2nd.

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"E tu chi cazzo sei?"

Louis alzò gli occhi al cielo, infastidito dalla presenza del ragazzo alle sue spalle.

Si alzò dalla sua postazione e grugnì, osservando il moro dinanzi a sé.

Aveva i capelli neri, alzati in una specie di cresta. Gli occhi scuri, magnetici e profondi, in perfetta sincronia con le labbra rosse e piene.

Il castano sbuffò e si ristese sul letto, voltandosi di spalle.

Due forti mani lo afferrarono per le spalle, facendolo rialzare nuovamente.

"Che cazzo fai? Levami le mani da dosso." Sbraitò Louis, ruotando con potenza le scapole e liberandosi dalla presa del moro.

"Ti ho chiesto una cosa." Sibilò il moro, serrando i pugni. "E voglio essere risposto!"

"Sono il tuo compagno di cella." Sbuffò annoiato Louis, scuotendo leggermente il capo.

"Che cazzo stai dicendo?" Sbottò il moro, sgranando gli occhi. "C'era Torres fino a stamattina."

"Non so chi sia questo Torres, ma non mi importa. La guardia mi ha messo qui e ora, se non ti dispiace, mi piacerebbe riposare o sua maestà ha altre domande?" Borbottò Louis, inclinando la testa.

Il moro lo guardò e strabuzzò gli occhi, puntando un dito contro il petto del nuovo detenuto. Louis si lamentò e alzò gli occhi al cielo. "Chiariamo due cose. Io e te non dobbiamo condividere niente, non siamo amici. Questa." Grugnì il ragazzo, indicando una parte del cubicolo. "È la mia parte. Questa è la tua. Se vorrai dipingere le pareti di rosa, se vorrai incollare i brillantini e i glitter, fallo pure, ma la mia parte rimane così, chiaro?"

"Cristallino." Esclamò Louis, stendendosi sul suo letto.

"E per te, sono Malik."

"Okay." Ripeté Louis, chiudendo gli occhi. "Tomlinson." Si limitò a dire al suo compagno di cella.

"Cosa hai fatto per arrivare qui?"

Louis si trattenne dall'urlargli contro, perciò strinse i pugni e aprì gli occhi. "Troppe cose. Tu?" Si limitò a dire.

"Vendevo droga e la nascondevo in candele."

Louis si voltò verso Malik e aggrottò le sopracciglia. "E funzionava?" Gli domandò, mostrando la sua completa sorpresa.

"Si." Rispose prontamente Malik, mentre si affrettava a sistemare il lato del suo cubicolo. "Finché poi non mi hanno scoperto."

"Mi spieghi perchè stai ordinando il tuo lato? È ordinato!"

"A breve ci saranno i controlli. Devo uscire da qui e potrò farlo solo se verrà considerata la mia buona condotta." Spiegò Zayn, avvicinandosi al letto del suo compagno. "Ho due sorelle e una madre. Sono l'unico che hanno e io ho bisogno di uscire da qui. E... Ma perchè ti sto dicendo queste cose?" Il moro sbuffò e lanciò al castano una pezza. "Tienila. Pulisci il tuo lato. Deve splendere."

Louis sbuffò e osservò la pezza, lanciandola fra le mani gracili. "Quanto ti hanno dato?" Domandò, rivolgendosi al suo compagno.

Malik lo guardò e deglutì. "Sono quattro anni. Ne avevo altri due, ma me ne hanno sottratto uno per buona condotta." Gli spiegò, poggiandosi con il fianco al muro del cubicolo. "A te?"

"Due anni e qualche mese."

"Sei stato fortunato." Esclamò il moro, poi prese a fischiettare. Louis giurò di conoscere quella melodia, ma non riuscì ad indentificarla completamente. "Penso tu sia il ragazzo con la pena più breve qui dentro."

"Due anni sono brevi?" Lo schernì il castano, iniziando a pulire con la pezza parte del suo letto e a strofinare con lentezza le staffe di metallo della sua cuccetta.

"In confronto ad otto anni..."

Louis sgranò gli occhi incredulo e fece cadere sul pavimento la pezza.

Zayn si accorse della macchia di acqua e imprecò, ringhiando contro il castano.

"C'è gente che ha avuto otto anni?"

"Certo." Scrollò le spalle il moro, poi aiutò il più piccolo a sistemare i pochi oggetti personali sul mobiletto in metallo. "C'è qualcuno che ha avuto..." Zayn sospirò, portandosi una mano fra i capelli. "Qualcuno ha anche avuto l'ergastolo, ma per fortuna se la sono cavati solo con quindici anni."

"Cazzo..." Boccheggiò il castano. "Li conosci? Voglio dire, sono tuoi amici?"

Zayn aprì la bocca per rispondere, ma una squillante voce glielo impedì.

"Tutti alle brande." Pronunciò una guardia, facendo sbuffare alcuni ragazzi.

"Cosa succede?"

Zayn si sistemò vicino al proprio letto e "Fanno la conta. La fanno ogni giorno. La prima è alle dieci di mattina, la seconda verso le quattro e la terza alle dieci di sera. Devono controllare che tutti siano presenti."

Louis annuì appena in tempo, prima che una guardia entrasse nel cubicolo. Schiacciò due volte un pulsante sul telecomando e andò via, passando alla cella seguente.

"Senti." Borbottò Louis, sedendosi sul suo letto. "Io ho fame."

"Yuhu." Mugolò Zayn, prendendo un libro e stendendosi sulla sua brandina.

"Quando ci sarà il pranzo?"

"Sono le quattro e qualcosa Tomlinson." Gli fece notare il moro, alzando appena il capo dal cuscino. "La cucina ora è chiusa. Dovrai aspettare la cena. È alle otto, resisti."

Louis sbuffò sonoramente e si alzò.

Strappò il libro dalle mani di Zayn e "Ma sei coglione? Ridammi il mio libro!" udì.

"Ho fame!" Sibilò Louis, nascondendo il libro dietro la schiena.

"Non posso fare nulla! E ora ridammi il libro."

"Conoscerai qualcuno nella cucina, andiamo."

Zayn lo guardò e sbuffò. "Andiamo in cucina. Chiederò a Liam di prepararti qualcosa di veloce."

Louis esplose in un sorriso, ma si calmò quando vide lo sguardo di Zayn.

"Cristo Dio... Tomlinson, fammi prendere un solo richiamo e giuro che mando te e il tuo culo gay in infermeria!" Lo minacciò Zayn, strappando dalle mani del castano il libro.

"Ehi!" Urlò Louis. "Non ho un culo gay!"

"Certo Tomlinson." Sbuffò Zayn, tirando Louis per un braccio quando lo vide fermarsi, per osservare un detenuto piegato letteralmente a novanta sul letto. "Andiamo coglione!"

Escape with me :: larry stylinson (slow updates)Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum