Capitolo 3

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Ryan's Pov

Quando raggiunsi la mia classe, dopo essermi intrattenuto con Jessica, trovai Tyler immobile nel corridoio.
Lo risvegliai dalla sua piccola trance ed entrò con me.

In prima ora del primo giorno non si poteva avere matematica, dannazione!
Doveva essere, come minimo, vietato.

Invece di iniziare subito con le sue solite spiegazioni, la professoressa presentò una ragazza.
Era bionda, con un fisico da paura.
Sarebbe stata una passeggiata portarsela a letto, poco ma sicuro.

Notai che Tyler non le aveva staccato gli occhi di dosso neanche per un secondo.
Non gli diedi però molta importanza: sicuramente o se la stava immaginando gemere sotto di lui o stava pensando ai mille modi in cui avrebbe potuto farla venire.

Non mi stupii più di tanto neanche quando la professoressa lo richiamò, notandolo distratto.
Non ascoltai cosa le rispose, preso com'ero a capire con cosa la professoressa avesse abbinato il reggiseno nero in pizzo che le si intravedeva dalla stretta camicetta grigia.
Era una bella donna, peccato che riuscisse a mettere le sue curve in risalto senza sembrare volgare.
La camicetta era abbinata ad una lunga gonna grigia anch'essa, che le risaltava perfettamente il culo sodo.
Trascorsi il resto dell'ora a immaginarmi che tipa potesse essere a letto.

La campanella della prima ora suonò e Jason, un ragazzo con la reputazione simile alla nostra, si avvicinò alla ragazza nuova, catturando l'attenzione di Tyler.
«Che ci fa un pezzo di figa del genere in questa scuola?»
Sentii che le disse, posizionandosi davanti al suo banco.
«Spero non quello che faccia tu.»
Sentii che le rispose, sistemando le cose sul suo banco.
«Spento.» commentò un suo compagno, posandogli una mano sulla spalla.
Jason non le rispose, preso com'era a squadrarla.
«Vuoi un autografo per caso?» gli domandò la bionda,
sorprendendolo a fissarla.
«Potremmo iniziare con quello, baby.» alluse Jason facendo ridacchiare qualche suo compagno.

Non consideravo per certo Jason un mio amico, a malapena lo conoscevo, ma quel poco che sapevo sul suo conto era che nessuna ragazza l'aveva mai rifiutato.
Le ragazze avrebbero pagato oro per passare anche solo qualche ora con lui, Tyler od il sottoscritto.

«Amico, spero per te che le tue armi di seduzione non consistano nel dare nomignoli perché sennò sei spacciato.
Seconda cosa, sarebbe più interessante uscire con una ragazza che con te.»
Detto questo, la ragazza bionda si alzò e cambiò aula, lasciando Jason a bocca aperta.

«Quelle che fanno le difficili sono le migliori a letto.» disse con tono convinto quest'ultimo, guardandola andare via.
Non serviva un genio per capire dove volesse andare a parare con quella frase.
«Toccala e ti spacco la faccia.»
Rimasi sorpreso quando scoprii che la voce che aveva appena pronunciato quelle parole apparteneva al mio migliore amico.
«Perché? Ci avevi già messo gli occhi sopra tu?» lo sfidò Jason, guardandolo.
«Perché, anche se fosse, ti avrebbe impedito di provarci?» replicò il mio amico con un tono di voce acido.
Teneva gli occhi fissi su Jason, una mano aperta sul banco e l'altra stretta lungo il suo fianco.

Non avevo mai visto Tyler in questo stato per una ragazza.
Che neanche conosceva poi.

«E se facessimo una scommessa?» propose Jason, sorridendo.
«Cento dollari a chi riesce a portarsela per primo a letto.
Che ne dici Williams? E tu Smith?» continuò lui, spostando la sua visuale su di me.
«Ficcatele su per il culo le tue scommesse del cazzo.» sbottò Tyler uscendo dall'aula.
Lo seguii, doveva spiegarmi alcune cose.

Neanche venti minuti che mancavo e Tyler mi usciva completamente fuori di testa?

