LaGattomaia (2015)

77 5 0
                                    

Il mio papà è un agente segreto

"Mary! Ho scoperto soltanto ieri sera che il mio papà è un agente segreto! " Affermai, con un espressione ammaliata e sopraffatta, mentre fissavo la mia migliore amica, Mary, che si apprestava a prendere in mano un pastello rosso per poi disegnare a caso su un foglio che ci aveva dato la maestra. "Non ci credo Jane, davvero?" Mi disse, guardandomi meravigliata e sorpresa. "Sì" Risposi decisa, vantandomi di mio padre. "Come hai fatto a capirlo??" Mi chiese lei, fissandomi con quei occhi color nocciola, io presa dalla soddisfazione e felicità iniziai a raccontare la storia del mio agente segreto.
Quella sera sul tardi, il buio calava silenziosamente sulla mia casa, c'ero io, mia mamma e mio papà, ma sapevo per certo che non eravamo solo noi, infatti nell'ombra si nascondevano dei mostri pericolosissimi di ogni forma e dimensione che io, prontamente, avevo allontanato con la luce del televisore, mentre guardavo i miei cartoni preferiti. All'improvviso sentii un rumore proveniente dal piano di sopra e, guidata dalla curiosità, decisi di andare a controllare prendendo la torcia dal comodino per potermi difendere da qualunque tipo di mostro, mi addentrai nell'oscurità della casa, stando sempre in allerta con la mia arma potentissima; arrivai alle scale e attraversandole in fretta e furia, corsi verso destra dove c'era la camera dei miei genitori, fermandomi lentamente, presi la maniglia della porta e girandola vidi mille fogli di ogni colore sparsi per terra e mio padre, seduto sulla poltrona in camicia, massaggiandosi la tempia con le dita, poi all'improvviso si alzò impetuoso prendendo in mano alcuni fogli caduti e dirigendosi verso la porta, io mi nascosi all'ultimo secondo, dimenticandomi dei mostri cattivi di fianco a me; lui scese le scale e andò verso l'entrata della casa, aprendola cautamente così da non procurare nessun rumore, io lo guardai dall'alto e appena uscì dalla porta, la mia curiosità si addentrò di più, decidendo così di inseguirlo, i mostri circostanti si stavano lentamente condensando attorno a me e quando me ne accorsi era troppo tardi, mi avevano rubato la torcia! Ma questo non mi fermò, così iniziai a correre sulle scale dirigendomi verso l'uscita e un attimo prima che i miei nemici, degli eccellenti corridori, mi potessero prendere ero scappata totalmente dalla mia casa, illuminata da un faro.Andai verso il garage, poco distante da me, notai con grande stupore che la macchina di papà aveva il motore acceso, immediatamente decisi di correre verso d'essa e prima che potesse partire mi intrufolai nel baule, questo era già aperto e io ne approfittai, nascondendomi tra mille borse dure e nere, ma a causa della mia poca altezza ed eleganza andai a sbattere contro una di esse e mentre il portone veniva chiuso, sibilavo uno sbuffoso 'ahia', trattenendo anche uno sbadiglio immenso; la macchina partì di botto, facendomi cadere altre borse addosso e saltando ogni volta che c'era una buca.
"È stato uno dei viaggi più brutti, non puoi capire, Mary!"
"Immagino... ma ti prego, continua" Disse lei, obbligandomi ad andare avanti."Ok" Risposi soltanto.
Appena la strada fu un pochino più tranquilla, alzai lo sguardo e vidi tantissime case luccicanti, con un giardino curatissimo ed alcune volte dei piccoli gnomi che badavano alla casa illuminatissima; la macchina si fermò all'improvviso, facendomi sbattere per l'ennesima volta nella borsa nera di fianco a me, poi, alzandomi totalmente per vedere verso i sedili, vidi papà che attraverso la radio fece comparire sul vetro una donna vera, ma un pochino più graffiata e piccola e iniziò subito a parlare "Buonasera agente segreto 88, stiamo per iniziare una controversiva contro la famiglia Aldini, si prepari." Aveva un tono serio e formale, ma anche papà era così "Bene, inizi la procedura 19." In quel momento la macchina e anche il guidatore, vennero trasformati e cambiati in un secondo, l'auto era diventata tutta nera, con aggeggi super tecnologici in ogni parete, aveva anche la macchina del caffè apposto della radio, era strafantastica! Papà era vestito in smoking nero, con una cravatta nera anch'essa, aveva anche la pistola nei pantaloni; poi la donna, scomparsa nella trasformazione, comparì di nuovo, in tutta la sua freddezza "Ora che lei è pronto, possiamo iniziare la missione" disse tutto d'un fiato, rovistando tra qualche foglio "Abbiamo a che fare con la famiglia Aldini, una delle più mafiose e malvagie di questa zona; ora le mostro la foto del loro boss" Quando finì la frase, comparse un immagine di un signore, abbastanza grasso che aveva un' espressione accattivata mentre fumava tranquillo un tabacco "Lui è Guglielmo Aldini, è venuto in questa casa per negoziare con altri boss e ora si trova lì. Bene agente segreto, la sua missione è di catturarlo vivo, saremo noi a interrogarlo." "Affermato" Rispose con certezza papà che era rimasto impassibile da quel momento, aprì lo sportello della macchina ed uscì, io ne approfittai, cercando di svincolare verso i sedili riuscendoci con molta fatica e appena mi nascosi meglio sentii il baule aprirsi, tirando fuori le borse che mi avevano perseguitato durante il viaggio, poi da una di esse prese una pistola molto grande e pesante all'apparenza e qualche altro marchingegno che attaccò allo smoking per poi dirigersi di soppiatto verso la casa. Dalla mia posizione potevo vedere la sala da