12) Ti porto nel mio mondo.

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" Quando mi svegliai il giorno seguente, ti cercai con il braccio. Il letto era vuoto, però. Aprii gli occhi per vedere se eri in camera. Ti chiamai ma niente. Mi alzai, ancora con gli occhi semichiusi. Arrivai alla scrivania per prendere il mio cellulare e chiamarti. Lì sopra, però, fui distratta dalla vista di una busta. Quelle solite buste bianche in cui si mettono le lettere da spedire. Mi guardai intorno pensando potesse essere di Chiara. La capovolsi e però, lessi il mio nome. << Per Elodie. Tuo Lele >> aprii immediatamente la busta. Ci ritrovai un bigliettino con su scritto << COSTRUIRE con te una storia d'amore è l'unico destino che mi pare possibile, ormai. Ti amo e voglio dimostrartelo ogni giorno. Inizio da oggi, con questo pensiero. Ci tengo molto a questo oggetto, e tu lo sai. Ne abbiamo parlato. Ma so che è in buone mani. Anche perchè non sarà mai tanto lontano da me, visto che TU NE SEI DIVENTATA UNA PARTE>>. Ricordo il mio sorriso ebete. Frugai nella bustina e ci ritrovai dentro un anello. Non era un anello qualsiasi. Era il tuo. Quello della tua famiglia. Sapevo la storia che c'era dietro a quell'oggetto. Sapevo quanto tu ci tenessi. E sapevo anche che darlo a me significava per te tantissimo. Presi l'anello e lo infilai sul dito. Mi guardai la mano, come si fa quando si indossa per la prima volta la fede nuziale. Sorrisi ancora una volta. Iniziai a prepararmi e decisi di scendere a fare colazione, certa di trovarti lì.. " guardo Lele che ha ripreso la sua postura ed il suo sguardo rilassato. Continuo: " ricordo quei giorni, come probabilmente, i più sereni della mia vita. Anche le lezioni nella scuola andavano molto meglio. Ero riuscita a riprendere dei rapporti con alcuni compagni, che sembravano ai miei occhi irrecuperabili. Diciamo che la cura Lele, stava facendo effetto. Durante la settimana i nostri compagni mi elessero, per la seconda volta, capitano di una squadra. Naturalmente ti presi in squadra con me. E durante la registrazione ti schierai, per la prova finale. Quella più importante. Volevo dimostrarti quanto mi fidassi di te, anche in quanto artista. In quella registrazione, però, qualcosa era andato storto. Un voto, secondo me, completamente sbagliato di Moro aveva fatto perdere la nostra squadra. E la conseguenza fu la maglia della sfida. Non solo per me. Ma anche per te e per Andreas. Non potevo crederci. Ero furibonda!" dico alzando di un'ottava la voce.

" L'abbiamo notato tutti amò. Litigasti addirittura con Moro. Ma io ero dalla tua parte. Come sempre d'altronde. Quel sabato, vederti indossare la maglia della sfida mi fece provare una paura mai provata prima. Non avevo pensieri su di me. Eri più importante tu in quel momento. Quando Maria ci disse che io avrei fatto la sfida la settimana seguente, mentre tu dovevi farla subito, per poco non svenivo. Sapevo che l'arrabbiatura di poco prima ti avrebbe portata a non goderti le tue esibizioni. Ed avevo paura. Ricordo Chiara che mi accarezzava, che mi sussurrava di stare tranquillo. Mi diceva che sarebbe andato tutto bene. Ed io non ne avevo dubbi. Ho sempre creduto che tu non potessi mai uscire. Ero più preoccupato per te, per il tuo stato d'animo. Perchè lo sentivo. Ti sentivo dentro come ormai succedeva da tempo. Pensavo che non potevo perderti proprio in quel momento. Il momento in cui ti avevo trovata. In cui ti eri lasciata trovare, del tutto. Alla fine della sfida, ricordo il led colorato di verde. Ricordo il tuo nome comparire. E ricordo il mio cuore, che per poco non scoppiava di felicità. Di sollievo. In quel momento non mi interessava più di nulla. Neanche della mia sfida. Ci avrei pensato poi.." conclude Lele guardandomi dritta negli occhi.

" Io invece" proseguo prendendo parola al posto suo " appena finita la sfida volevo solo stare con te. Abbracciarti e tranquillizzarti. Sapevo che aspettare un'intera settimana per la tua sfida ti avrebbe reso nervoso. Sapevo che odi aspettare. Sapevo che avrei dovuto starti accanto. E sapevo anche, di non esserne in grado. Di non averne la forza. O almeno era ciò che pensavo fino a quel giorno. Il giorno successivo, era ormai Sabato, decidemmo di restare insieme a Roma e di uscire per una serata di coppia. Ti chiesi però, quel pomeriggio di accompagnarmi a casa di mio padre per prendere qualche vestito. Ti dissi: << amo mi accompagni a casa di mio padre? devo prendere dei vestiti  dato che non ne ho più! >> ricordo la tua faccia. Gli occhi sbarrati per la paura di dover affrontare il papà della tua fidanzata. Scoppia a ridere e venni a darti un bacio sull'angolo della bocca e singhiozzando per le risate ti tranquillizzai << cretino mio padre non c'è! >> Mi guardasti divertito e mi dicesti una cosa che non dimenticherò mai, come tutte le altre ormai: << anche se dovesse esserci non ci sarebbe alcun problema amo. Ho solo paura di non piacergli. Per il resto sono pronto e convinto di voler stare con te e fare le cose per bene. Serie, insomma>>. Ti abbracciai forte e ti baciai il collo, come faccio sempre quando sono felice ed imbarazzata. Uscimmo dopo qualche ora dal residence e ci recammo a casa di mio padre. La casa, come ti avevo detto, era vuota. Accesi la luce e ti condussi alla mia cameretta. Ti vedevo mentre camminavi per tutta la stanza, analizzando ogni singolo angolo. Eri avido di informazioni su di me. Sapevo che in quel luogo potevi trovare tutto ciò di cui avevi bisogno. Tutto ciò che non avrei saputo raccontarti io. Sapevo di non aver mai portato nessuno lì dentro. Era come un luogo sacro per me. E se ero riuscita a portartici era perchè sapevo di voler stare con te per sempre. O comunque per più tempo possibile. Al per sempre, dopo la storia di mia mamma e mio padre, ci credevo poco. "

 Il bello viene nel lasciare spazio al resto.Where stories live. Discover now