Avevamo gli stessi corsi in comune perciò lo trovai nell'aula di Arte.
Era ancora incazzato: lo notai da come sbuffava e continuava a stringere i pugni.
«Ehi amico, che ti è preso?» chiesi curioso, spostando una sedia dal banco avanti per posizionarla accanto al suo.
«Non lo so neanche io precisamente.
Quel che so però è che mi ha dato abbastanza fastidio vedere lui che ci provava così spudoratamente con lei.
La guardava come se fosse solo un altro buco in cui infilare il proprio arnese e questo mi ha fatto infuriare.
Non nego che anche io ho pensato lo stesso appena l'ho vista, ma vedendo che anche Jason ha avuto i miei stessi pensieri, qualcosa mi ha infastidito.
Non merita di essere trattata od usata così.» disse lui, serrando la mascella e guardando un punto fisso.
«Come mai te ne importa tanto se non la conosci neanche?» domandai confuso.
«Ci ho parlato oggi e non è come credevo che fosse.
Le ho preposto implicitamente una scopata, ma piuttosto che spingermi in un'aula al secondo piano, mi ha risposto a tono, rifiutando le mie avances.
Mi ha tenuto testa e questo mi ha fatto impazzire.
Non è la solita puttanella di turno perciò non merita di essere trattata e definita come tale.» continuò lui.
Annuii, nonostante mi sembrasse strano questo suo nuovo modo di considerare le ragazze.

Secondo il mio modesto parere, le donne erano solo una distrazione.
Averci una relazione non avrebbe mai portato a niente di buono anzi, avrebbe creato solo gran casini.

Qualche minuto dopo entrò il professore di Arte che iniziò a domandarci dell'estate appena passata.
Mi era sempre piaciuto questo professore: ti lasciava fare quello che volevi senza poi dirti niente.

«Usciamo oggi?» chiesi a mio fratello, oramai calmo.
«Ho gli allenamenti di calcio oggi pomeriggio. Tu non li hai di basket?» mi chiese, scarabocchiando il quaderno.
«Iniziano tra una settimana.» gli risposi, rigirando la matita tra le dita.

Lui era capitano della squadra di calcio, io di basket.
Eravamo i migliori, ovviamente.
Non c'era partita che non vincessimo.
Ancora dovevano nascere i componenti della squadra che ci avrebbero battuti.
I componenti della squadra della scuola avversaria si consideravano migliori di noi, nonostante avessero perso ogni partita con una notevole differenza di punti.
L'importante era che loro continuassero a crederlo, così noi potevamo ribadirgli il concetto ogni singola volta, in ogni singola partita.

L'ora di Diritto, subito dopo quella di Arte, passò in fretta e aspettai Tyler per andare a fare danni in giro, come nostro solito.
Le macchinette infondo al corridoio avevano una fila lunghissima e dato che l'esser paziente non rientrava tra le mie qualità, ammaliai una ragazza del secondo anno abbastanza carina per farmi portare la merenda.
«Ti aspetto fuori.» le sussurrai, sfiorandole il fianco lasciato scoperto dal top argentato.

Uscii con Tyler che intanto era stato affiancato da Lexie, una delle tante troiette della scuola.
Era più svestita che vestita e il rossetto rosso metteva in risalto la sua carnagione leggermente scura.

Tyler, con l'aspetto da bravo ragazzo ma con l'atteggiamento da bad boy, riusciva a conquistare qualsiasi ragazza.
Le sopracciglia folte nere, gli occhi scuri ed un sorriso in grado di far bagnare le mutandine ad ogni ragazza nel raggio di qualche metro erano per lui un'accoppiata vincente.

Raggiungemmo il nostro solito posto, il muretto davanti l'entrata, che però era già stato occupato.
Da Brooke, Hope e la ragazza nuova, quella che aveva mandato fuori di testa Tyler.

Stavano ridendo per qualcosa che aveva detto la bionda e sembrava anche qualcosa di divertente.
«Ehy bionda.» la salutò Tyler sedendole vicino.
Lexie, notando di non essere più l'oggetto dell'attenzione di Tyler, si era allontanata.
«Ancora tu?» replicò lei.
Notai l'enorme sorriso che si fece spazio sul viso di Tyler.
«Il mondo è piccolo.»
«O sei tu che sei uno stalker.» gli rispose lei con un piccolo sorriso.
«Non hai ribattuto perciò devo dedurre che sia vero! O mio Dio!»
Il mio migliore amico scoppiò a ridere.

Preso com'ero a capire cosa avesse di tanto speciale quella nuova, non mi accorsi della ragazza a cui avevo chiesto di prendere da mangiare poco prima.
«Ecco la tua merenda.» disse timida lei, porgendomi il sacchetto.
Stavo per prenderle dalle mani la merenda quando una voce mi interruppe.

«Quindi funziona così in questa scuola? Lei si fa tre ore di fila e tu neanche la ringrazi?»
Quella voce. Se non era nè di Brooke o di Hope, mie care amiche, poteva essere solo della bionda in loro compagnia.

•Perché proprio lei?• 💍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora