-L'inizio

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Jacob odiava le giornate soleggiate e allegre, che impregnavano l'aria di sentimenti positivi e pieni di voglia di vivere. Era uscito da quella maledetta casa, odiava i suoi genitori, se potevano essere definiti tali; lo stesso odio era rivolto a suo fratello maggiore: un vero somaro, stava ripetendo l'anno per la seconda volta. Da quel giorno in poi la vita di Jacob non sarebbe stata più la stessa, anche se lui non ne era al corrente. S'incamminò verso la sua nuova scuola, la stessa di suo fratello Arold. Non poteva farci niente, era stato cacciato da ben 3 scuole, ormai,in pratica quella era l'unica scuola rimasta in città che fosse almeno di un certo livello, anche se per ricconi con la puzza sotto il naso. Il motivo del perché non l'abbiano espulso erano i suoi genitori, persone con un'influenza pazzesca nella società, e per questo i presidi delle varie scuole chiedevano semplicemente il trasferimento del ragazzo.  Lui odiava tutto questo. Una folata di vento scompigliò i suoi capelli color cenere, si irritò ulteriormente, ma non lo diede a vedere al fratello, che purtroppo, faceva la sua stessa strada. Arrivato nel cortile della scuola, vide le solite ochette, che suo fratello portava a casa, avvicinarsi ad Arold, per poi allontanarsi appena incrociato lo sguardo di Jacob, che infastidito da quelle leccapiedi, sbuffò sonoramente guardando male le ragazze.

L'attenzione di Jacob fu attratta da qualcosa, anzi qualcuno: un ragazzo di media statura, piuttosto mingherlino. Stava appoggiato ad un albero dell'immenso cortile della scuola, molto probabilmente stava leggendo oppure stava ascoltando la musica, forse entrambi, non lo sapeva con certezza essendo il ragazzo molto lontano da lui. Portava un basco nero che si intonava perfettamente con la divisa della scuola, ma che creava un forte contrasto con il biondo quasi bianco dei suoi capelli e con la carnagione cadaverica. La campanella, dal suono stridente e rumoroso, suonò e Jacob sbuffò nervosamente, lanciando un'occhiata veloce al fratello, che stava animatamente flertando con delle ragazze la cui gonna arrivava a malapena a coprire il loro deretano, anzi neanche quello pensò Jacob poco interessato. Si avviò verso la maestosa entrata della scuola, ebbe un brivido che percosse la sua schiena, si sentiva osservato, ma non si curò di tale sensazione. Appena entrato capiva di essere sul serio osservato, non da una, bensì da parecchie persone, il che irritò Jacob; i loro sguardi erano pieni di disgusto e disapprovazione, sguardi ai quali lui era abituato, sarà per i suoi piercings, per i suoi ribelli capelli neri, per la sua carnagione pallida, oppure sarà per i suoi occhi. A lui non importava minimamente e avanzò noncurante fino alla sua aula dove rivide il ragazzo di prima, che risultava ancora più basso di fianco a Jacob, che con il suo metro e novantacinque, superava il ragazzino di una ventina di centimetri, certo, non che quest'ultimo fosse bassissimo. Alzò lo sguardo da sotto il suo basco, guardò Jacob dritto negli occhi, e lui in un attimo capì che non stava guardando un ragazzo bensì una ragazza, lo si capiva dalle lunghe ciglia nere, dalle piccole e rosee labbra, dai delicati lineamenti del viso.

Non guardava Jacob come lo guardavano gli altri, lo guardava con un misto di imbarazzo e confusione, cosa che lo sorprese non poco. "Ehm... Scusa, ci conosciamo?" chiese lei imbarazzata, la sua voce era neutra, né troppo femminile, né troppo maschile pensò Jacob sorpreso. La fissò per un tempo indeterminato, e notò solo allora che gli occhi della ragazza erano di un colore ancora più strano e particolare del suo: erano di un color ametista molto intenso, così intenso che Jacob dovette distogliere lo sguardo, per poi andare a sedersi sull'ultimo posto della fila della finestra; in questo modo avrebbe avuto un po' di pace, suppose speranzoso.

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⏰ Last updated: May 28, 2016 ⏰

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