cinco

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-Non capisco di cosa tu stia parlando- dissi a mia difesa.

-Ne sei proprio sicura? Dove sei stata stamattina?- chiese sapendo già la risposta.

-Ero al lavoro...- risposi.

-E poi?- domandó per farmi continuare.

-Ho fatto un giro...- continuai abbassando lo sguardo.

-Chi era quel ragazzo con cui stavi?- domandó picchiettando le dita sul tavolo in segno di attesa della mia risposta.

-Era solo un cliente che viene al bar, tutto qui- risposi alzando lo sguardo.

-Adam, il mio collega, ti ha visto uscire con lui!- urló arrabbiato.

-Non sono uscita con lui! L'ho solo incontrato per strada!- ribattei mentre gli occhi mi diventavano lucidi per l'incazzatura.

-Sei uscita senza chiedermi il permesso e in più sei stata con un ragazzo sconosciuto- disse guardandomi malissimo.

-Papà! Ho 20 anni, sono maggiorenne! Posso fare quel cazzo che mi pare! Se sapessi cosa fanno delle mie coetanee adesso, sarei un angelo io.- gli ricordai alzandomi da quella sedia su cui stavo seduta.
Mi girai ed andai in camera mia sbattendo la porta.

Mi buttai sul letto.
Ero arrabbiata, triste e spaventata.
Ormai non sono più una bambina.

Guardai il soffitto giallo per tutto il tempo. Non avevo voglia di fare nulla di che.

Ad un tratto mi ricordai le parole di Neymar.
Lui conosceva la persona che mia madre tanto ammirava.
Non è riuscito a dirmi chi era.
Devo saperlo assolutamente.

Dopo un po' qualcuno bussó alla porta della stanza e sbirció nella mia direzione.

-Posso?- chiese mio padre.
Non risposi.

Entró chiudendo la porta alle sue spalle e in automatico mi sedetti a gambe incrociate sul letto mentre lui si limitó a sedersi accanto a me.

-Mi spiace per prima.- inizió la conversazione.

-Lascia stare. È colpa mia, non dovevo uscire.- risposi.

-No, potrai uscire d'ora in poi. Sei maggiorenne e puoi fare quello che vuoi. Basta che ti comporti da ragazza matura ed autonoma.- disse mio papà guardandomi.

-L'ho fatto perché non vorrei perderti. Dopo la morte di tua madre, sono stato malissimo. Sei l'unica persona importante rimasta. Per favore, non far cazzate.- continuó abbassando lo sguardo.

-L'avevo capito.- dissi semplicemente.

-Quel ragazzo, l'hai conosciuto da poco presumo. È ancora uno sconosciuto ai tuoi occhi. Preferirei che non ci uscissi ancora insieme.- disse.

-Papà, come faccio a conoscere nuova gente così?- chiesi mantenendo la calma.

Rimase in silenzio non sapendo che dire.
Avevo ragione stavolta.

-Andiamo a cenare, dai- propose alzandosi.

Annuii e lo seguii. Cenammo in silenzio per evitare altre liti.

Finito di sparecchiare e di lavare i piatti andai a dormire esausta da quella giornata.

SPAZIO AUTRICE
I padri protettivi...
Voi avete un genitore così?

Nightmare» Neymar Jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora