Capitolo 1

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Prima di tutto vorrei scusarmi con tutte/i voi per la mia assenza prolungata dal sito, ho avuto impegni più grandi di me che non mi hanno permesso neanche di poter pensare alla ff, ma adesso che si sono sbrigati posso finalmente riprenderla e concluderla.
Sto sistemando tutti i capitoli e scrivendo quelli nuovi in modo da non fermarmi quando sarò in pari.

Unica cosa: CERCO BETA per aiutarmi con la correzione dei capitoli!



Harry fissava con insistenza quasi maniacale i mattoncini rossastri tra i binari 9 e 10 nella speranza di vederli aprirsi da soli e rivelare finalmente il passaggio magico che lo avrebbe portato al treno, strinse la presa sul carrello doveva aveva posato tutti i suoi oggetti e intensificò lo sguardo socchiudendo pericolosamente le palpebre sbuffando sconfitto dopo pochi istanti.
Maledetto muro con i suoi maledetti mattoni magici.
La testa gli scoppiava in maniera assurda dal momento in cui si era svegliato quella mattina rendendo il viaggio che di solito lo vedeva euforico in un maledetto inferno in terra, aveva litigato con Edvige per convincerla ad entrare nella sua gabbia assicurandole di lasciarla libera per l'intero viaggio verso la scuola e questa aveva ubbidito dopo un buona dose di maledizioni e imprecazioni da parte del moretto.
I rituali borbottii dello zio Vernon a cui di solito rispondeva a monosillabi o sbuffi era sfociati in una "quasi rissa" che aveva coinvolto anche le autorità babbane, dopo che erano scesi di macchina ad semaforo rosso per prendersi a pugni.
Quell'estate non era stata come tutte le altre, trascorse a fare i compiti per evitare qualsiasi contatto con gli zii concludendosi con la tipica visita dai Weasley per i  festeggiamenti del suo compleanno, per uno strano ordine da parte di Silente aveva dovuto trascorrere le intere vacanze a Privet Drive; naturalmente la famiglia rossa aveva protestato a gran voce il suo isolamento, soprattutto la signora Weasley preoccupata per la sua salute, ma Harry era riuscito a placare la tempesta ancor prima che questa si scatenasse, stupendo tutti per la sua decisione a seguire gli ordini.
Neanche lui era riuscito a capire fino in fondo il suo comportamento stranamente pacato e docile, ma era arrivato alla conclusione che ne aveva avuto abbastanza per quell'anno di stress e litigi, per cui aveva deciso di abbassare la testa e fare come deciso dai piani alti, dopotutto, si era detto, ogni volta che aveva preso una decisione avventata era sempre successo qualcosa di raramente positivo.
Aveva l'impressione che quell'anno sarebbe stato diverso, lo sentiva dentro di sè, come una sensazione calda sotto pelle... doveva solo rimanere calmo e attendere lo scoppio della bomba, anche se in alcuni momenti gli risultava difficile seguire i suoi stessi consigli.
Ritornò alla realtà quando una ragazza babbana inciampò sul suo carrello facendo infuriare Edvige, dovutamente Disillusa, e facendo ricominciare la maledetta scimmietta nel suo cervello a suonare i piatti; la povera vittima scappò via fulminata dal suo sguardo infuriato e dopo pochi istanti passati a seguirla con lo sguardo, sbuffò stancamente cercando di riprendere il controllo.
Ormai gli succedeva sempre più spesso di lasciarsi andare a violenti scatti di rabbia seguiti da una pacata apatia fredda e cupa.
Zittì la civetta con un calcio stizzito al carrello e, prima di incappare nelle ire di quest'ultima, prese la carica e corse verso il muro trasalendo come al solito alla sensazione di formicolio sulla pelle dovuta al passaggio magico.

Addio Londra babbana impazzita... benvenuta.... Londra magica impazzita.

Per un soffio riuscì a scansarsi in tempo ed evitare di tamponare il vigilante di turno che fischiava come impazzito ai ragazzi euforici che correvano a destra e a sinistra, i genitori gridavano in tutte le direzioni chiamando a gran voce i propri figli per un ultimo saluto e gli studenti più grandi cercavano di montare sul treno e prendere posto con gli amici ritrovati.
Un altro inferno.
Si allontanò dal passaggio in fretta nascondendosi in un minuscolo angolo buio, mancavano ancora venti minuti alla partenza e aveva avuto la brillante idea di aspettare che la marmaglia si diluisse prima di affrontarla a testa alta, cercò con gli occhi i suoi amici senza però riuscire a scorgerli e sbuffò per l'ennesima volta, ormai era diventato un gesto noiosamente naturale per lui.

Wolf -Drarry-Where stories live. Discover now