Capitolo 5

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<<Sei una bomba sullo skate, dolcezza.>> Dice Luke venendo verso di noi.
Ci siamo fermati tutti poiché siamo sfiniti e ci siamo messi a sedere su delle panchine difronte alla pista.
Ci sono tutti i ragazzi che ho visto al bar tranne Eveleen perché era impegnata questo pomeriggio.
<<Ti ho già detto di non chiamarmi così, Luke.>> Lo rimprovero con un mezzo sorriso.

<<Va bene, dolcezza.>> Conclude sedendosi accanto a me.
Roteo gli occhi al cielo, fingendomi infastidita.

<<Parlaci un po' di te Megan.>>
Chiede Dylan curioso, precisamente davanti a me, poiché le panchine sono una di fronte all'altra.

Tutti mi guardando silenziosi per sapere di più su di me, per sapere chi sono, infondo ci conosciamo da poche ore e non sanno nulla di me tranne il mio nome e la mia età.

<<Cosa vuoi sapere precisamente?>> Chiedo, non ho voglia di rivangare nel mio passato è un capitolo chiuso. Ho voglia di andare avanti.

<<Per esempio, da dove vieni?>> Chiede improvvisamente Jason.

<<Oh non credo che lo conosciate il posto, è a tre ore di distanza da qua.>>
Dico poco chiara.

<<Hai fratelli o sorelle?>> Mi domanda Bethany.

<<Si, due sorelle più piccole.>>
Si, è vero, Emily non è veramente mia sorella, ma non so c'è qualcosa che in qualche modo ci accomuna, ma sono solo stupidi pensieri.

<<E sei qua anche con i tuoi genitori?>>
Sento il cuore ristringersi alla domanda di Zed.

<<S-si è fatto tardi, devo andare. Grazie per il bellissimo pomeriggio.>>
Sorrido e mi affretto ad andare via dopo aver preso lo skate in mano.
Tra l'altro si è davvero fatto tardi, sono quasi le 8:00 e c'è già un buio pesto, d'altronde siamo in inverno.

<<Meg>> la voce calda di Luke mi fa girare.

<<Dimmi>>

<<Sai non è consigliato per le ragazze girare da sole a quest'ora.>>
Improvvisamente il cuore mi si scalda.

<<Me la so cavare anche da sola.>> Dico non potendo non far spuntare uno piccolo sorriso.
Mi rimetto a camminare e mi raggiunge.

<<Oh non ne avevo dubbi>> ribatte.

<<Da quanto vai sullo skate?>>
Continua lui.

<<Da quando sono piccola. Me lo insegnò mio padre.>> Gli spiego

<<Ah allora posso dire che è stato un buon insegnante.>> Accenna lui piegando la testa di lato.

Ogni domenica io e mio papà andavamo sullo skate, o meglio, io ci andavo e lui mi seguiva a piedi.
Una domenica in particolare non me la scorderò mai. Ridemmo così tanto fino ad aver mal di pancia.
Ci prendemmo il più grande acquazzone della nostra vita e non avevamo posto dove ripararci. Ma non ci importava. Entrambi amavamo la pioggia. Con lui era tutto così semplice, così perfetto. E mi manca tanto.

<<Sei fidanzata?>> Chiede incuriosito, con sguardo fisso sulla strada.

<<Ehm no.>>

<<Oh, ti sei lasciata da poco?>> Chiede ancora.

<<No e non sono mai stata fidanzata>>
Rispondo un po' imbarazzata. Insomma al giorno d'oggi non esiste una ragazza di 17 anni che non si è mai fidanzata, tranne io ovviamente.

<<E tu?>> Chiedo prima che possa dire altro.

<<No, no.>> Risponde con lo sguardo fisso in terra

Scappiamo via da qui.Where stories live. Discover now