17) #costruire

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" Il Sabato successivo accadde qualcosa di molto importante per noi" inizio a raccontare io. "Ti vedevo agitato da due giorni ormai, credevo tu mi nascondessi qualcosa. Ed il nostro rapporto ne aveva risentito molto. Avevamo avuto piccoli litigi, dovuti proprio ai miei dubbi. Non facevo altro che chiederti se andasse tutto bene, se mi dovessi dire qualcosa. Ma tu negavi. I tuoi occhi, però, ti tradivano. Li conoscevo troppo bene ormai. Fino a quel sabato mattina. << Didì>> esordisti << devo dirti una cosa importante >>. Mi si formò subito un nodo alla gola, temevo il peggio. Pessimista come sono, immaginavo fosse qualcosa di brutto. Pensavo volessi confessarmi un tradimento, volessi lasciarmi, volessi dirmi che le cose per te erano cambiate. Mi misi, quindi, seduta sul letto. Braccia e gambe incrociate, sulla difensiva. Già pronta a prendere il colpo. << Dimmi >> ti dissi in un sussurro. Non riuscivo a guardarti in faccia, ma una tua mano sotto il mento mi obbligò a farlo. << Oh amò, ma che hai? non voglio dirti nulla di brutto, anzi..>> mi dicesti a mò di rassicurazione. I miei nervi si distesero percettibilmente, ma la difesa non crollò del tutto. Ti guardai decisa negli occhi, però. <<Lele, dimmi. Ho l'ansia >> sbottai irritata. << Okok. Non pensavo di metterti così tanto di cattivo umore. Da due giorni, i miei genitori mi hanno informato che oggi e domani verranno qui a Roma, con il mio fratellino, per stare un po' con me..>> mi dicesti, facendo una pausa per studiare la mia reazione. Rimasi immobile, ma ero molto più sollevata sapendo che ciò che avevi da dirmi, non riguardava me in prima persona. Mi chiedevo però, perchè tutto quel mistero per quella bella notizia. << Bello. Mi fa piacere per te amò!>> ti dissi, risultando poco convinta probabilmente, perchè subito sorridesti malizioso alle mie parole ed esclamasti: << le bugie non sono arte tua scemolì. E poi non ho finito>> mi prendesti una mano e mi trascinasti seduta sulle tue ginocchia. << Ci ho pensato molto su, te ne sarai accorta in questi giorni. Avevo paura della tua reazione, e non volevo metterti ulteriori ansie addosso>> conclude Lele, lasciandomi intendere qualcosa. Finalmente capii. << I miei genitori avrebbero piacere nel conoscerti, vorrebbero cenare con noi stasera>> mi dicesti chiaramente tu, finalmente. Spalancai la bocca per riprendere fiato. Non volevi mettermi ansia, pensai? Per la prima volta non eri riuscito nel tuo intento. Un moto di paura si impossessò del mio corpo, immediatamente dopo le ultime frasi pronunciate da te. << Oh amò, non dici niente? >> mi riportasti alla realtà tu. Ti abbracciai forte, non sapendo cosa fare o dire. << Elodie, sarà una cena. Stai tranquilla, non è niente di così difficile. E poi, loro già ti conoscono anche se non di persona, e ti adorano. Son sicuro che sarà lo stesso dopo questa sera. Anzi, sarà ancora meglio>> cercasti di tranquillizzarmi tu. Ma questa volta, senza successo. Cercai di riprendere le mie facoltà mentali e sussurrai un flebile: << ok. Ma non so cosa mettere. Devo andare a comprare assolutamente qualcosa!>> ti risposi in preda al panico. << Amore mio, ma tu anche con un sacco nero, sei magnifica. Ti prego, non preoccuparti di cose inutili>> mi sussurrasti tu, guardandomi con sincera venerazione. Ti abbracciai ancora più forte, e ti schioccai un bacio sonoro sulle labbra. << Grazie amore, ma in ogni caso vado a comprare qualcosa. Ci tengo a fare bella figura>> ti dissi lasciandoti lì, sul letto, prima di uscire per una nuova missione. Trovare qualcosa di carino per far colpo sui miei suoceri". 

Lele mi guarda intenerito. Sa quanto per me quella giornata sia stata fonte di agitazione. Lo accarezzo e continuo: " io e Chiara, girammo mezza Roma alla ricerca di qualcosa di semplice, essenziale ma carino. Per Chiara tutto andava bene, stavo bene con qualsiasi cosa. Per me, c'era sempre qualcosa che non andava. Fino a quando, in un negozio, trovai finalmente ciò che faceva per me. Comprai una gonna lunga fino al ginocchio di un colore particolarissimo. Era un verde smeraldo magnifico. La commessa del negozio, mi fece provare varie combinazioni, ma mi innamorai subito di una camicetta nera attillata, che potevo mettere all'interno della gonna. Comprai tutto ed uscii finalmente soddisfatta dei miei acquisti. << Elo, che scarpe userai?>> mi chiese Chiara facendomi tornare mille dubbi. Entrammo, quindi, in un altro negozio per sceglierne un paio. Non volevo mettere il tacco. Mi sembrava troppo elegante, troppo formale. Avevo paura di risultare troppo fuori luogo. Snob, in qualche modo. Decisi, quindi di  scegliere un paio di stivaletti bassi, neri con delle fibbie argento. In camera avevo degli orecchini argento e verde smeraldo, per cui era fatta. Finalmente la missione era terminata. Tornammo di fretta e furia al residence, dato che si erano già fatte le 18.00 ed avevo solo due ore per prepararmi".

 Il bello viene nel lasciare spazio al resto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora