Chapter Five.

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"Alex, mi aiuti a decidere cosa indossare?" chiesi, entrando in camera sua.
Lo trovai a petto nudo, mentre si provava qualche camicia.
"CLARA, BUSSA LA PROSSIMA VOLTA!" urlò, arrabbiato, mentre si copriva
Sorrisi vedendolo.
"Non devi vergognarti Alex. Sono solo io. Ti ho visto anche peggio." dissi, appoggiandomi allo stipite della porta.
"Mi da fastidio. Sai che mi odio" disse, abbassando lo sguardo.
Mi avvicinai a lui, alzandogli il mento con due dita.
"Alex, sei un ragazzo stupendo, nel vero senso della parola. Ti ho ripetuto moltissime volte che non devi odiarti, perché tu sei perfetto così come sei. Non hai nulla da invidiare agli altri, anzi, sono gli altri che devono invidiare te. -dissi, guardandolo negli occhi- Ora, togliti questa cosa da davanti che ti aiuto a scegliere la camicia." continuai, spostandomi davanti al suo armadio.
"Posso farlo da solo, tranquilla" disse Alex.
"Sh. Prova questa" dissi, passandogli una camicia blu scuro.
Alex la provò, per poi spostarsi davanti lo specchio.
"Non mi convince" disse, abbassando lo sguardo.
"Stai scherzando? Ti sta benissimo Alex, smettila di sottovalutarti o ti prendo a sberle" risposi, seria in volto.
Alex mi abbracciò, stringendomi a sè.
"Ti voglio bene cogliona" disse, appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Te ne voglio anche io idiota" risposi, sorridendo sul suo collo.
Ci staccammo dall'abbraccio.
"Quindi metto questa?" chiese sorridendo, indicando la camicia che indossava.
"Si, ora aiuti me però, vero?" chiesi, facendo il labbruccio.
Alex sospirò, prima di annuire.

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"Che dici? Questo nero o questo rosa?" chiesi ad Alex, mostrandogli entrambi i vestiti.
"Provali e vediamo quale ti sta meglio" rispose sorridendo.
Andai in bagno, mi spogliai ed indossai il vestito nero, per poi uscire e farmi vedere da Alex.
Il vestito nero era a maniche lunghe, arrivava alle ginocchia e aveva delle parti in pizzo.
"Bene, ora prova l'altro" disse Alex, dopo avermi squadrato.
Tornai in bagno, tolsi il vestito nero ed indossai quello rosa.
Quest'altro, invece, arrivava a metà coscia, aveva una scollatura sul retro che finiva a metà schiena, senza maniche.
Uscì dal bagno e tornai da Alex che alzò lo sguardo dal cellulare, squadrandomi un paio di volte, restando a guardare un punto fisso.
"Alex? Svegliatiii" dissi, passandogli una mano davanti agli occhi.
"Eh cosa? Si scusa, mi sono distratto" rispose, guardandomi negli occhi.
"L'avevo notato -dissi ridendo- Allora? Questo com'è?" chiesi poi, girando su me stessa.
"Stupendo, ma non è troppo scollato? Insomma, io devo cantare e non posso fare a cazzotti con chiunque ti si avvicini" rispose guardandomi.
"Alex, non devi fare a cazzotti cin nessuno. Tu stasera canterai e ti divertirai, so badare a me stessa" dissi, rassicurandolo.
"Okay, però stai sempre accanto a Giò, non si sa mai" disse, prima di uscire dalla camera.
Alzai gli occhi al cielo, per poi tornare in bagno.
Mi spogliai, di nuovo, ed entrai in doccia.

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"Clara? Sei pronta?" chiese Alex da fuori la porta della mia camera.
"Mi sto mettendo le scarpe, arrivo subito" risposi, mentre mettevo i tacchi.
Presi la giacca di pelle, la borsetta e scesi giù.
"Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia migliore amica?" chiese Alex, appena mi vide.
"Perché? Sto tanto male?" chiesi, dispiaciuta.
"No, solo che...sembri un confetto" rispose, trattenendo una risata.
"Eddai, non è che perché sono vestita completamente di rosa ora sembro un confetto." dissi, trattenendo una risata anche io.
Se non fossi umana ora sarei davvero un confetto.
Oltre al vestito, ho anche i tacchi, il rossetto e la borsetta rosa.
"Ma tu non odiavi il rosa?" chiese, mentre ci avviavamo in macchina.
"Lo odio tutt'ora" risposi, accendendo una sigaretta.
"Se lo odi allora perché ti sei vestita tutta di rosa?" chiese Giò, visibilmente confuso.
"Era tanto per cambiare, ma visto il dramma che ne state facendo non mi ci vestirò più. D'ora in poi sarò fedele al mio nero." risposi, buttando la sigaretta e chiudendo la portiera.
Dopo una mezz'oretta arrivammo al locale.
"Wow, è stupendo" dissi, restando a bocca aperta.
"Chiudi la bocca che entrano le mosche" disse Giò ridendo.
"Oppure qualcos'altro" disse una voce dietro di me.
Genn.
Mi girai, guardandolo male per il commento appena fatto.
"Beh, sappi che quel 'qualcos'altro' non sarai tu, se è questo che intendi" risposi fredda.
"Bambolina, tanto cadrai anche tu ai miei piedi e quando lo farai mi pregherai di venire a letto con te" rispose Genn, avvicinandosi a me, con un fastidioso ghigno in faccia.
"Ti dico una cosa. -dissi, avvicinandomi al suo orecchio- Io prego solo quando sono al centro commerciale e vedo qualcosa che mi interessa. Quindi levati dalla mente che io pregherò te, perché non succederà mai" continuai, per poi andare dagli altri.

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I ragazzi avevano appena finito di esibirsi e dire che sono stati fantastici è dire poco.
Tutto il locale era in balia della loro musica e questo ha reso Alex davvero felice, credo di non averlo mai visto così felice.
E la sua felicità è anche la mia.
Ora eravamo in cerchio, a giocare a 'obbligo o verità'.
Credo che sia un gioco infantile.
"GIRO IOOO!" urlò una ragazza dai capelli rossi, Carmen mi sembra.
Girò la bottiglia, che si fermò su di me.
Alzai gli occhi al cielo, un classico.
"Obbligo o verità?" mi chiese subito dopo la ragazza.
"Verità" risposi, più sicura che mai.
"Il posto più strano in cui lo hai fatto?" chiese la ragazza, dopo averci pensato qualche secondo.
'Domamda più scontata no eh?' pensai tra me e me.
"Al cinema, durante la proiezione del film" risposi, prima di girare la bottiglia.
Continuammo così per diversi giri, fino a quando la bottiglia non si fermò su Genn.
"Obbligo" rispose subito lui.
"Devi baciare lei" disse un ragazzo, indicandomi.
Spalancai gli occhi.
Io dovrei baciare quel coso? Ma neanche per sogno!
"Ma non se ne parla!" urlai
"Eddai, è solo un bacio" rispose il ragazzo che aveva detto l'obbligo.
"Ma non ci penso nemmeno. Preferirei essere rinchiusa in gabbia piuttosto che baciarlo" risposi, alzando la voce.
"Clara, è un cazzo di bacio porcocarciofo, non ha detto mica di portarti all'altare" disse Genn, roteando gli occhi.
"Non me ne frega, io non ti bacio " risposi, sbuffando.
"Infatti non sei tu che devi baciare me, sono io che devo baciare te" disse, prima di avvicinarsi a me.
Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Genn aveva entrambe le mani sul mio viso, mentre le mie erano in aria.
'Cazzo se bacia bene' pensai, mentre Genn portava le sue mani su i miei fianchi.
Appena chiese accesso con la lingua, mi staccai.
"È durato anche troppo" dissi, prima di allontanarmi da lui e uscire fuori.
Mi sedetti su una panchina e accesi una sigaretta.
"Clara" sentì chiamarmi da dietro.
Mi girai, trovando Alex sulla soglia della porta del locale.
Si sedette accanto a me, circondandomi il collo con un braccio.
Appoggiai la testa sulla sua spalla, continuando a fumare.
"Ti chiedo scusa a nome suo" disse solo, guardando un punto indefinito davanti a noi.
"È okay Alex, davvero." risposi, buttando il mozzicone per terra.
Restammo così per un po', godendoci il silenzio.
Alex era, per qualche aspetto, simile a me.
Entrambi adoravamo il silenzio, ma dopo un po' il silenzio era straziante, così lo interrompevamo facendo i coglioni.
"Tua madre ti ha chiamato?" chiese Alex, mentre mi accarezzava i capelli.
"Mhmh" mugolai in risposta
"Neanche tua sorella?" chiese, confuso.
Ormai conosceva tutto di me.
Due 'mhmh' per dire no, uno per dire si, uno prolungato per dire forse.
"Lei mi ha scritto che le manco e che senza di me quella casa è un inferno. Due bambini piccoli che piangono e fanno danni, una madre assente, un patrigno che a malapena li considera e lei che deve occuparsi di gestire una casa. Mi sento in colpa per averla lasciata in questa situazione" confessai, stringendomi più ad Alex.
"Clara, non potevi continuare con quella vita! Sono stato a casa tua un sacco di volte, ed eri più mamma tu per loro che tua madre! Li hai praticamente cresciuti" rispose Alex.
"Lo so Alex, ma davvero, mi sento in colpa per averle lasciato una cosa così grande da
gestire. A malapena ci riuscivo io, figurati lei" dissi, guardandolo negli occhi.
"Tua sorella è in gamba, se la caverà, fidati" rispose, accarezzandomi una guancia.
Sorrisi a quel gesto e abbassai lo sguardo.
"Entriamo? Sto congelando " dissi, tornando con lo sguardo su di lui.
Alex annuì e rientrammo nel locale, continuando a fare i coglioni.

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SONO TORNATA CON UN NUOVO BELLISSIMO, STUPENDO, IMPERDIBILE CAPITOLO, TUTTO PER VOI.
OKAY BASTA, LA SMETTO DI FARE LA COGLIONA.

SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO , LASCIATE UNA STELLINA E UN COMMENTO, SE VI VA EEEEEEEEEE

DA NOEMI È TUTTO,
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CI VEDIAMO AL PROSSIMO
CAPITOLO.❤

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