🎉Storia vincitrice 1^ Fase: "Il viaggio di Vera" by ledaswan93

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Il viaggio di Vera
~ Oltre la fine del tempo

This timeless story through the end of times
Where my love was so great
That I had to cross borders and eras...
From a world of battles until this cold reality
I hope you come back,
A lifetime with you
Makes sense of this eternal curse.

Il mio viaggio iniziò nel tardo pomeriggio del 22 giugno, quando schiusi gli occhi azzurri e mi ritrovai a fissare quelli verdi e acquosi di mia sorella Roselynd. Il suo viso in controluce mi rendeva difficile interpretarne le espressioni, ma le sue labbra rosee erano tese in un sorriso dolcissimo che mi rassicurò all'istante.
All'epoca ero soltanto una bambina.
"Che bello rivederti, Vera."
Provai a mettermi a sedere e subito un fruscio famigliare accompagnò il mio movimento. Quando mi guardai attorno, mi accorsi che ci trovavamo nel bel mezzo di un campo di grano. Tutto intorno a noi bellissime spighe dorate si protendevano verso il cielo terso, ondeggiando lievemente al vento.
Inspirai a fondo il profumo che la terra sprigionava sotto la picchiata del sole, socchiudendo appena le palpebre per trattenerlo a me il più a lungo possibile. Amavo e odiavo quell'aroma intenso, perché ogni anno sembrava portare con sé consapevolezza e ineluttabile senso di colpa.
"È già arrivato il momento?" mi decisi infine a chiederle, senza nemmeno riuscire a sorreggere il suo sguardo limpido.
Roselynd ridacchiò.
"Vorresti che lo fosse?" domandò lei di rimando, apparentemente serena.
Mordendomi il labbro inferiore, mi costrinsi a far scivolare le mie iridi nelle sue. I capelli di mia sorella, di un brillante castano rossiccio, avevano già cominciato a spegnersi e quella meravigliosa tonalità terrigna che tanto invidiavo a sbiadire, cedendo poco a poco ad un argento innaturale.
A quella vista, un nodo invisibile si serrò attorno alla mia gola.
"No."
Fu a malapena un sussurro, ma Roselynd parve coglierlo comunque dal tremolio delle mie labbra e subito le sue dita corsero ad accarezzarmi il viso.
"Non devi essere triste, Vera" mormorò, appena prima di chinarsi su di me e stringermi fra le sue braccia quando le prime lacrime calde mi percorsero le guance. "È il nostro ciclo. Lo sai che non ti sto abbandonando–"
"No, ma io ti sto uccidendo!" sbottai fra i singhiozzi che mi scuotevano il corpo. Poi, quando il suo dolcissimo profumo alla vaniglia arrivò a solleticarmi le narici, il dolore che provavo si fece ancora più acuto e straziante. Un secondo più tardi mi ritrovai a premere i palmi aperti delle mie mani contro il suo petto nel tentativo di divincolarmi, di sciogliermi dalla sua presa, di allontanare mia sorella dal tocco venefico della mia stessa essenza. "Se io... Se io non esistessi, allora... allora..."
Roselynd vanificò all'istante i miei sforzi di bambina e mi strinse a sé in un bisogno quasi materno.
La sua pelle sapeva di primavera.
"Non pensarlo mai, Vera!" La sentii rabbrividire, mentre lo ripeteva contro i miei capelli. "Non pensarlo mai..."
"Ma–"
"Shh, tesoro. Pensi davvero che sia colpa tua?"
Dal suo tono di voce, riuscii a percepirne il sorriso.
Mia sorella mi amava così incondizionatamente che finii con l'odiarla.
"Io non capisco, Rose..." ammisi, serrando le mie minuscole dita attorno al suo abito di germogli e petali di magnolia. Era così sottile e fragile che mi ricordò la persona che lo indossava e, subito, altre lacrime mi offuscarono la vista. "Tu non... non mi odi?"
Alla mia domanda, i suoi muscoli si irrigidirono.
"Perché dovrei, piccola mia?" mi chiese.
Non c'era rabbia nella sua voce, solo quella naturale dolcezza che me la faceva tanto amare in quei pochi minuti che trascorrevamo insieme. Forse era me stessa che detestavo e non mia sorella, mi ritrovai a pensare, perché, nel momento esatto in cui io aprivo gli occhi e tornavo a scoprire il cielo sopra di me, lei mi faceva il dono più grande di tutti. Mi dava la vita e, con essa, la possibilità di assaporare di nuovo il calore del sole sulla mia pelle e il sapore di salsedine trascinato a riva dal mare e il profumo sprigionato dalla terra arida rinfrescata dalla pioggerella estiva.
E ogni volta che io gioivo a quelle bellissime sensazioni, una parte recondita di me moriva assieme a Roselynd.
"Lo sai..." Inspirai rumorosamente col naso e mi aggrappai ancora di più al suo vestito. Una catenina sottile che non riuscivo a vedere mi si impigliò fra i capelli. "Lo sai perché."
Fu allora che Roselynd mi allontanò da lei quel tanto che bastava a prendermi il viso fra le mani e a poggiare con delicatezza la sua fronte contro la mia. Il suo tocco vellutato si era fatto ruvido e, quando le mie iridi scivolarono di nuovo nelle sue, ne capii il motivo.
Un brivido mi percorse, mentre la sua pelle grinzosa e piena di rughe scolpiva nella mia mente un'immagine che non avrei mai potuto dimenticare.
"Vorrei..." iniziò, prima di interrompersi e sospirare. Anche la sua voce era cambiata, ora più roca e fioca quasi facesse fatica a parlare. Le sue labbra, però, sorridevano e i suoi occhi brillavano di una melanconia insolita che avrei voluto saper interpretare meglio. "Vorrei avere più tempo per spiegarti, Vera..."
Il mio sguardo interrogativo non le sfuggì e subito mi premette le sue dita sulla bocca in una carezza leggera.
"...ma non ne abbiamo." Non appena mia sorella abbassò le palpebre e celò una volta per tutte il suo sguardo alla mia vista, percepii in ogni fibra del mio essere la stanchezza che l'avvolgeva e che calava ormai inesorabile su di lei. In quell'istante di disperazione, riuscii persino a scorgere il ciondolo cristallino che pendeva attorno al suo collo e a chiedermi se mai l'avesse avuto prima. "Chiudi gli occhi, amore mio."
Fu un sussurro appena mormorato, ma abbastanza potente da travolgermi.
E io chiusi gli occhi e le mie ciglia si inumidirono.
"Non dimenticarti mai di sorridere, Vera" mi disse e io avvertii il suo, di sorriso, così inspiegabilmente radioso. "Il tuo viaggio... sarà meraviglioso, tesoro."
Le mie labbra tremarono di pianto e un singulto sfuggì alla mia presa, riversandosi nel silenzio del campo di grano. Poi, soltanto una lieve brezza umida e il calore di un ultimo bacio stampato sulla guancia.
Quando riaprii gli occhi, mia sorella si era già dissolta nell'aria che respiravo.

Concorso Creativo 2016 #CC16Where stories live. Discover now