Dopo essersi accertata che tutto fosse pronto per l'inizio della conferenza, in attesa che i primi partecipanti arrivassero, Lara si avvicinò alla finestra, contemplando con un velo di ironia negli occhi la città e il suo ordinato tran-tran. Da quel 4° piano ogni cosa appariva minuscola, innocua, e a Lara sembrava di poter tenere il mondo intero nel palmo della sua mano. Godendo della sensazione di frescura che le dava sfiorare il vetro liscio della finestra, chiuse gli occhi e vi appoggiò la fronte, finché sentì qualcuno schiarirsi la voce alle sue spalle, destandola bruscamente da quel breve momento di beatitudine.

<<I sogni a occhi aperti, che cosa romantica!>>

Presa di soprassalto, Lara si voltò di scatto e rispose con un filo di voce: <<Signor Tomas...>>, ma non riuscì a concludere la frase, imbarazzata dagli occhi azzurri di Nicola piantati dentro i suoi, quasi a volerle leggere l'anima con tutti i suoi segreti. Per un momento si sentì nuda e vulnerabile, e ringraziò il cielo quando Nicola distolse lo sguardo.

<<La riunione si terrà al terzo piano signorina Lara>> - le annunciò Nicola.

<<Perché?>> - rispose Lara - <<Abbiamo sempre usato questa sala, non capisco. Il signor Leonardo non è uomo da cambiare idea così, all'ultimo momento.>>

<<Leonardo no, ma io sì. Non è colpa mia se preferisce avere a che fare con uomini prevedibili>> - replicò Nicola, poggiando i pugni sul tavolo. Avrebbe diretto lui l'incontro e pretendeva che spettasse a lui scegliere il luogo dove svolgerlo.

La mente di Lara fu attraversata dall'immagine delle proprie mani strette intorno alla gola di quell'uomo spregevole. Le servì tutto l'autocontrollo di cui fu capace per non balzare come una tigre dall'altra parte del tavolo e graffiarlo dalla fronte al mento. Deturpargli il viso l'avrebbe ferito in uno dei suoi punti di forza, l'irresistibile bellezza dei lineamenti. Ma desistette da quel folle progetto e, arresa, gli offrì un sorriso di falsa accondiscendenza.

<<Qualche obiezione?>> - domandò lui.

<<Proprio nessuna.>> - rispose Lara, ma dal tono con cui pronunciò quella frase trasparì tutta la sua irritata ironia. Nicola lo notò e non si lasciò sfuggire l'occasione per ribadire la sua superiorità rispetto a chiunque. Fece due passi verso di lei, annullando la distanza che li separava, quindi sentenziò fissandola negli occhi: <<Risposta esatta signorina Lara. Sarebbe una pessima idea scegliere di schierarsi nella squadra avversaria quando si ha la possibilità di giocare insieme al più forte. Ho vinto troppe partite, ho fatto piangere troppe persone ingenue che hanno scelto di sfidarmi. E temo che le loro lacrime non cesseranno tanto presto.>>

Mentre Nicola le diceva quelle cose terribili a un palmo dal suo naso, Lara provò un fremito misto di paura ed eccitazione. Guardare da vicino i bagliori dei suoi capelli baciati dal sole, sentire l'aroma del suo fiato alla menta, respirare il profumo della sua pelle, fu

un'esperienza destinata a lasciare un segno indelebile nella sua mente e nel suo corpo. Senza nemmeno sfiorarla Nicola era riuscito a disegnare nella sua mente le più conturbanti fantasie erotiche, a tastare le sue parti intime fino a farla sentire umida. Lara rimase sconvolta.

Dopo che ebbe finito di parlare, Nicola deglutì, serrando la mascella. Lara non sapeva come e se reagire, ma decise che sarebbe stato meglio dire qualunque cosa piuttosto che rimanere in silenzio.

<<La diverte tanto intimidire i suoi dipendenti?>>

Ancora una volta Lara non riuscì a contenere l'irritazione, e si pentì immediatamente di aver offerto a Nicola un'altra occasione per attaccarla.

