Quando ci si rialza

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Il primo settembre, l'Hogwarts Express era carico di studenti pronti ad iniziare un nuovo anno scolastico. Il binario 9 e 3/4 pullulava di chiassose voci allegre unite allo sferragliare dei carrelli ed i versi degli animali dei ragazzi, creando come ogni anno la solita gioiosa confusione.

Ginny, insieme a sua madre Molly e suo padre Arthur, ed all'onnipresente Trio d'Oro, si affrettò a caricare il proprio baule sul treno e ridiscese per salutare i genitori, i quali le erano stati praticamente appiccicati da quando era successo il fattaccio della Camera.

- Allora, Ginny cara...fai buon viaggio. - disse la signora Weasley guardando la figlia con aria preoccupata.
- Ginny...sai che, per qualsiasi cosa, io e tua madre siamo qui. - aggiunse il signor Weasley, tentando di risultare tranquillo ma, il tono ansioso della sua voce, tradì le sue reali emozioni.

Ginevra annuì senza dire niente come di consueto. Da quando era tornata a casa non aveva detto una parola con i suoi, le uniche volte in cui si permetteva di sussurrare qualcosa era nel cuore della notte quando poteva invocare il suo nome nell'intimità della propria stanza.

Ma il suo tenace mutismo, com'era naturale, preoccupava molto i genitori, ignari del tumulto impetuoso di emozioni nell'anima spaccata della bella figlia, anch'essi persuasi che il suo atteggiamento fosse dovuto allo choc di quanto subito.

- Allora, scrivi appena puoi, tesoro. Ed ora và, prima che parta il treno. - la esortò Arthur spingendola gentilmente verso l'ingresso del treno.
- E, Ginny? Stai lontana dai diari maledetti e dai brutti ceffi! - gridò Molly senza tatto, facendo voltare molte teste verso di loro.

Ginevra si volse lentamente verso la madre e le puntò addosso uno sguardo così gelido che avrebbe potuto ghiacciare anche l'interno di un vulcano, la fissò freddamente per alcuni istanti poi si volse verso il padre e lo abbracciò stringendolo forte, aspirò il suo profumo per imprimerselo nella memoria e poi gli sorrise lieve.

Salì sul treno e, afferrato il proprio baule, si infilò nel primo scompartimento vuoto che trovò, si affacciò al finestrino e fissò negli occhi suo padre mentre il capotreno fischiava il segnale di partenza e l'espresso cominciava lentamente la sua corsa.

La figura di Arthur con il viso triste che la salutava con la mano, e quella di Molly con una mano sul cuore ed un'espressione sconvolta, le penetrarono nel cuore. All'improvviso ebbe la certezza che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe visto i suoi genitori.

Il viaggio per Hogwarts fu tranquillo, Ginny stette tutto il tempo con la fronte poggiata al fresco finestrino ad osservare lo scorrere del paesaggio senza in realtà vederlo, la mente totalmemte assorbita dal progetto che aveva cominciato a prendere forma dentro di lei da un mese a quella parte.

L'immensa biblioteca della scuola le avrebbe fornito tutti gli strumenti necessari per la sua ricerca, sperando ovviamente di trovare da qualche parte informazioni su viaggi del tempo ed affini, ma il suo scopo era troppo importante per lasciarsi scoraggiare anche se nulla avesse trovato.

Sarebbe andata all'epoca in cui Tom frequentava la scuola a tutti i costi, anche usando Magia Nera se necessario, perché non poteva accettare che diventasse il mostro che si era prefissato di diventare, perché in lui aveva visto qualcosa che le diceva che non tutto era perduto.

Non sapeva bene nemmeno lei cosa in realtà avesse visto, forse l'evidente intelligenza e scaltrezza, la palese ottima istruzione, insomma con doti così giuste Tom poteva fare della sua vita tutto ciò che desiderava.

O forse era stato il modo in cui si era appropriato del suo corpo.
Così deciso e brutale, così delicato e dolce, così meravigliosamente uomo che era assolutamente impossibile non provasse nemmeno un briciolo di sentimenti, da qualche parte nel suo cuore doveva esserci la luce.

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