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Ero ferma sulla soglia della porta del giardino, mentre fissavo la macchina quasi del tutto frantumata e solo quando Simone mi scosse preoccupato mi alzai di botto respirando più velocemente l' aria fredda. Dopo essermi alzata trovai la forza di correre fuori dove vidi Paulo seduto a terra con Paul che lo aiutava ad alzarsi e dopo pochi istanti venne l' ambulanza che lo portò allo Jmedical. Prima che potesse salire su quell' ambulanza i nostri occhi si scontrarono e mi buttai a terra in un pianto quasi isterico. Rientrai in casa afferrando per una mano Diaz e Simone che cercava dannatamente Paul che già seguiva l' ambulanza. Afferrai la manina di Diaz e quasi lo spinsi ad accelerare il passo, il Jmedical non doveva essere tanto lontano da casa Juve. "Mamma sono stanco" Disse Diaz buttandosi a peso pensate sul marciapiede. "Dai Diaz" Ammisi alzandolo e mettendolo in braccio e quella piccola sosta permise a Simone di raggiungerci. "Ci penso io" Disse prendendolo in braccio e quando mi assicurai che era tra le sue braccia incominciai a correre lasciando mio figlio e Simone alle mie spalle e forse molto più indietro. Spinsi la porta del Jmedical continuando a correre e cercando in tutti i modi lo sguardo di Paulo, ma quando entrai in sala d' attesa trovai solo Paul e la madre in compagnia della ragazza di Paulo, Antonella. "Paulo?" Domandai respirando con fatica. "Stanno accertando che sta bene" Ammise Paul. "Cosa è successo a mio figlio?" Urlò la madre in lacrime e mi sentii terribilmente male ero la causa del dolore non solo di Paulo, ma anche della madre e di altre persone. Non mi avrebbe perdonata. Mi sedetti su una delle sedie aspettando che qualcuno ci desse delle notizie. La porta si aprì, ma non quella dov' era Paulo, ma quella d' ingresso. "Mamma" Urlò Diaz correndo verso di me. "Diaz" Urlò Simone provando a stare dietro a Diaz che stava correndo. "Ha attraversato la strada senza di me" Ammise Simone arrabbiato. "Non sei papà hai detto" Ammise il piccolino e mi portai le mani nel viso. "Okay amore stai tranquillo" Ammisi mettendolo sulle mie gambe. "Ascoltami" Dissi "Entriamo da papà?" Domandò e Antonella sgranò gli occhi verso di noi. "Non penso papà ci voglia vedere" Ammisi dispiaciuta cercando di non piangere. La delusione di Antonella aumentò e dai suoi occhi incominciarono a scendere delle lacrime, una dopo l' altra e sembrava non smettere. Mi avvicinai a lei mettendomi nel posto della madre di Paulo, alzata e posto dinanzi a noi. "Simone porta Diaz fuori" Ordinai e lui acconsentì, anche se con difficoltà da parte di Diaz che sembrava arrabbiato. "Paulo ha fatto un incidente a causa mia" Ammisi con lo sguardo in basso. "Paulo non sapeva che aveva un figlio, perchè amava te e non volevo rovinare tutto" Ammisi questa volta guardandola negli occhi. "E perchè hai deciso di farlo ora?" Domandò Antonella. "Non l' ho fatto io, ma l' ha fatto lui" Ammisi. Il dottore uscì "Ha chiesto di Antonella" Ammise e lei senza rivolgermi uno sguardo entrò dentro ed io cercavo ancor di più di trattenere quelle lacrime, che riuscii a mandare via. Chi meglio di me poteva sapere cosa si provava ad essere traditi? Ed io stessa sono stata l' artefice del dolore di Antonella e di Paulo e tutto ciò non poteva che distruggermi ancora. "Vai da lui" Ammise la madre e a sentire la sua voce distrutta alzai il mio sguardo verso di lei. "L' ho sempre saputo, ha i suoi stessi occhi e il suo stesso sorriso" Ammise e sorrisi per poi alzarmi e andare verso quella stanza. La porta socchiusa mi lasciò vedere la scena. Paulo era sul lettino, penso che stia bene e quello era l' importante e Antonella era al suo lato alzata che gli stringeva la mano e lui a sua volta. "L' ho saputo oggi ti giuro" Ammise e Antonella mantenne sempre lo sguardo basso, fino a quando lui non gli alzò con un gesto delicato il viso. "Ti amo, sarà mio figlio e lei sua madre, ma tu per lui potrai essere come una madre, proprio come lo è stato Simone in questi tre anni" Ammise Paulo. Non so perchè dovevo vedere quella scena e lasciarmi distruggere, ma non trovai nè la forza di entrare, nè di andarmene. Antonella si piegò verso Paulo e si abbracciarono. "Mamma" Urlò Diaz facendomi sbattere la spalla contro la porta che si aprì. "Scusate non" Ammisi con lo sguardo basso. "Tranquilla" Ammise Antonella. "Ciao" Disse Diaz. "Ciao" Disse Antonella sorridendogli. Misi la mano dietro la nuca di mio figlio spingendolo dentro la stanza. "Tu sei il mio papà" Ammise Diaz guardando con occhi luccicanti Paulo. "Si" Ammise lui sorridendogli con gli stessi occhi. Diaz si avvicinò e Antonella lo alzò mettendolo sopra Paulo. "Ho sempre desiderato te come mio papà. Simone non è stato bravo con mamma" Ammise Diaz. Tirai su con il naso, cercando di mandare via quelle lacrime che cercavano di sgorgare fuori, mentre altre erano riuscite ad uscire e mi girai andandomene. La vita è fatta di scelte,ma se non si rischia non si saprà mai se ciò che hai fatto è stato giusto, ma in quel momento nella mia vita avevo rischiato fin troppe volte. Venni stretta dalle sue possenti braccia, mentre le lacrime scendevano lungo le mie guance e terminavano sulla sua maglietta.

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