CAPITOLO DICIOTTESIMO

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Quei riccioli, li avrei riconosciuti fra mille.

In quel istante pensai di essere tornata indietro nel tempo, di almeno 9 anni.

Lui mi guardò attraverso le lenti scure dei suoi occhiali da sole, con la bocca mezza aperta.

"Mio Dio Lois sei tu!!"

La sua voce era identica a come me la ricordavo: dolce e leggera.

"Angelo!" Esclami incredula

Sentii le sue braccia sulla mia schiena, e la sua bocca vicina al mio orecchio.

"Santo cielo non pensavo di trovarti a casa di mio fratello"

Spalancai gli occhi.

"C-che cosa??"

Angelo si staccò da me sfilandosi gli occhiali.

Era rimasto uguale a quando era adolescente, nonostante ora avesse dieci anni in più.

"Si Jason è mio fratello maggiore " confessò alzando le mani.

"M-m-ma.."

"Jason!!"Urlò Angelo ignorandomi e varcando la porta abbracciando il fratello.

Presi Lucas per mano e uscii lentamente.

La notte sembrava aver preso sopravvento anche sulle luci dei lampioni che lanciavano i loro deboli bagliori sull'asfalto.

Non avrei mai pensato che loro due fossero fratelli.

Dopo dieci minuti ero a casa.
Lucas aveva gli occhi rossi, e sbadigliava.

"Vieni che ti rimbocco le coperte"
Lo guidai verso la sua Camera e si adagió sul letto.

"Lois, mi manca la mia mamma.." disse all'improvviso

Gli sorrisi, sdraiandomi vicino a lui.

"Raccontami di lei" esortai.

Non ero sicura che si ricordasse bene della sua famiglia.

"Lei era buona come te, mio papà invece usciva tutte le sere... quella notte che sono scomparsi è venuto a casa nostra un uomo"

Lo abbracciai, facendogli capire che ora non era solo.

"H-ha ucciso la mamma ed è scappato con mio padre"

Sentii che singhiozzava, e gli diedi un bacio sulla guancia.

"Io poi ero solo non sapevo dove andare così sono rimasto li in quell'appartamento.
Speravo che la mamma aprisse gli occhi invece non è successo. È andata in cielo " pianse.

"Tranquillo" cercai di rassicurarlo.

Passò almeno mezz'ora prima che si addormentasse.

Povero piccolo, pensai.

Deve essere stata ancora più dura per lui vedere la madre morta e sapere che suo padre era da qualche parte nel mondo.

Andai a letto, confusa.

Come poteva Jason essere il fratello di Angelo?

Ricordai quando stavo con quest'ultimo: non mi aveva mai detto di avere fratelli o sorelle e non mi portava mai a casa sua, trovando ogni volta una scusa.

Rivedere Angelo, dopo il bacio con Jason era stato come ritrovarsi presente e passato insieme.

Mi intrufolai nel piumino e sospirai forte.

Più andavo avanti e più sentivo che c'era qualcosa di indefinibile in quelle persone.

***

ITALIA 1701, Rovereto

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