Pensavo fossi importante

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Continuiamo a baciarci per un po', fin quando sentiamo qualcuno chiamarci.
Max: "Mika! Andy! Dove siete finiti?"
M: "È Max! Cosa facciamo?"
A: "Non alziamoci. Stiamo fermi qui. Poi, quando se ne sarà andato, andiamo ai dormitori".
Annuisco, e cerco di fare meno rumore possibile, respirando appena, non voglio che Max ci trovi.
Poco dopo, non sentiamo più la sua voce, e Andy alza leggermente la testa oltre il cespuglio, per vedere se c'era qualcuno.
A: "Via libera", sussurra.
Ci alziamo velocemente, e corriamo verso i dormitori.
A: "Mika, ti va di dormire in stanza con me?"
Sgrano gli occhi. Me l'ha davvero chiesto?
M: "E il tuo compagno di stanza?"
A: "Non preoccuparti, ultimamente sta andando sempre a dormire segretamente nella stanza della sua ragazza, non dorme quasi mai qui".
Lo guardo per qualche secondo, poi annuisco, facendolo sorridere.
Entriamo in stanza, e, appena chiusa la porta, Andy mi sbatte contro il muro e comincia a baciarmi.
M: "Andy...che vuoi fare?"
A: "Ti amo...ti amo...ti amo" mi dice, tra un bacio e l'altro.
M: "Non sai come sono felice".
A: "Anche io lo sono, credimi".
M: "Posso chiederti una cosa?"
Smette di baciarmi, e mi guarda, tenendo il mio viso nelle sue mani.
A: "Dimmi tutto"
M: "Da quanto ti piaccio?"
Mi lascia un leggero bacio sul collo, poi mi guarda di nuovo.
A: "Da sempre".
M: "Ma, allora, perché mi hai sempre fatto credere di odiarmi?"
A: "Te l'ho detto, ero confuso e spaventato"
M: "Spaventato? Perché?"
A: "Perché non ho mai amato un ragazzo. E poi, io i tipi come te...come noi...li ho sempre presi in giro, li ho sempre picchiati, perciò ero così spaventato dall'idea di essere diventato gay".
M: "Ma se ti piacevo, perché mi hai continuato a picchiare e prendere in giro?"
A: "Perché io mi ero fatto una reputazione qui dentro. Ero temuto da tutti, ero considerato un VIP, se così si può dire. In più, tutte le ragazze mi seguivano ovunque andavo, i ragazzi cercavano tutti di essere miei amici, perché sono considerato popolare, e si sa, i popolari sono quelli più forti, più potenti. Da anni picchio la gente, perché mi piace che tutti pensino 'Andreas è così potente!' e ho sempre detestato i gay, non potevo smettere di fare ciò che ho sempre fatto, solo perché mi sono perdutamente innamorato di te".
M: "Posso chiederti una cosa? Perché picchi tutti?"
Sospira, abbassando lo sguardo. Si dirige verso il letto, sedendosi sul bordo. Lo seguo, e mi metto accanto a lui, aspettando una sua risposta.
A: "Perché, da piccolo, sono sempre stato una vittima di bullismo. Ero il secchione della classe, e non piacevo a nessuno. Ero così debole, così fragile, non riuscivo mai a non farmi mettere i piedi in testa dagli altri, non mi difendevo mai, li lasciavo fare. Così, una volta arrivato qui, mi sono detto 'adesso si cambia aria'. Avevo deciso di cambiare me stesso, di cambiare quello che ero, un ragazzo timido e impacciato. E così sono diventato un bullo. Esatto, sono diventato quello che ho sempre odiato, quello che mi ha perseguitato quando ero piccolo. Odio aver fatto questa scelta, me ne pento amaramente, ma è difficile uscire da questa bolla che mi sono formato attorno".
M: "Non avresti dovuto fare questa scelta, dovevi rimanere quello che eri. Sai, quando sono venuto in questa scuola, anche io ho cominciato a pensare di mostrarmi diverso da quello che sono, ma poi mi sono detto che mentire agli altri sarebbe stato ingiusto e sbagliato. Essere te stesso è la cosa migliore che tu avresti dovuto fare. Ma io ti aiuterò, Andreas. Ti aiuterò a far scoppiare questa bolla, e a far venir fuori l'Andreas che è in te".
Mi sorride, e mi abbraccia.
A: "Grazie". Mi sussurra. Lo stringo forte a me, chiudendo gli occhi.
A: "Io ho sonno. Che ne dici di andare a dormire?"
M: "Anche io ho sonno. Dai, dormiamo".
A: "Ma Max? Non si preoccuperà quando non ti troverà in stanza?"
M: "Domattina gli parlerò".
A: "Non dirgli che ci siamo fidanzati, ti prego".
M: "Perché no?"
A: "Te l'ho detto, io ho una reputazione da mantenere".
M: "Pensavo volessi distruggere questa reputazione e ritornare a quello che eri qualche anno fa".
A: "Non voglio distruggerla, non l'ho mai detto".
M: "Ma hai detto che odi aver fatto questa scelta".
A: "Sì, ma mi piace sentirmi amato, rispettato".
Lo guardo, scioccato, ferito.
M: "Mi stai dicendo che a te importa di più esserti fatto un nome, tra l'altro falso, che di me? Non sono importante?"
A: "Lo sei, ma io ho paura, Michael".
Chiudo gli occhi, sospirando. Mi alzo, raggiungendo la porta.
A: "Dove vai?"
M: "In camera mia a dormire. Tu stai qui, da solo, con la tua stupida reputazione falsa".
Apro la porta, ed esco dalla stanza di Andreas.
Come può dire una cosa del genere? Ci siamo appena fidanzati, e ora mi sta dicendo che la sua reputazione è più importante della nostra relazione?
Sono ferito, fa davvero male, e io che pensavo che Andreas fosse diverso, fosse cambiato, e che avesse intenzione di smettere di fare il falso, e mostrare chi è veramente. Ma, come sempre, mi sono illuso. Ho bisogno di riposo, di dormirci sopra.




Ciao! Vi piace questo capitolo? È un po' noioso, lo so, ma ho la wifi per poco tempo, e ho deciso di aggiornare. Non so quando avrò di nuovo la wifi, perché sono in vacanza, e non ho molto internet, quindi bo. Però, vi prometto che appena trovo il momento giusto, e una buona wifi, aggiorno.❤️

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