Undicesimo Capitolo

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Francesca's pov
Sono passati quasi due giorni dalla conversazione con Fede; anche se non avrei voluto vedere e parlare con nessuno, meno che mai con lui, quella strana chiacchierata mi è servita molto e seppur i dubbi torturano ancora la mia testa mi sento un pò più tranquilla.
Non riesco a credere che è stato per tutto quel tempo dietro la mia porta e non si è arreso quando non gli ho voluto aprire ma è voluto rimanere per poter parlare con me; forse ci tiene a me, e anche io a poco a poco sto capendo che, anche se non mi piace ammetterlo, mi sto affezionando a lui.
Sono passati anche due giorni da quando ho ricevuto un messaggio dal numero che mio padre mi aveva lasciato per poterci sentire, ma che io non avendo il coraggio, avevo lasciato sul tavolo senza nemmeno salvarlo in rubrica.
Aveva deciso di scrivermi un'altra volta lui e stavolta mi diceva questo:

Ciao tesoro,
non so se hai voglia di rivedermi ma io un tentativo lo faccio lo stesso. Credo che ancora tu non abbia deciso cosa fare riguardo alla mia proposta ma se deciderai di uscire con me prometto che non ti chiederò nulla a riguardo, e non ti presserò, so che hai bisogno di tempo per riflettere.
Se vuoi venerdì possiamo andare al parco e divertirci come ai vecchi tempi; in più ti potrei fare conoscere una persona che sicuramente ti starà simpatica e che non vede l'ora di conoscere la "probabile" nuova componente della famiglia.
Spero che tu voglia venire, hai ancora due giorni per pensarci.
Fammi sapere
Il tuo papà.

Come ormai da un pò di giorni, quando si tratta di mio padre il mio cervello si divide in due: la parte che vorrebbe affezionarsi senza limiti a lui e la parte che gli rimane, ancora, persistentemente diffidente, come se sapesse che da un momento all'altro tradirá la fiducia che a poco a poco sta riacquistando.
Non ho ancora molto tempo per pensare alla risposta che devo dargli ma d'altra parte sono rinchiusa in queste mura da due giorni e la noia si fa sentire perciò prendo il mio telefono ancora un pò incerta sul da farsi e mentalmente cerco di trovare le parole più adatte per non fargli credere quanto io ci tenga a passare altro tempo con lui ma che allo stesso tempo non sembrino troppo menefreghiste.

Ciao John,
per quella proposta di andare al parco io sono libera, fammi sapere a che ora devo essere lì.
Francesca.

Cerco di essere il più coincisa possibile e dopo pochissimo il mio telefono vibra facendomi capire l'arrivo di un messaggio di risposta.

Sono felicissimo che tu abbia accettato. Non vedo l'ora di farti incontrare questa persona! Ci vediamo per le 10:00 al parco vicino a casa tua.
A dopo stellina.

Decido di non rispondere ancora e guardo l'orologio. Bene, sono ancora solo le 08:30 e Silvia già da quasi mezz'ora è uscita per recarsi alla Warner; spero davvero di decidere in fretta, non voglio farla soffrire ancora facendola stare in questo limbo in cui potrebbe o perdere tutto o continuare a vivere come sempre.
Dato che ho tutto il tempo per cambiarmi me la prendo con comodo e decido di farmi un bagno rilassante con l'acqua tiepida che oltre a sciogliere i muscoli mi aiuta a scogliere anche la tensione che al momento occupa la mia testa.

Dopo quasi mezz'oretta esco dall'acqua e dopo essermi asciugata velocemente i capelli mi vesto con dei semplici jeans abbinati ad una maglietta.
Scendo di nuovo al piano terra e apro il frigo accorgendomi che non c'è quasi più nulla e allora decido di andare a fare colazione fuori per poi ricordarmi dopo aver incontrato mio padre di andare a fare un minimo di spesa tanto per non rimanere senza niente.

Prendo il mio piccolo zainetto e il mio giubbotto situati all'ingresso e chiudo la porta mentre l'aria fresca del mattino mi fa leggermente rabbrividire.
Esco da quella specie di villaggio di case esclusive per coloro che lavorano alla Warner e mi dirigo al bar più vicino e nemmeno il tempo di entrare che trovo subito un ragazzo molto cortese pronto a servirmi.
Mi siedo in un tavolino abbastanza isolato, lontano dal brusio dei vivaci clienti che commentano il giornale o che semplicemente scambiano quattro chiacchiere e dopo poco un ragazzo molto carino si avvicina al tavolo e prende un taccuino dalla tasca del suo grembiule nero.
《Ciao, cosa posso darti?》chiede lui in modo molto cortese dopo aver fatto un ampio sorriso ed io d'impulso sorrido istintivamente, come non facevo ormai da giorni, e rispondo alla sua domanda《Ciao, per me un cappuccino ed una brioche, e se puoi anche un bicchiere d'acqua, grazie》
Lui scrive tutto nel pezzo di carta in modo molto concentrato e poi rialza la testa e si rimette a parlare con me《Certo, arrivano subito!》mentre io bisbiglio un timido grazie.
Mi accomodo meglio e dopo qualche minuto arriva tutto ciò che ho chiesto mentre il ragazzo che mi aveva accolto dice velocemente《ecco a te, spero sia tutto di tuo gradimento》mentre io lo ringrazio un'altra volta prima di vederlo scomparire tra i tavoli affollati che aspettavano solo il suo arrivo per dirgli tutto ciò che volevano ordinare.

A Little Sweet Dream ||Benji E Fede||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora