- One-Shot 2 -

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L'inverno era arrivato per gli studenti di Hogwarts e il freddo caratterizzava ogni loro singola giornata. Era una mattina gelida e la brezza, seppur leggera, era pungente come un ago. Harry stava uscendo dall'aula di Pozioni, un po' scocciato per quello stancante modo di iniziare la giornata. Aveva un'ora buca, perciò, non avendo la forza psicologica per fare i compiti e sostenuto dal fatto che il giorno dopo sarebbe stata domenica, decise di sfruttare quell'ora per godere di un meritato riposo. Arrivò in sala comune, le sue dita avevano perso la sensibilità per il freddo, le sue guance e il suo naso erano arrossati. Tutto ciò che desiderava in quel momento era sdraiarsi sul divano, magari "in compagnia" di una morbida coperta, sorseggiando una fumante tazza di cioccolata calda. In quel momento anche Ron entrò nella sala, infreddolito quanto Harry.
Il suo amico si tolse la sciarpa di lana e la scaraventò su una poltrona insieme al mantello, poi si sedette vicino a Harry sul divano e prese due coperte. Harry pensò che sembrassero due beoti rintanati in quel modo sotto le coperte, ma questo pensiero svanì molto presto, perché in effetti stava proprio comodo.
A disturbare quella calda quiete, fu la finestra che si aprì all'improvviso facendo entrare, insieme ad una folata di vento gelido, un aeroplanino di carta che planò dritto verso Harry. Il ragazzo guardò incuriosito l'oggetto che era appena atterrato sulle sue ginocchia, mentre Ron chiudeva velocemente la finestra con un incantesimo. Dispiegò l'origami rivelando un biglietto anonimo. Harry cominciò a leggerlo ad alta voce:
Per Harry Potter
Vieni alle 18.30 in giardino, vicino alla Foresta Proibita (vedi, non ti ho fatto saltare gli allenamenti di Quidditch)
Ron disse, un po' allarmato: « Harry, potrebbe essere pericoloso, non sai chi ti abbia scritto questa lettera, magari potrei venire con-... ». Ma prima che Ron potesse finire la frase, Harry continuò a leggere la parte restante del biglietto:
P.s. Non portare il tuo amico rosso, grazie
« Harry, è una trappola, magari è Tu-Sai-Chi che ti vuole imbrogliare! »
« Calmati, Ron, non credo che se Voldemort volesse veramente uccidermi si disturberebbe tanto a mandarmi un'innocente lettera »
« Quindi tu intendi davvero andare... Laggiù? A quell'ora? »
« Sì, intendo farlo, sono troppo curioso »
« E sei proprio sicuro di non volere che io ti accompagni? »
« Ron, c'è scritto chiaro e tondo: non portare il tuo amico rosso »
Ron si nascose la testa tra le mani, esasperato.
« Ti rendi conto che stai andando dritto dritto nelle grinfie di un perfetto sconosciuto, che sa anche gli orari dei tuoi allenamenti? Questo si chiama stalking! »
« Appunto, se conosce i miei orari deve essere per forza uno studente di Hogwarts, e quindi non un perfetto sconosciuto »
« A volte mi domando se la tua testardaggine abbia un limite! »
« No, Ron, non ce l'ha » Rispose Harry ridacchiando, al contrario dell'amico rosso che era alquanto stizzito. « Ora sarà meglio che andiamo alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, quest'ora di buco è passata davvero in fretta »
Così dicendo, Harry si alzò, abbandonando il tepore della sua coperta. Ron, scocciato, seguì l'esempio dell'amico e si diressero insieme verso la loro prossima lezione. Alle 18.15, mentre stavano uscendo entrambi dal campo di Quidditch, Ron, sarcastico, consigliò: « Prima ti conviene andare nel dormitorio, sai, per farti bello per il tuo appuntamento »
« Ah, ah, molto divertente, Ron... Però, in effetti, hai ragione, non posso presentarmi tutto sudato, quindi seguirò il tuo consiglio »
Ron rimase un po' stupito: possibile che Harry prendesse sul serio questo "incontro"?
Dopo essersi fatto una doccia e cambiato, Harry uscì dal dormitorio e si diresse verso il luogo stabilito. Ron lo osservò preoccupato dalla finestra, fino a quando la visuale glielo permise.
Harry si guardava intorno con il cuore che batteva velocemente, mentre i suoi passi scricchiolavano nella neve fresca. Forse l'avevano ingannato, forse in realtà non c'era nessuno ad aspettarlo e tutto ciò era solo uno stupido scherzo.
Mentre rifletteva su tutte queste cose, una palla di neve lo colpì sulla schiena.
« Ma che... » Mormorò pulendosi la neve dal giubbotto. Non fece in tempo a pensare o mormorare altre cose, che un'altra palla di neve gli arrivò in faccia.
Intirizzito dalla neve che gli stava scivolando dalla faccia fino al collo, procurandogli un freddo inimmaginabile, confuso dalle goccioline sulle lenti dei suoi occhiali che gli permettevano solo una visuale parziale e sfocata, prese la bacchetta e la levò in aria.
« Potter, non ti servirà quella » Proferì una voce familiare, che sembrava alquanto beffarda e divertita.
Harry rifletté qualche istante e poi la riconobbe come la voce di...
« Malfoy? Perché mi hai fatto venire qui? » Domandò Harry, un po' preoccupato, pulendosi gli occhiali con la sciarpa e poi inforcandoli nuovamente.
Non ebbe alcuna risposta, ma vide Malfoy avvicinarsi a lui con il solito ghigno ed estrarre la bacchetta. Harry tastò le proprie tasche alla ricerca della sua, ma probabilmente Draco doveva avergliela sottratta mentre era in quello stato di non-vedo-un-ca...lcestruzzo-e-in-più-ho-freddo.
Deglutì: era disarmato di fronte ad un Malfoy che probabilmente gli stava per infliggere una Maledizione Senza Perdono. Inoltre, nella sua testa c'era la voce di Ron che diceva: te l'avevo detto.
« A terra » ordinò Malfoy. Harry non aveva intenzione di umiliarsi in quel modo, ma quando il Serpeverde gli puntò la bacchetta alla gola non ebbe altra scelta. Si sedette per terra, guardando con odio gli occhi grigi dell'altro ragazzo.
Malfoy sogghignò e mise la bacchetta in tasca, con sorpresa di Harry. Poi fece sdraiare il Grifondoro sulla neve e si stese sopra di lui. Harry non ebbe il tempo di ribattere, che trovò le sue labbra impegnate in un bacio quasi disperato. Dopo un attimo di realizzazione, Harry si lasciò trasportare da quel bacio, di cui scoprì avere bisogno quanto Malfoy.

Quando tornò al dormitorio, trovò Ron che lo aspettava ansiosamente.
« Allora? Chi era? »
« Malfoy » rispose Harry, cercando di sembrare disinvolto e sedendosi sul divano guardando nel vuoto.
« Che voleva? »
« Beh, niente... Potter fai schifo, sei stupido, San Potter... Cose così »
Ron lo guardò sospettoso.
« Nient'altro? Beh, poteva semplicemente insultarti davanti a tutti, come fa sempre »
Harry si limitò ad alzare le spalle.
« Hai un profumo forte che potrebbe appartenere soltanto a lui »
« Ma che...? »
« Ti ha baciato? »
« Mi ha baciato »

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