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Apro lentamente gli occhi stanca e desiderosa di tante altre ore di sonno, ma la luce proveniente dalla finestra stranamente aperta mi acceca costringendomi, con uno sbuffo, ad alzarmi per poter chiudere le tapparelle e potermi rimettere a letto. "Signorina sono le dieci e suo padre la sta aspettando di sotto" afferma Alfonso sull'uscio della porta

Ho un mal di testa lancinante e il mio alito puzza di alcool, in più ieri sono tornata tardi e avrò dormito si e no tre ore.

"E scommetto che mio padre ha mandato te perché sa che non posso semplicemente chiuderti la porta in faccia" ormai sconsolata mi passo una mano sulla faccia per cancella re gli ultimi residui di sonno "Suppongo proprio di si Signorina."

aahhh che rabbia che mi provoca mio padre con questi comportamenti

"Beh Alfonso puoi dire a mio padre che non scenderò prima di pranzo" ormai parlo solo per fare irritare mio padre. "Signorina se non scende di sua volontà allora ho il permesso di farla scendere con la forza" ma io ormai sto già dormendo e non ascolto nemmeno una parola di quello che ha detto.

Così in meno di un secondo il caldo torpore delle mie coperte abbandona il io corpo al gelo e al freddo e mi ritrovo a testa in giù

ma che cazzo

"Alfonso molami subito, immediatamente!" urlo e mi dimeno, ma so che è inutile dato che la guardia di mio padre è alta e grossa cinque volte me, così senza speranze mi lascio trasportare come un salame giù per le scale fino in cucina.

"Tesoro buongiorno, fai colazione e preparati perché tra meno di un'ora dobbiamo uscire" trovo io padre seduto con il caffè in una mano e il giornale nell'altra. Senza rivolgergli una parola prendo anch'io il caffe e lo sorseggio accompagnato ad un croissant.

Ed eccomi qua, seduta nella macchina con mio padre in assoluto silenzio. Ovviamente dopo aver fatto colazione mi sono fatta una doccia che si può definire un trattamento completo alle terme giusto per perdere un po' di tempo, e infatti ora ci troviamo con cinquanta minuti di ritardo e mio padre che continua a sbuffare ad ogni semaforo rosso che incontriamo. Lui odia il ritardo.

"Tanto per sapere, ma dove stiamo andando?" chiedo ormai stufa di quel silenzio "Lo vedrai quando arriveremo Jen" roteo gli occhi al cielo e mi concentro sul mio telefono. Quando la macchina si ferma alzo lo sguardo e noto che siamo arrivati a destinazione, una destinazione che non mi piace per niente , siamo all'agenzia per guardie del corpo. "Io non scendo dalla macchina sappilo papà" e detto questo incrocio le braccia al petto, tanto per accentuare la mia affermazione. Però a quel punto mio padre mi guarda con quegli occhioni azzurri così uguali ai miei che immediatamente mi sciolgo, non ci posso fare niente ma non riesco mai a rimanere arrabbiata con mio padre per troppo tempo "Jen ti prego fallo per me e scendi da questa macchina" sbuffo ormai già con un piede sull'asfalto e faccio finta di non notare il sorriso sornione di mio padre. "Ma sappi che anche se sto venendo con te questo non implica che io sia d'accordo con tutta questa pagliacciata" e detto questo lo supero e con lui alle mie spalle entriamo nell'edificio.

Siamo qua da due ore e mio padre sta ancora leggendo dei fascicoli con tutte le esperienze e cazzate varie di ogni possibile mia guardia, io sono stanca e annoiata e l'unica cosa che desidero fare in questo momento è galleggiare nell'acqua fredda del mare.

"Va bene tesoro ho deciso, sicura di non voler manco vedere prima chi sia?" felice di andarmene mi alzo e prendo il fascicolo dalle mani di mio padre per afferrarlo e tirarlo fuori da quel posto maledetto "Si papà sono sicura, non mi interessa sapere chi è voglio solo andarmene, tanto decidi lo stesso tu!" .

***

Finalmente sono sotto il sole a godermi l'estate con Ally, che continua a messaggiare con quel ragazzo che ha conosciuto ieri "Ally sempre che parli con quello, non lo assillare troppo" la mia amica mi guarda sconvolta "Io lo assillo? si da il caso che è lui che mi scrive e allora io rispondo ma cosi per gentilezza" e ritorna con gli occhi sul telefono. "Ah certo, comunque sto andando al bar vuoi qualcosa?" chiedo solo per gentilezza perché tanto lo so che non mi sta minimamente ascoltando, infatti non ricevo risposta.

Accaldata mi alzo e mi incammino verso il bar con la necessita di rinfrescarmi. Ally è sempre la stessa e penso che non cambierà mai, ma a me piace così e mi va bene, certo alcune volte si lascia prendere troppo dal momento e ne rimane spesso scottata, ma a questo servono le amiche e quando ha bisogno io sono la spalla su cui piangere.

"Ehilà bellissima, come va?" afferro la mia bibita all'ananas e il ghiacciolo "Andava benissimo prima che arrivassi tu quindi addio"

Ritorno dalla mia amica e così passiamo il pomeriggio, tra una chiacchiera e l'altra, spensierate e felici di poterci godere la libertà dell'estate.

Ovviamente questo bel momento lo deve rovinare la suoneria del mio telefono, leggo che è mio padre a cercarmi, così rispondo sbuffando. "Dimmi papà" "Tesoro torna a casa".

My BodyguardWo Geschichten leben. Entdecke jetzt