<<Intimidisco solo chi è tanto debole da non riuscire a tenermi testa, signorina. E siete in molti a rimanermi sotto, lo ammetto, anche se ogni tanto mi piacerebbe combattere ad armi pari con qualcuno. Non è il suo caso tuttavia.>>

<<Ha la stoffa del tiranno lei.>> - gli disse Lara con voce incerta.

<<Del tiranno e del figlio di puttana aggiungerei. Stia sempre in campana signorina Lara, quando si rivolge a uno come me impari a misurare le parole centimetro per centimetro.>>

Senza rendersene conto Lara serrò i pugni così forte da conficcarsi le unghie nel palmo delle mani. Odiava quel modo di fare sprezzante, lo odiava con tutta se stessa! Purtroppo però l'intensità di quell'odio era la misura dell'attrazione che la avvicinava irresistibilmente a lui. Si rese conto di avere stabilito un legame con Nicola, un legame insano, forse morboso, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Lara oltrepassò lo steccato delle sue paure, e lanciandogli un'occhiata degna di una leonessa, lo sfidò apertamente dicendogli: <<E se non avessi il metro?>>

Nicola la guardò a metà tra la curiosità e l'ira. Quella donna non era solo dotata di una misteriosa bellezza, ma aveva anche un cervello e non faceva nessuna fatica a servirsi di entrambi, pensò prima di guadagnare l'uscita.

Dopo aver comunicato le nuove disposizioni al catering, Lara, caricata come un mulo da una pila di opuscoli, scese nella sala riunioni al terzo piano. Nicola aveva già preso posto, e lei sospettava che la serenità con cui si guardava intorno fosse solo una finzione. Era nervoso ma non poteva lasciarsi andare alle solite invettive, non in quella delicata occasione dove l'attenzione di tutti era concentrata sulle sue parole. Poco dopo giunse Fernando, cugino dei fratelli Tomaselli e socio di minoranza dell'azienda. Era un po' trafelato.

<<Chiedo scusa, sono in ritardo? Pensavo che la riunione si tenesse al quarto piano, come al solito.>>

Con la coda dell'occhio Lara azzardò uno sguardo di compiaciuta rivincita verso Nicola.

<<Lascia che ti aiuti, Lara>> - le disse Fernando, togliendole dalle braccia gran parte dei fascicoli.

<<Molte grazie signor Fernando>> - le rispose Lara, lanciando un'altra occhiata a Nicola.

<<Quante volte devo dirti di darmi del tu?>> - protestò lui. Lara non poté fare a meno di notare che Fernando possedeva la stessa aitante bellezza dei cugini e il loro medesimo fascino mediterraneo. Gli sorrise riconoscente e si accinse a sistemare gli opuscoli sul lungo tavolo da riunioni.

<<Come sta Giulia?>> - gli chiese poi.

<<Oh, sta bene grazie. Proprio ieri mi chiedeva di te, vorrebbe invitarti a cena una di queste sere.>>

<<Certo Fernando, dille che verrò volentieri ad assaggiare le sue squisite linguine all'astice!>>

Dopo aver pronunciato quell'ultima frase Lara allungò un opuscolo a Nicola.

Questi agguantò la sua copia senza nemmeno ringraziarla. 'Che razza di porco! - pensò lei. Stava per prendere posto insieme agli altri, quando la voce di Fernando attirò nuovamente la sua attenzione: <<Lara scusa, volevo chiederti se mercoledi' sera andrai alla sfilata di Roberto. Io e Giulia ci saremo, e sarà dei nostri anche un caro amico di Roma che è venuto in vacanza per un paio di giorni. Magari puoi unirti a noi, e con l'occasione ci eviti il disagio di farlo sentire il terzo incomodo>>.

<<Non mi perderei quella sfilata per nessuna ragione al mondo. Se posso pure godere di un'ottima compagnia come la vostra poi...meglio di così!>>

A Lara non sfuggì la smorfia di irritazione che le rivolse Nicola.

Per tutta la durata della riunione, mentre Nicola esponeva all'assemblea i fatti accaduti allo stabilimento cinese, Lara tenne lo sguardo basso sui fogli illustrati davanti a lei. Voleva evitare di incrociare il suo sguardo anche solo per un istante. Quando la riunione terminò, raccolse in fretta le sue cose e lasciò la sala prima di tutti.




Odiami Se Vuoi...Where stories live. Discover now