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-Evelyn! Vieni a mangiare!- gridó mio padre dal piano di sotto.

A queste parole, scesi subito le scale per dirigermi in cucina.

-Mm che buon odore, che hai fatto?- chiesi entrando nella stanza.

-Siediti e fai colazione- rispose semplicemente.

Forse non aveva capito la domanda dato che era occupato a leggere il giornale.

Come lui mi ordinó, divorai qualche biscotto seguiti da un sorso di caffè con latte.

In quella casetta di Barcellona vivevamo solo io e lui.

Mia madre morì quando io avevo 17 anni, a causa della sua forte malattia: l'asma.
Ero anche figlia unica, quindi era molto brutto affrontare quella situazione.

Io e mio padre ci siamo trasferiti qui, in Spagna, per lavoro circa un mese fa o meno.
Prima abitavamo a New Orleans, in America.
Ho passato tutta la mia vita in quel continente e qui non sono riuscita ad integrarmi completamente.
Nonostante io abbia terminato la scuola in America, non sono comunque riuscita ad avere qualche amico, se non il mio collega di lavoro.

Finito di mangiare, avvisai mio padre della mia assenza quel giorno.

-Appena finisci di lavorare torna qui, non sai ancora muoverti a Barcellona- raccomandò l'uomo.

-Tranquillo, io vado!- dico uscendo.

Ho solo 20 anni e mio padre mi trattava con estrema protettività. Non voleva perdermi, sono la persona più cara a lui.
Nemmeno io vorrei perderlo, mi è rimasto solo lui.

Incominciai a camminare per le vie di Barcellona.
Il bar dove lavoro dista circa 10 minuti da qui.
Una camminata non fa mai male a nessuno.

Misi le cuffiette alle orecchie e la musica scorreva nella mia mente. Dopo tre canzoni ero già arrivata a destinazione.
Entrai nel bar e salutai il mio collega Lucas che già stava lavorando.
Andai nel camerino per indossare l'uniforme.

Presi delle ordinazioni da alcuni tavoli di quel piccolo bar e portai il foglietto con gli appunti a Lucas.

-Due Frappè alla fragola!- urlai appoggiandomi al bancone delle ordinazioni.

-Arrivano!- gridó a sua volta Lucas.
Era abbastanza simpatico e aveva la mia età.
Occhi grigi e una grande chioma castana, tirati sulle punte.
Appoggió i due bicchieri sul vassoio che tenevo tra le mani.

Mi girai di scatto con le ordinazioni e qualcuno mi venne incontro facendo cadere i frullati sul pavimento.

Mi aveva anche macchiato un po' la divisa rossa e bianca.

-Ops, scusa! Mi dispiace tanto, non l'ho fatto apposta!- si scusó il ragazzo.

-Non ti preoccupare, la prossima volta sta' attento- dissi sistemandomi i vestiti.

-Non so come sdebitarmi- aggiunse il ragazzo grattandosi la nuca.
Aveva la carnagione un po' scura e degli occhi marroni tendenti al verde. I capelli anch'essi castani.
Era vestito con stile.

-Non ce n'è bisogno, tranquillo- cercai di essere educata e gentile.
Il ragazzo mi mostró un sorriso spettacolare.

-Piacere, Neymar Jr- si presentó porgendomi la sua mano.

-Evelyn Caulfield- stretti la presa.
Continuó a sorridermi quando Lucas richiamó la mia attenzione.

-Eva, pulisci dai!- urló portando uno straccio per pulire il pavimento appiccicoso.

-Adesso arrivo!- gridai.
-Mannaggia, sono in ritardo per gli allenamenti e non ho ancora mangiato!- disse guardando l'ora dal suo orologio da polso, disperato.

-Devo andare! Scusami ancora- continuó preoccupato.

Lo salutai e subito mi misi a pulire il pavimento.

SPAZIO AUTRICE
Ecco la storia pubblicata! Spero vi piaccia il capitolo :3

Nightmare» Neymar Jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora