Capitolo 50

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"Giada stai bene? Sei pallidissima..."
Lei non rispose.
Erano seduti suo treno di ritorno a casa.
E le parole di Fede non facevano che rimbobarle nella testa.

Non ho mai provato nulla per te, sei un gioco di cui mi sono stancato contenta?

Luca la scosse lievemente.
"Giada mi fai paura...ehi, dì qualcosa"
Era come se Giada avesse cessato di esistere.

Arrivati a casa, la mamma gli corse incontro.
"Allora?"
Giada la ignorò e salì direttamente in camera sua.
Fu Luca a raccontarle tutto l'accaduto.
"Povera Giada...sono preoccupato. Non l'ho mai vista così. Sembra un fantasma."
"Le passera Luca stai tranquillo"
"Mi dispiace contraddirti, ma non credo. Lo ama troppo. Non so se riuscirà a riprendersi"
"Esageri non ti pare?"
"No invece...non so come reagirà a questa cosa"
"Guarirà vedrai"
"Lo spero..."

*due settimane dopo*
"Giada? Sei sveglia tesoro?"chiese Catia aprendo la porta.
La trovò nella solita posizione: sdraiata a pancia in su, con lo sguardo fisso sul soffitto.
Andava avanti così da giorni:non mangiava, non parlava, non reagiva; era diventata un fantasma.
"Ti devo parlare..."le disse sedendosi sul letto.
Prese un grosso respiro.
"A volte vuoi proteggere una persona. Fai qualcosa affinché le cose vadano meglio e invece peggiorano...ho fatto un errore madornale. Federico non ti ha scritto nessuna lettera, l'ho scritta io"
Giada scattò seduta a quelle parole.
"Cosa hai detto?"
"Hai capito bene...sono io d aver scritto quelle cose...volevo allontarti da lui"
"Mamma...perchè?"
"Perché credevo che sarebbe stato meglio così..."
"Ma questo non ha senso...perché quando sono andata da lui allora ha ammesso di averla scritta? Perché ha detto quelle cose?"
"Perché quel giorno in cui era venuto a cercarti...abbiamo parlato e gli ho detto che saresti stata più felice senza di lui.."
Giada scattò in piedi, in preda alla rabbia.
"Ti rendi conto di cosa hai fatto?? Credi di saperlo tu cosa è meglio per me?? Chi ti credi di essere??"
Ebbe subito un flash.
Aprì l'armadio e prese dei vestiti puliti.
"Che fai?"
"Vado da lui"
"Ma..."
"Niente ma! Hai già fatto abbastanza disatri, non permetterò nè a te, nè a nessun'altra di allontanarmi dal mio Federico!"
"Che intenzioni hai?"
"Devo parlargli, devo spiegargli che... Non importa"
Si vestì in fretta e furia e chiamó Ben.
"Benji?"
"Giada...ciao"
"So tutto"
"Tutto di cosa?"
"Di mia madre, di Fede...dov'è adesso?"
Disse mentre si dirigeva a grandi passi verso la stazione.
"Oggi dobbiamo partire"
"Come? Per dove?"
"Andiamo a Miami per i Billboard Latin Music Awards, perchè?"
"Perché devo assolutamente parlare con Federico...fra quanto avete il volo?"
"Beh, tra circa tre ore e mezzo, che vuoi fare?"
"Se vengo all'aeroporto vi trovo lì?"
"Ma Giada sei matta? Come farai ad arrivare in tempo?"
"Tu pensa a prendere tempo.."
"Si ma mica possiamo perdere il volo"
"Ma non dico quello! Tu prendi tempo"
"Come?"
"Non lo so! Inventati qualcosa! Ora devo andare ciao!"

Cominciò a correre come mai nella sua vita, fino alla stazione;riuscì a salire sul treno appena in tempo.
Ce l'ho fatta.... Pensò.
Peccato che intravide da lontano il controllore e cavoli, lei era senza biglietto!
Presa dal panico, fece l'unica cosa che le venne in mente.
Si chiuse in bagno.

Quando il treno si fermò, dopo quasi due ore (che lei aveva passato chiusa in bagno), scese di corsa dal treno e cercò di farsi dare un passaggio da qualcuno verso l'aereoporto.
Maledizione e ora che faccio? Ma quello è...un taxi! Si è un taxi!
Riuscì a fermarlo e salire.
"Dove la porto?"
"Mi porti all'aereoporto, più in fretta che può"
Mentre il tassista cercava di fare in fretta nel portarla a destinazione, lei chiamo Ben.
"Pronto? Siete ancora all'aereoporto?" chiese trafelata.
"Si...l'aereo ha quarantacinque minuti di ritardo"
"Oddio grazie...e quanto tempo mi rimane??"
"Io non vorrei metterti panico... Ma nonostante l'aereo sia in ritardo, noi dobbiamo comunque fare il check-in e il resto..."
"Oh mamma....ce la faccio, ce la posso fare, tu inventati qualsiasi cosa pur di imbarcarvi all'ultimo!"
"Si ma cosa vuoi che faccia?! Ormai mi sono inventato di tutto! Figurati che per parlare con te mi sono dovuto chiudere in bagno per non fargli sentire la conversazione! Cosa mi fai fare..."
"Zitto e pensa che lo fai perché mi vuoi bene"
"Si e a te chi ha detto che ti voglio bene?"
"Oh sei il solito stupido! Quando riuscirai ad essere serio una buona volta?!" chiese irritata.
"Quando i mucchini voleranno"rispose lui ridendo di gusto.
"Si si come no...ciao Ben"
E riattaccò.
Si passò una mano tra i capelli, estremamente in ansia.

Sarebbe riuscita ad arrivare in tempo all'aeroporto?

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