace sembra molto meno impegnato a respirare.

"Organizziamo qualcosa per domani sera?" chiede, "voglio festeggiare questa rappacificazione..."

"Non se ne parla neanche!" sbotta Steve, sulla difensiva. "Non stai bene e devi riposare. Non è il caso di peggiorare ulteriormente le cose!"

"Ci penso io" I miei occhi ignorano le inutili repliche di Steve e si incollano a quelli della giovane donna sul letto. "E' vero, Iris non è in perfetta forma, ma non per questo deve rinunciare a una serata tra amici" affermo.

Lei mi fissa dritto negli occhi. Il suo sguardo è profondo e sembra portarmi in luoghi così lontani che neanche un aereo o una nave potrebbero raggiungere.

"Io non sono d'accordo!" Steve si agita, alzando il tono di voce. "Primo non c'è niente da festeggiare e, secondo, le condizioni di Iris non lo permettono!"

"Iris si merita una sera come tutte le altre. Se tu non parteciperai, lo faremo io e lei..." continuo a escludere Steve dalla mia visuale.

Steve stringe i pugni. So per certo che vorrebbe alzarne uno contro di me, ma sa perfettamente che non può farlo. Non adesso, non dopo aver dato la sua parola.

"E va bene" sbuffa, contrariato. "Domani sera sarò qui con voi. Non so cosa tu abbia in  mente, Dylan Prince, ma prega soltanto che non succeda niente a Iris, altrimenti questa volta ti riterrò davvero responsabile di tutto!"

Faccio spallucce, soddisfatto di averla avuta vinta. Ho in mente qualcosa che potrà essere utile a Iris per distrarsi. Qualcosa che perlomeno la terrà lontana dai brutti pensieri della sua malattia.

"Grazie Steve" sussurra Iris, di nuovo con un filo di voce.

Lui alza gli occhi al cielo. "Non c'è di che!" sbuffa. Poi si piega su di lei. Le sfiora la fronte con un bacio nascosto dalla mascherina e si congeda. "A domani sera" le dice.

In breve si volta ed esce. Naturalmente non si degna di salutarmi. Non che mi aspettassi anche io un bacio, ma, che so, qualcosa come un banalissimo: ciao?

"Grazie Dylan"

Resto in silenzio, lasciandomi andare a un semplice sorriso. La stanza improvvisamente è di nuovo intima. Solo io, Iris e la bombola di ossigeno al fianco del suo letto.

"Cosa hai in mente per domani sera?" mi chiede, curiosa.

"In realtà devo ancora appurare i dettagli, però posso darti una piccola anticipazione..."

Recupero il pacchetto con i cuori all'interno della giacca lasciata sulla sedia e lo scarto davanti a lei. Iris socchiude gli occhi sulla scritta rossa a caratteri cubitali.

"The Full Monty?" chiede, ignara e perplessa.

Inserisco il dvd nel lettore e premo start.

"Goditi questa anticipazione..." mi avvicino al letto e le faccio occhiolino.

"E tu? Te ne vai?" sospira, fissandomi.

Vorrei non doverlo fare, ma so che è giusto così. Iris ha bisogno del suo spazio adesso. Deve vedere il film che le ho lasciato e deve farlo da sola, come buona abitudine.

"Starai bene, io lo so" scosto una ciocca di capelli che le è finita davanti al viso.

Lei annuisce, socchiudendo gli occhi contro la mia mano.

"Sei la mia guerriera preferita, sai..."

"Credevo di essere l'unica..." dice.

"Sei la mia unica guerriera preferita" mi correggo.

"Così va meglio" sorride.

Il film inizia e io mi congedo, lasciando Iris nelle mani degli squattrinati organizzati e dei loro spogliarelli geniali e brillanti.

L'AMORE NON ESISTEOn viuen les histories. Descobreix ara