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Capita che un angelo ferito venga rispedito al suolo. Costretto a fingere, a vivere come un uomo. Ed è successo, una volta, anche a me, anni orsono, durante un volo troppo ambizioso per ciò che sono.
Ricordi sbiaditi, come sogni mai vissuti, mi riportano indietro con i loro inganni, lasciandomi rivivere momenti perduti.

Un tempo non davo peso alle cose, ma le sfioravo, ignaro ed incurante delle conseguenze... beh, se la vita fosse così seria sai che noia. Non ero una persona tutta pallottole e distintivo. Ok, forse era "chiacchiere e distintivo" e, forse, prima di fare una citazione di un film, avrei dovuto essere sicuro di aver almeno visto quel film, ma non era questo il punto.

Mi bastava guardare con occhi sereni ed io (credevo) avevo ancora voglia di dipingere il mondo con i colori migliori della mia tavolozza.

Poi arrivasti tu, come un fulmine o un uragano, nel momento in cui ne avevo più bisogno, in quello meno opportuno. E, dentro di me, sapevo che mi avresti fatto vivere, mi avresti distrutto completamente.

Allora cullai il vizio di deviare il volo, attraversando l'amore, solo per provare a conoscerlo. Ma perché in quella direzione piuttosto che nell'altra? Le regole degli uomini sembravano così stupide.

Ma tu, come un rimpianto e senza motivo, mi spingevi a sprecare il mio tempo... non il nostro. Verità che opprimeva, dolore che soffocava. Ha fatto tanto male scoprire la sofferenza, perché solo un idiota poteva pensare di "possedere" in quel modo gli altri.
E provai a volare su, dove non mi avrebbe raggiunto il dolore e la rabbia. Ma l'odio lascia a terra.

Il cielo si era spaccato, descrivendo perfettamente il mio umore. La pioggia levigava i problemi, rendendoli distanti... o almeno, ci provava. In ogni caso, la pioggia se ne fregava, e continuava il suo tetro scendere regolare, scandendo i tuoi respiri, e anche i miei. Eppure... eppure.
Eppure rimanevo ancora spaesato e sconsolato. Anche se quelli spaesati e sconsolati sarebbero stati altri, alla fine.

Un angelo non poteva amare una mortale, e lo sapevo. Non mi importava allora, ed entrambi ne pagammo le conseguenze... soprattutto tu.

Mi si bloccò il respiro in gola e mi si accapponò la pelle, quando notai una palla che non schiacciava l'erba su cui rotolava.
Spalancai gli occhi e lei si avvicinava a te, mentre io la osservavo dall'alto, fino a scontrarsi contro qualcosa: la tua caviglia.

Fu un attimo. Tu non c'eri più.

"Era fuoco magico, destinato ad uccidere. Ma era per te, non per lei. Sarai contento della tua condotta" mi disse l'angelo guardiano, prima di scomparire.

Scintillarono le lacrime del mare, argentati riflessi solari. Madreperle adagiate su un telo di lino azzurro, che si stagliava dall'orizzonte al mio cuore.
Occhi di ghiaccio consumati dal sole, calore che nutriva la carne ma non raggiungeva lo scheletro. Non c'era luce nelle mie ossa, screpolate proprio come la luna che avevo di fronte quel giorno.

"Sei tu, luna, questo respiro? O sei solo l'affanno di un giorno che, a fatica, mi sto lasciando dietro? E adesso? Dove germinerà il rosmarino del mio amore? Sotto quale bosco, quali lacrime?"

Ora mi beo dell'illusione che questo posto odori di te, e non lascio alla notte i miei rimpianti. Li tengo con me, sotto un buio vermiglio. E ti cerco, tra muscoli e vene, senza mai trovarti.
Ora voglio solo sentirmi lontano.
Molto lontano.
Lontano da questa luna morente, per strappare i sospiri del vento, prima che diventino burrasca e bruciare le radici dei ricordi, perché desidero la vita.

Dopo questi pensieri, mi allontano dalla tomba che contiene il tuo corpo senza vita, e ti dico per sempre addio, Fuffy.

FINE

Che posso farci? I finali assurdi e partoriti totalmente dalla mia mente sono e saranno fino alla fine una costante. Ma non è un caso.
Spero che questa OS sia stata di vostro gradimento.
Baci. R.

Shaked OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora