Remember me...

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Anche questa è un'altra nottata persa.
Mi sveglio sudata e in lacrime, dopo un sogno che la mia mente si rifiuta di ricordare.

Ho solo un vago eco di una voce, quella di un uomo. Non so chi sia, da dove provenga questa voce, e soprattutto perché mi appaia in sogno con costante regolarità.

In effetti, io non so quasi nulla.
Né chi sono, né da dove vengo.
Tanto meno dove sto andando.
So solo che una notte di un anno fa mi hanno trovata al confine della città.
Sola, senza vestiti, e confusa.
Hanno chiesto il mio nome, ma non ho saputo rispondere.
So solo che ho alzato il braccio, aperto la mano e mostrato qualcosa.

Un piccolo medaglione con la mia foto dentro, l'ho scoperto molto dopo, e il mio nome inciso.
Sembra che mi chiami Astra.
Nome buffo, non trovate?

Nel piccolo medaglione c'era posto anche per un'altra foto.
Ma il suo posto è vuoto, come lo è  il mio cuore.
Nonostante questi brutti sentimenti, sento che qualcosa galleggia, quasi a voler venire in superficie.

Penso tutte queste cose mentre mi aggiro nel corridoio dell'Ospedale.
Ebbene sì, non me ne sono più andata.
I rifugi sono tutti chiusi, il signore della città ha mandato via tutti gli umani.
Per cui, non avendo un posto dove andare, mi hanno fatta restare.

Ripenso a quel che mi hanno raccontato su di lui.
Argo, così si chiama.
Un vampiro sadico e crudele. Tiranneggiava la città fino a qualche tempo fa.
Poi qualcosa gli è successo, ma nessuno ne parla.
Comunque sia, ha mandato via tutti, e dice si sia rinchiuso come un eremita nel suo palazzo.

Chissà che tipo è? Ho chiesto un po' in giro, ma tutti hanno paura di parlare.
Siamo comunque nel suo territorio, visto che l'ospedale è dentro i confini della città.

Arrivo al mio solito posto: un balcone al piano più alto dell'edificio.
Mi piace guardare fuori, anche se fa un gran freddo.
Esco e compio il gesto di routine.
Mi accendo una sigaretta.
Mi appoggio alla ringhiera e lascio lo sguardo libero.
Le cime degli alberi, che quasi fanno da confine alla metropoli.

Il suo palazzo, da qui si può vedere.
Le luci sono spente, tranne una.
Dicono che sia lui, mentre si aggira solitario per la sua camera, pensando al suo grande amore.
Le ragazze ne hanno ricavato questa storia; sembrano delle fangirl sclerate.

Io credo che, non avendo bisogno di dormire, stia bevendo o giocando a scacchi.
Oppure, ammirando il grande dipinto posto sul camino. Una ragazza bionda in un abito rosso.

E questo pensiero?
Perfetto! Mi sono fatta trascinare anche io...

La luce si spegne.
Segno evidente della scelta di riposare.
Accendo un'altra sigaretta godendomi il silenzio.
Non dovrei essere qui, questo reparto è chiuso. Tuttavia, è il solo luogo in cui posso stare da sola.

-Dovresti seguire i tuoi pensieri-
Una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare.

"E tu chi sei? Sei nuovo?" Domando, al ragazzo che mi sta davanti.
Capelli biondo cenere, quasi castani.
Occhi azzurri, e uno sguardo che non riesco ad interpretare.

"Non ti ricordi di me?" Mi domanda sbalordito.

"Dovrei?" Rispondo stranita.

"Il soggiogamento è più profondo di quello che pensavo" mormora.

Soggiogamento? Ma di che parla...
 Certo, deve essere uno di quei pazienti 'speciali'. Quelli che... beh, non ci stanno molto con la testa.

"Io mi chiamo Telemaco. Sono il fratello di Argo.
Ti ho rapita e torturata un anno fa, per volere della mia creatrice che mi aveva soggiogato.
Devo trovare Argo, ma lui non vuole saperne di me, mi dà la caccia a causa di quello che ti ho fatto" racconta.

"Sì, ehm, io devo rientrare." Devo svignarmela.
Questo tipo fa discorsi troppo strani.

"Aspetta, Astra! So che non mi credi, ma ho le prove di ciò che dico.
Ti sto dicendo la verità!" Mi strilla, quasi.

"Ok, ti credo. Ma non saprei come aiutarti, io non lo conosco quel...
Ambrose, o come diavolo si chiama!" Non riesco mai a ricordare il suo nome.

"No, non può essere... non può aver usato il soggiogamento progressivo! Ti dimenticherai per sempre di lui! Ti scorderai di te stessa!"
Continua col suo strampalato discorso, ma io non voglio più ascoltarlo.

Sto per andarmene, quando lo vedo spalancare gli occhi e spiccare un balzo.
Mi affaccio al balcone, ma di lui non c'è più traccia.

Nessun suono, neppure il vento soffia più.

C'è solo, uno strano odore.... Di mare.








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