Quando si uniscono le forze...

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Due settimane erano trascorse dagli eventi in Germania; Ginny godeva di ottima salute finalmente, segno della buona riuscita del controincantesimo, ogni tanto si svegliava nel cuore della notte in preda ad incubi tremendi ma, tutto sommato, le cose procedevano alla grande.

Quegli incubi erano dovuti ovviamente all'omicidio di Rosier; era ancora fresco nella sua memoria il momento esatto in cui aveva sentito il desiderio di ucciderlo, e il conseguente anatema lanciato con la  bacchetta di lui, che stranamente aveva risposto al suo comando senza problemi.

Ricordava vividamente il lampo verde partire dalla punta e abbattersi sul petto di quel mostro di perversione, ricordava con malsano piacere la sensazione di trionfo provata e la magia scorrere impetuosa nelle vene, ma ricordava anche meglio il distinto spezzarsi della sua anima ormai dannata.

Era stato spiacevole, come se qualcuno le tranciasse di netto un organo interno, e il dolore provocato dal distacco era stato sordo, intimo, qualcosa di non facile da spiegare a parole.

Tuttavia Ginny sapeva che era stato indispensabile per guarire dalla maledizione, e a posteriori, meglio morto uno schifoso come Rosier che qualcun altro. Questo le aveva dato l'input giusto per leccarsi le ferite e guardare avanti, nonostante tutto.

A pensarci le faceva uno stranissimo effetto la realtà di essere diventata un'assassina, un misto tra perversa soddisfazione e sottile inquietudine, un sentore di oscurità sempre più profondo e abissale in lei, la certezza di avere il marchio del male dentro, e la concreta convinzione di sapere come conviverci perché in fondo era la sua natura.

E sapere che la morte di quel viscido era stata attribuita ad un regolamento di conti con un suo vecchio nemico, la aveva fatta sorridere di gusto; si era liberata della maledizione ed aveva liberato il mondo da un pervertito senza venire in nessun modo legata all'omicidio, semplice e pulito. Un pensiero sconvolgente.

Insomma, a conti fatti, Ginny capì di essere perduta, e la reazione di Druella alla notizia della morte del genitore le diede un'esaltazione senza precedenti; la ragazza infatti, sembrò perdere totalmente il senno dopo lo choc iniziale, ed al ritorno a scuola dopo i funerali ne diede ampia prova.

Se ne andava in giro scarmigliata e sciatta, lo sguardo iniettato di rosso perso nel vuoto, nemmeno i patetici tentativi di Cygnus Black per farla reagire ebbero successo.

Una sera a cena, il ragazzo la baciò davanti a tutti in Sala Grande, provocando esclamazioni di stupore in ogni angolo e grida concitate fermate solo dal burbero rimprovero di Dippet, salito su una sedia per farsi vedere da tutti data la sua esigua altezza.

Seduti al tavolo in gruppo, Ginny e gli altri avevano assistito alla ridicola scena con risatine e battute pungenti che erano serpeggiate facilmente lungo il tavolo verde-argento, anche se l'uscita migliore l'ebbe Lestrange.

- Tzé. Chi si somiglia si piglia, diceva sempre il mio reverendissimo trisavolo Caius. - aveva esclamato in modo saccente, causando risate sguaiatissime attorno a lui, tanto per il tono usato quanto per il nome del trisavolo.

Comunque la scenata messa in piedi da Black non servì a niente, Druella continuò a vivere tra realtà e pazzia e la cosa continuava ancora dopo due settimane.

Ginny e Tom avevano ipotizzato, nei momenti di noia tremenda in cui non avevano altro da fare, che la bionda avesse sviluppato un senso di morbosa dipendenza dalle attenzioni paterne, anche se contro natura, e che averlo perso all'improvviso le avesse innescato il meccanismo della follia latente in lei.

Comunque fosse, pensavano a ragione che ormai il problema Druella Rosier fosse accantonato; con il padre fuori dai giochi e impossibilitata a portare avanti i suoi scopi, la bionda risultava più innocua di un agnellino indifeso, con gran soddisfazione da parte di entrambi.

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