chapter 8

1.4K 137 38
                                    

Sono seduta sul prato della mia vecchia casa come faccio sempre in questo giorno dell'anno

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Sono seduta sul prato della mia vecchia casa come faccio sempre in questo giorno dell'anno.
Per non dimenticare.
Per non dimenticare che le ferite esistono, persistono nel tempo e non vanno via.
Per non dimenticare che una volta, in questa casa, mi sono ripromessa di abbandonare la vecchia me.
La me ingenua e vulnerabile che si nascondeva da tutto e da tutti per poi essere ferita comunque.

Io e i miei ci siamo trasferiti anni fa, ma mia madre non ha osato vendere questa casa.
Non ce l'ha fatta, come non ce l'avrei fatta io. Qui è dove sono cresciuta, questo è il prato dove io adoravo correre e saltare la corda.
Quella in alto è la finestra della mia camera, dove adoravo disegnare e guardare video-cassette tutto il giorno.
E quella in mezzo al prato è la mia altalena, quell'altalena dove io e Isabelle passavamo pomeriggi interi ad immaginare di essere chissà quale strano tipo di pilota.

Isabelle.

Ormai nella mia vita lei è il punto interrogativo più grande, lo è sempre stata in realtà.
Quella ragazzina è sempre stata un dilemma ai miei occhi.
Eppure era la mia migliore amica, e pensare a lei fa un male cane.
Mi mancano i suoi capelli lunghi che cercavo di intrecciare invano quasi tutti i pomeriggi.
Mi mancano le sue lentiggini che sembrava aumentassero quando sorrideva.
Mi mancano i suoi occhi che lei sosteneva perennemente di odiare.
Mi manca il suo arrossire ai commenti Jack.
Mi manca il suo arricciarsi i capelli attorno al dito.
Mi manca lei.
Mi manca la mia migliore amica.

Ricordo benissimo quando se n'è andata, o almeno quando l'ho scoperto.
Pensavo non sarebbe sopravvissuta a quello stupido incidente, ed invece qualche mese dopo era già partita per chissà dove, mentre io ero all'oscuro di tutto.
Vorrei essere arrabbiata con lei, ma non ci riesco, non ce la faccio.
Se non fosse stato per Cameron, sarei ancora chiusa in casa a piangere.

Il problema è proprio questo.
Non faccio altro che piangere, avevo promesso di non farlo davanti a nessuno che non fosse Cameron dopo l'accaduto con Isabelle.
Eppure ieri con Shawn non mi importava.
Ed è una cosa che non posso perdonarmi, non posso perdonarmi di essere stata così debole.
Non succederà più, non piangerò più per Isabelle, per Cameron nè
per nessun altro.
Devo scusarmi con Shawn prima di tutto, non posso credere di essermi mostrata così fragile e stupida ai suoi occhi, ora si starà facendo strane idee su di me.

Ricordo di aver lasciato il mio diario incustodito nel parco ieri, ma non l'ho ancora aperto.

Ho ricevuto una risposta al mio commento "A volte alcune persone hanno più cicatrici di altre. A volte nemmeno un sorriso. Credo che questo valga per me"

"Oh andiamo, vuoi dirmi che non hai mai sorriso? Io personalmente sono abbastanza timido, ma nonostante questo ho avuto anche io i miei amici e le mie esperienze. E non vorrei spaventarti, ma io ti ho vista sorridere. Ed è stata una delle cose più belle che io abbia mai visto. Quindi smettila di indossare quella maschera e vieni fuori. Le cicatrici le abbiamo tutti, ma stai sicura che a molte persone importa di te. Me compreso"

Leggo a fiato sospeso.
È un ragazzo.
E mi conosce.

Words ➳ Shawn MendesWhere stories live. Discover now