pranzo dove scorsi chiaramente una grande tavolata, notando anche le persone sedute attorno, vestite in giacca e gravatta, ridevano e scherzavano tra di loro però non abbasavano mai la guardia pur bevendo una insolita bevanda, color giallognola e frizzante; di fianco a loro vidi degli altri uomini più autorevoli, vestiti anche loro in modo elegante, tenevano in mano una pistola dove alcune volte le davano una sistemata veloce. Poi all'improvviso la luce si spense e si sentirono delle lamentele di sottofondo, dopo alcuni minuti quando la luce ritornò, tutti i presenti di quella stanza stavano impugnando un' arma, puntandola a chiunque, poi mio padre prese per il collo un uomo alle spalle che lo portò con sé nell'altro corridoio; da lì tutti erano nel panico, non sapevano cosa fare, poi la luce si spense di nuovo, facendo iniziare una vera e propria sparatoia, se ne fregavano totalmente a chi potessero colpire, loro lo facevano e basta; si vedevano solo i colpi emessi dalla pistola e fecero così tanto baccano da rompere anche la finestra che mi permetteva di vedere la scena, poi la luce si accese, mostrando che tutti i presenti erano sdraiati per terra, tranne uno che grazie alle foto mostrate dalla donna, sapevo già chi fosse: il signor Guglielmo. Era nel panico più assoluto, non aveva più scampo contro il mio papà che si avvicinava sicuro verso di lui, ma in uno scatto l'uomo fece vedere a mio padre che aveva attorno alla cinta una mini bomba innescata dicendo " Ti ho in pugno agente segreto 88! Ora con delicatezza mi permetta di andare via da questo macello." Finì, guardandosi attorno stizzito; papà non fece altro che annuire, permettendogli di andare verso il giardino, ero sorpresa e ammaliata e mi chiedevo soprattutto perché papà non lo aveva ancora preso a cazzotti. Quando uscirono, papino prese dalla tasca una pistola puntandola alla sua tempia e dicendo "La dichiaro in arresto Guglielmo Aldini" Alla risposta l'uomo non fece altro che sorridere soddisfatto "Ha dimenticato la bomba, signor agente segreto" Mio padre rimase risoluto e imperterrito guardandolo negli occhi per poi rispondere "Quello è un ordigno falso, l'ha localizzato ed esaminato il mio AG, mentre usciva dalla casa, ora stia fermo!" Urlò mio padre avvicinandosi lentamente al soggetto "Mi dispiace, signor agente 88, ma non posso farmi prendere, capisce? Alla prossima!" Disse prima che un elicottero, grande e bianco, volasse sopra di lui, lanciando all' uomo una scaletta, mio padre non poté far altro che chiudere gli occhi per il troppo vento, prima che la persona venga portata via da quel mostro di accaio. Il mio papà ritorna alla macchina impassibile, chiudendo la portiera alle sue spalle, la donna compare subito dicendo "Ben fatto agente segreto 88, il localizzatore da lei emesso e attaccato sul soggetto è ora nelle nostre mani, così sapremo dov'è potrà dirigersi, la sua missione è finita, torni a casa." In quel momento la macchina ritornò quella di prima che io conoscevo tanto, notai soltanto in quel momento che i miei occhi si stavano lentamente chiudendo, dovevo avere veramente molto sonno; guardai nello specchietto della macchina e vedevo lo sguardo di papà puntato su di me, freddo e impassibile come al solito e mentre chiudevo definitivamente gli occhi sentii soltanto "Brava Jane" prima di addormentarmi in un sonno profondo.
"Mh... Jane, penso proprio che hai preso un granchio." Disse Mary, guardandomi dall'alto in basso come se io fossi una pazza "Perché?" Risposi piuttosto offesa dalla sua affermazione azzardata. "Secondo me, hai sognato tutto" Concluse, sospirando leggermente come se volesse dire da molto tempo quella frase. "Non è vero! Ti giuro che non ho sognato tutte quelle cose" Dissi cercando di fargli capire che era vero. "Lo so, però... è troppo strana tutta quella storia, mi dispiace, ma secondo me non è così" Finì, prima di riniziare a colorare, distongliendo il mio sguardo. Da quel momento, per tutto il giorno, non ci siamo più parlate, cercando in tutti i modi di ignorarci, quando finì la giornata scolastica andai subito da mio padre che mi aspettava con la macchina, salii in maniera poco elegante e urlai un:"Ciao, papà!"
"Ciao, tesoro; sei pronta ad andare a scoprire il mondo degli agenti segreti?"
"Certo!" Risposi, mostrando uno dei più bei sorrisi che avessi fatto. Ora sono certa del fatto che il mio papino torna sempre dove ci sono le sue proprietà degli agenti segreti ultra incredibili.

Spazio autrice:
Finito finalmente!! *festeggia da sola* è stato terribile, ma divertente allo stesso momento e dopo un po d'intoppi, l'ho completato tutto!! In fatto di trama, ho voluto dare una mia chiara interpretazione della frase per il concorso, cercando di essere il piú originale possibile, cosí ho optato per una storia raccontata da una bambina delle elementari, con qualche stereotipo sugli Italiani (ad esempio il fatto che siano mafiosi )E su questo non uccidetemi!!! Vi prego! Ho semplicemente voluto usare questo stereotipo italiano per ridicolizzarlo, annularlo, insomma non voglio che ci sia questo tipo di pensieri sugli italiani e cosi l'ho reso insignificante, spero capiate. C:
Ho reso questa storia di vostro gusto? Vi ho annoiato?? (spero proprio di no) Se volete lasciare un commento fatelo pure, accetterò senza problemi critiche costruttive, se avete domande risponderò in tutti i modi, ora vado e alla prossima!! :D

Concorsi E CoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora