Innamorata del mio inferno

XII. Perché io ho bisogno solo di te

«mi fai male coglione... lasciami» mi lamento ormai con alcune lacrime che scendono involontarie e solitarie sul mio viso.

Senza che me ne accorga mi ritrovo tra le sue braccia che mi stringono forte. I nostri cuori battono all'unisono, il mio viso è inondato dalle lacrime e mi ritrovo, pochi minuti dopo, cullata dalla sua voce che sussurra nel mio orecchio parole dolci.

Poi dice che sono io la bipolare!
Mi sto sfogando con lui ed è liberatorio, forse anche più del bere fino ad ubriacarsi.

«piccola lo sai: la vita a volte intralcia le persone che sa che sono capaci di superare gli ostacoli» mi dice accarezzandomi i capelli.

«io non sono capace di farlo ma soprattutto non da sola» dico ancora scossa dai singhiozzi.

«hai comunque quella Charlie e quel coglione» dice.

«prima cosa è Charlotte e non Charlie e seconda, quel coglione ha un nome» gli dico.

«e poi io non ho bisogno di nessuno di loro due...»
-...perché io ho bisogno solo di te- avrei volto aggiungere.

«io adesso devo andare, grazie per avermi aiutata» dico frettolosa non riuscendo a mantenere il contatto tra i nostri occhi.

Apro la porta quando lui mi chiama appoggiato alla testiera del letto.

«si lo so già, da domani tutto ritornerà come prima, tu mi odi e mi prendi in giro, è tutto da dimenticare» dico con una leggera punta di amarezza nel tono di voce.

«si ma oltre quello vorrei dirti che stai uscendo in mutande e camicetta» dice e io, guardando in basso, posso accurare del fatto che ha ragione.

«oh ehm io si, cazzo non ho il reggiseno» dico allarmata. Lui ridacchia, poi si alza dal letto e si avvicina alla sua giacca cacciando dalla tasca il mio reggiseno e la magliettina.

Arriva di fronte a me porgendomeli.

«dov'è il bagno?» chiedo afferrando i vestiti.

«lì» mi indica una porta stesso in camera sua e io annuisco.

«tu inizia a metterti questi io ti vado a prendere la gonna, l'hai lasciata di sotto» dice e io annuisco di nuovo.

Entro nel bagno e levo la camicetta prendendo il reggiseno. Cazzo, ho le mani che tremano e di conseguenza non riesco ad agganciarlo.

La porta del bagno si apre rivelando James con la gonna nella mano destra.
Io cerco di coprirmi il più possibile il seno.

Lui si avvicina da dietro fino a far combaciare il suo petto con la mia schiena.

«hai bisogno di aiuto piccola?» chiede appoggiando le mani sui miei fianchi.

«ehm forse...t-tu mi potresti ag-ganciare il gancetto?» chiedo con le guance arrossate e il cuore in fiamme.

«subito principessa» sussurra, le sue mani salgono sul mio corpo accarezzandomi la schiena e provocandomi brividi.

Prende tra le sue dita il gancetto e con facilità lo sistema. Mi lascia poi un piccolo bacio sulla spalla destra e serro le mie labbra tra loro per non far uscire quel dannato e stupido sorriso.

Lui sale poi sul bancone di marmo guardandomi e leccandosi le labbra.
Giuro che sto per svenire, io me ne devo andare il più presto possibile.

«puoi uscire così mi vesto?» chiedo ma lui scuote la testa.

«ti ho visto senza reggiseno ieri perché ora dovresti vergognarti di vestirti davanti a me» dice e io mi copro il viso per non far vedere l'eccessivo rossore sulle mie guance.

«sei bellissima, non hai niente di cui vergognarti» dice e il mio respiro sembra accelerare notevolmente.

Senza rivolgergli nessuno sguardo mi vesto con la mia gonna, la maglietta e la camicetta militare sopra poi metto le scarpe che mi ha precedentemente posato a terra.

«io ho finito quindi credo sia l'ora di andare» dico.

«oh ehm okay» dice sospirando.

Mi faccio accompagnare vicino ad un parco così da poter passare un po' di tempo da sola con i miei pensieri.

Allora è lui il ragazzo del bigliettino. Non me lo aspettavo. Metto le cuffie nelle orecchie.

Heilà fanciulli e donzelle!
Eccomi con il 12esimo capitolo🌟

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