CAPITOLO 24 - RINGRAZIAMENTO

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Il Vecchio Airone si avvicinò, con passo instabile, verso un gruppetto di soldati intenti ad addestrarsi con l'arco.
«Non possiamo restare, questa guerra non ci appartiene.» Si fece avanti Macaria piombandosi dinanzi a Barry.
«Abbiamo l'opportunità di salvare tua madre.» Rispose il ragazzo.
«Possiamo salvarla anche senza il loro aiuto.» Si ostinò Macaria arcigna in volto. Riservava rancore per il Riverito Oratore di Acatitlan, nonché suo zio.
«Come possiamo affrontare l'esercito della Triplice Alleanza? Tenochtitlan sarà asserragliata.»
Il ragazzo sperò che Macaria avesse un piano, ma la ragazza non rispose. D'improvviso Izel si intromise nella conversazione e con un pretesto portò via la ragazza.
Tlachinolli, nel frattempo parlava eccitato con il Vecchio Rapace: «Voglio allenarmi anche io.» Disse il bambino supplicando l'anziano addestratore. L'aquila appollaiata sulla spalla del Vecchio Rapace allargò l'ali e spiccò il volo.
«Certo che si.» Rispose l'uomo accennando un sorriso e mettendo in mostra i suoi denti fradici.
«Il bambino non parteciperà alla guerra.» Barry acuì il tuo tono di voce. Si ricordò la promessa fatta a Tlachinolli: gli promise che una volta giunti ad Acatitlan gli avrebbe dato un arco, ma la situazione che si era venuta a creare aveva colto di sorpresa il ragazzo.
«Ragazzo, vedo che hai la mania del controllo. Abbi rispetto di chi è più anziano di te. Se il bambino si dimostra un valido guerriero perché non farlo affrontare una morte dignitosa?» Disse il Vecchio Rapace iniziando a far trasalire Barry. «I guerrieri morti in battaglia saranno accolti a braccia aperte dagli dei.» Proseguì, mentre Tlachinolli gongolò dalla gioia come se avesse ricevuto in regalo un giocattolo.
«Non ho chiesto di far allenare il bambino, e  poi non ha raggiunto ancora l'età per combattere una guerra.» Si spolmonò il ragazzo, cercando un motivo per far cambiare idea al vecchio.
«Ad Acatitlan si impara sin da fanciulli a combattere, e il ragazzo dovrebbe già saper maneggiare un arco per l'età che ha.» Rispose il Vecchio Rapace indispettito.
«So già maneggiare un arco.» Soggiunse Tlachinolli sprizzando felicità da tutti i pori.
Barry  non poteva permettere a Tlachinolli di partecipare alla guerra, anche perché sapeva che le possibilità di sopravvivenza del bambino erano minime. Macaria gli aveva consigliato di lasciarlo a Boyce, ma lui si era opposto.
Iniziò a spazientirsi, facendosi notare dal Vecchio Rapace; Tlachinolli era alle prese con arco appena portatogli da un guerriero aquila.
«Cosa c'è ragazzo, non accetti le nostre regole?» Domandò. Barry fu colto alla sprovvista. Notò che poco prima il Vecchio Rapace aveva notato lo sguardo che lui e l'aquila si erano scambiati.
«Vorrei cambiarle, ma non posso.» Ripose con una nota dolente nella sua voce. Messo alle strette, Barry credé fosse opportuno proclamare bandiera bianca, ma non si sarebbe arreso così facilmente. Di notte avrebbe preso Tlachinolli e insieme a Macaria sarebbe scappato da Acatitlan.
«So che sei contrario alle leggi di questa città, ma non puoi farci nulla. Io stesso ho perso un figlio in guerra. Ma so che gli dei lo accudiranno come l'ho accudito io su questa terra.» Confessò.
«Mi dispiace.» Ribatté Barry. Il ragazzo fu stupito di come il Vecchio Rapace parlò del figlio senza scomporsi.
«Non dispiacerti ragazzo. Piuttosto ora pensiamo al tuo allenamento.» Pochi minuti fa era entusiasta dall'idea di essere allenato dal più grande addestratore dell'Unico Mondo, ma ora era contrariato, visto che nell'allenamento si era aggiunto Tlachinolli.
Il Vecchio Rapace chiamò un soldato, ordinandogli di portare un arco. Ma Barry li interruppe mostrando l'arco ricurvo preso da Boyce. Poco prima di varcare il portale di Acatitlan, aveva premuto il pulsante per mutare l'arma.
«Che sbadato che sono! Non ho notato che hai un arco, l'età fa brutti scherzi.» Aggiunse mellifluo il vecchio e con uno sguardo sornione.


Barry, Tlachinolli e il Vecchio Rapace si spostarono in un luogo adibito all'addestramento del tiro con l'arco. Un gruppetto di tre uomini erano intenti ad allenarsi. L'ultimo che scoccò una freccia mancò il bersaglio, e gli altri due si burlarono di lui. 
«Ragazzi, la vostra giornata d'allenamento è terminata.» Annunciò il Vecchio Rapace liquidandoli. «Vediamo cosa sai fare ragazzo.» Finì indicando come bersaglio un albero.
Barry raccolse una freccia dalla faretra, tese la corda sino al mento, e poi scoccò un freccia centrando un ramo.
«Non male!» Esclamò l'anziano.
Dopodiché scoccò la seconda freccia, ma mancò il bersaglio.

Continuarono fino a quando la luna sovrastò il sole e il buio annerì la visuale. Di sottecchi Barry vide Macaria soggiungere dal varco attiguo all'area di addestramento.
«Vedo che la nostra valorosa guerriera ti chiama. Per oggi basta così, continueremo domani.»
Barry ringraziò il Vecchio Rapace, che se ne andò a passo lento e con il suo lungo mantello rosso che riprodusse un struscio macabro. Preso dalla foga di migliorare la sua mira, Barry non si accorse che tutti i guerrieri abbandonarono l'edificio. Ora, in quella brulla bagnata dalla luce della luna, c'erano soltanto lui e Macaria.
La ragazza teneva fra le mani un vassoio in argilla contenente del pane tlaxcala e della carne affiancata da uova. Barry agguantò il piatto che Macaria gli offrì, divorando in pochi muniti tutte le pietanze.
«Squisito!» Esclamò Barry poggiando il vassoio sul tavolo e trangugiando l'ultimo pezzo di carne
«Era carne di cane.» Sogghigno Macaria. Barry sentì un lieve rigurgito farsi spazio fra le pareto del suo stomaco. «Cosa?» Domandò preparandosi a vomitare. Macaria scoppiò a ridere. Il suo sorriso splendeva anche di notte.
«È carne di tapiro.» Si corresse reprimendo la sua ilarità.
«Sei in vena di scherzare, a quanto vedo.» Il viso Macaria era sereno, privo di alcuna preoccupazione.
«Mio fratello mi ha portato da mia mamma.» Irruppe abbassando lo sguardo ed entrambi se ne restarono in silenzio. Barry strabuzzò gli occhi, strabiliato dalla notizia appena appresa. La mamma di Macaria era viva e per di più era ad Acatitlan.
Barry fece agire il suo istinto: allargò le sue e braccia e le strinse intorno al busto di Macaria. Quell'abbraccio lo bramava dal primo momento in cui quegli occhi scuri si posarono sui suoi. Macaria, sussultò, poi lentamente cinse le sua braccia intorno al corpo di Barry e un subitaneo torpore infiammò l'anima del ragazzo.
Le sue mani gli davano un senso di protezione, di tranquillità; si sentiva a suo agio tra le sue braccia in quelle terra ostile. Barry supplicò che uno stregone malvagio gli lanciasse un incantesimo e li facesse restare per l'eternità abbracciati sotto la luna.
«So che queste parole pronunciate da me ti sembreranno strane, ma sei stato tu a donarmi un barlume di speranza nel tentare di salvare mia madre, ed è per questo che ti sarò sempre grata.» La guardò negli occhi. Nella sua mente balenò l'idea di confessarle tutti i sentimenti repressi che provava. Voleva dirle che quando l'avevano rapita la sua mente era in fermentazione e lavorava incessantemente per poterla salvare, che quando gli allora sconosciuti guerrieri aquila le si erano avvicinati lui voleva difenderla. Ma Barry non le rivelò nulla di tutto ciò. Se ne restò in silenzio a contemplare per l'ennesima volta la bellezza di Macaria.

«Il Riverito Oratore ti aspetta sorella.» Soggiunse Izel dal varco interrompendo la loro prima vera discussione.

Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]Where stories live. Discover now