Capitolo 4

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"TU LO SAPEVI!! E non mi hai detto nulla!" non ero arrabbiata, ero proprio incazzata nera. 

"Mi è arrivata la partecipazione tre giorni fa. Scusami. Non volevo dirtelo per non farti star male e poi non pensavo ti avrebbe invitato." Si passò una mano nei lunghi capelli castani. Mi mostrò gli occhi da cucciolo che faceva ogni volta che doveva farsi perdonare.

"Ma cazzo pensa a mandarmi l'invito??!! Non ci parliamo da 13 anni e si fa sentire solo adesso?!" non ce l'avevo tanto con Joss perché me l'aveva tenuto nascosto per il mio bene, ma solamente con lui. Feci un profondo respiro per tentare di calmarmi "Pensavi di andarci?"

"No nemmeno per sogno. Non ho proprio voglia di vederli, visto come si sono comportati. Se tu, però vuoi andarci non ti lascio da sola non preoccuparti." 

"Non lo so... sicuramente non ci andrei per fare un piacere a lui, ma per salutare Mike, Luke e Cal... Dai ci pensiamo e poi decidiamo, tanto abbiamo due mesi di tempo." mi misi le mani sulle tempie e me le massaggiai... questo evento mi aveva fatto venire un un mal di testa atroce.

"Stai bene Aly?" nel frattempo Grant era tornato a casa e mi salutò con un sorriso dopo aver schioccato un bacio sulla fronte di sua moglie. 

"Non molto, ma non preoccuparti, adesso prendo un Oki e mi passa tutto. Non ti trattengo oltre. Ci aggiorniamo tra qualche giorno dai. Ti voglio bene. Ciao!"

"Se hai bisogno chiamami a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ti voglio bene anche io, dai un bacio a Rachel."

Chiusi la videochiamata, mi guardai attorno e la mia attenzione tornò al poster di quei quattro cretini. Mi venne l'istinto di staccarlo e distruggerlo in mille pezzettini, ma mi trattenni perché non era mio. Non ce la facevo ad averlo sott'occhio ulteriormente così abbandonai la stanza di mia figlia. 

Mi lanciai sul mio letto e rimasi a fissare il soffitto per almeno un'ora. Continuavo a ripensare a quel cartoncino che avevo stracciato e buttato nell'immondizia. La mia mente riprese a vagare come non faceva da tantissimo tempo ormai. Cosa sarebbe successo se li avessi seguiti? Se avessi fatto delle scelte diverse? Se avessi pensato alla mia felicità per una volta? 

Ero ancora arrabbiata, ma con me stessa, perché dopotutto era stata solo colpa mia se mi trovavo in questa posizione, ero io che l'avevo lasciato e che li avevo fatti partire senza di me. Affondai la faccia nel cuscino e gridai con tutto il fiato che avevo in corpo finché non mi fece male la gola. Con quell'urlo liberai tutte le tensioni che avevo accumulato nella giornata e rimasi inerte distesa sul copriletto finché non sentii la porta aprirsi. 

"Mamma sono a casa, mi accompagni a prendere i biglietti per il concerto? Mi è arrivata una mail che dice che sono arrivati!" sentivo l'eccitazione nella sua voce. Mi asciugai quelle poche lacrime che non ero riuscita a trattenere e mi alzai. Insomma mi ero laureata in medicina a pieni voti, ero una psichiatra del miglior ospedale della nazione, avevo una figlia fantastica e non avevo problemi finanziari, perché diavolo stavo piangendo per dei fatti accaduti più di 10 anni fa?! 

Mi ricomposi e andai in sala "Si adesso andiamo, mi metto le scarpe e arrivo" le sorrisi mentre lei si toglieva lo zaino e si cambiava la divisa con qualcosa di più comodo. 

Arrivammo all'Allphones Arena in poco meno di 20 minuti e nonostante non fossero nemmeno le quattro e non tutte le scuole avessero finito le lezioni c'era già una coda immensa. E il bello era che dovevamo solo ritirare i biglietti, non volevo immaginare il giorno dello spettacolo. 

Ci mettemmo in fila dietro a quella che imparai essere una compagna di classe di Rachel, Mandy.

"Anche tu hai dovuto accompagnare tua sorella eh?" mi chiese la ragazza sui 25 anni che era con lei.

Succedeva tutte le volte e imbarazzata davo sempre la stessa risposta "Veramente sarebbe mia figlia." notai lo sguardo sconvolto della mia interlocutrice "Tranquilla non sei la prima che ci scambia per sorelle; l'ho avuta molto presto." 

"Comunque mi sembra un sogno che siano tornati in attività, da piccola ero una loro grande fan, quindi dopotutto non mi dispiace venire al concerto!" cambiò velocemente discorso Mary "Spero ancora di ricordarmi tutte le canzoni a memoria!"

"Ma si dai, figurati che io so ancora quelle dei Blue e dei Backstreet Boys dei primi anni 2000! Sono cose che non si dimenticano!" le strizzai l'occhio. 

Si portò il telefono alla bocca e iniziò a cantare "You are my fire, the one desire..." e poi lo allungò a me perché continuassi.

"Believe when I say, I want it that way!!!" ci mettemmo a ridere e tutti gli altri genitori intorno ci guardarono malissimo. "Chissà dove sono finiti tutti i loro cd!!" 

"Meglio non saperlo sennò i 5SOS verrebbero continuamente messi a tacere per dare spazio a loro e mia sorella non sarebbe molto contenta mi sa. Tra l'altro ieri ha scoperto che Ashton frequentava la stessa scuola in cui andavo io e mi ha fatto l'interrogatorio per due ore perché secondo lei io DOVEVO averlo visto sicuramente."

"A me è successa la stessa cosa con gli altri tre, ma giuro che non me li ricordo." mentii alla giovane che annuì comprendendo la mia situazione. Rachel e Mandy intanto stavano discutendo su quale dei quattro fosse più figo, quale più simpatico e così via. Mi sembrava così strano sentir parlare di loro in quei termini, ma feci finta di niente e continuai a chiacchierare con Mary.

"Ma tu, i 5SOS, li seguivi da adolescente?" 

Fui costretta a mentire nuovamente, non volevo che Rach scoprisse qualcosa "Guarda ogni tanto ascoltavo le loro canzoni più famose, ma niente di che." La verità era che sapevo ogni parola, ogni accordo, ogni coro del loro primo album. Ero lì quando Cal e Luke scrivevano Beside You. Sospirai (in quei giorni lo facevo davvero spesso) ricordando quel giorno. Il giorno in cui, per puro caso, ci eravamo imbattuti in Ashton Fletcher Irwin. 

Everything I Didn't Say. || A.I.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora