La manticora mostrò i denti contro di me e la coda continuava a sbattere contro le pareti. Non riusciva a muoversi bene in quel luogo, potevo sfruttare quella cosa a mio vantaggio.

Non dovevo farmi prendere dal panico, sapevo di essere morta, ma come figlia di Atena dovevo usare la mia mente fino alla fine.

Tentò di afferrarmi con una zampa ma indietreggiai, sfilando il mio pugnale dallo zaino.

- A noi due.

Liberò la coda e la fece scattare, ma ci fu una curva la manticora andò a sbattere contro il lato della carrozza. Era bloccata, mi feci coraggio e tentai di colpirla sul fianco, proprio in quel momento le porte si aprirono e questa scivolò fuori, schiacciando una bambina. La gente si sparpagliò, ma la madre della bambina rimase paralizzata.

- Scappi via, o la ucciderà!

- La mia... bambina...

- Merda.

Uscii un secondo prima che le porte si richiudessero e che il treno riprese la sua corsa.

La manticora si voltò verso la donna, che piangeva disperata.

- Ehi, faccia di roditore!

Il mostro non mi degnò di uno sguardo, ma con un movimento fulmineo rizzò la coda e riuscii ad evitare l'aculeo solo per qualche centimetro. Rotolai in avanti e conficcai la lama nella zampa posteriore.

La manticora sibilò e indietreggiò verso le scale. Non era sparita nella solita nuvola dorata.

Fui presa dal panico, come potevo uscirne?

Avevo una bambina morta alle spalle e la madre in ginocchio e agonizzante alla sinistra e una manticora apparentemente immortale davanti ai miei occhi.

Qualcosa tagliò l'aria e il mostro venne schiantato a terra.

La porta dei bagni si spalancò e ne uscì una donna vestita di nero.

"Oppugno" pronunciò e cinque uccellini fuoriuscirono dalla punta del ramoscello che teneva in mano. Questi si schiantarono contro la manticora che gemette di dolore, ma si rialzò pronta a combattere.

- Non credo proprio – disse la donna. – "Ardemonio!"

Delle fiamme presero vita dal terreno circondandolo e prendendo la forma di un enorme serpente si tuffarono sul mostro.

La donna fece un gesto e tutto si spense. Il pavimento era completamente annerito, ma della manticora non c'era traccia.

Lei si avvicinò alla madre e tentò di consolarla. Aveva gli occhi marroni e dei folti capelli bruni. Alta, magra e sembrava sicura di sé, come se fosse stata in quelle situazioni mille altre volte. Poi mi accorsi dell'abito nero, lungo, senza scollature e a maniche lunghe.

Tornava da un funerale ed era andata in bagno per asciugarsi le lacrime. Notai la borsetta ancora a terra sul ciglio della porta con il pacchetto di salviette struccanti che fuoriusciva.

- Ragazza, vai a chiamare la polizia, digli che è urgente – mi ordinò la donna.

L'altra, nel mentre, la supplicava di far tornare in vita la sua bambina.

- Non si può – le rispondeva. – Non esiste incantesimo per questo...

Sembrava triste tanto quanto la madre, quasi come se la capisse.

Io non mossi un piede, non potevo far arrivare la polizia. Avrebbero fatto delle domande e io avevo una missione da portare a termine, altrimenti il campo avrebbe fatto una brutta fine.

Crossover Challenge (C.C. Prove Contest)Where stories live. Discover now