02 - Il fascino della morte

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Persefone.


L'ancella che il signore mio marito ha messo al mio servizio porta l'abito della mia incoronazione. Mi spoglio dai fiori e indosso il nero fino a confondermi con il buio che pervade questo luogo. I miei capelli del colore del fuoco vengono raccolti per mettere in risalto il mio collo marmoreo e la mia bocca viene tinta di nero.
Sono anche io uno spettro ora, una pallida imitazione di quello che ero.
Ricordo il sole, ricordo il caldo mentre ora brividi scuotono le mie braccia scoperte; ricordo l'erba solleticare i miei piedi scalzi mentre ora scarpe battono su un terreno brullo. C'erano i fiori, il rumore del vento tra le foglie, il fiume che scorre verso il mare. Anche qui ci sono fiumi ma uno è fuoco, uno è dolore e l'altro è oblio. Quando mi guardo allo specchio per poi uscire dalla stanza qualcosa dentro di me si spezza. Sono una dea e da dea attraverserò il corridoio fino al trono. Prendo in mano lo strascico e cammino a testa alta verso il mio rapitore, il mio sposo, il mio signore. Imparerò ad amarlo, continuo a ripetermi mentre viene poggiata sulla mia testa una tiara di ombra pura e spettri e mostri mi acclamano.
Lui è accanto a me, il volto pallido, gli zigomi pronunciati, la figura slanciata sotto la tunica. Bello. Bello mille volte più dei suoi regali fratelli. Bello più del cielo, bello più del mare. Non potrei mai negare la sua bellezza eppure il suo animo è oscuro. Quelle labbra sono cineree, le sue mani come pagine bianche e gli anelli sono l'inchiostro che macchia la perfezione di quel nulla. I capelli sono disordinati, ricci come quelli di un ragazzino, neri come la tentazione. Gli occhi, gli occhi sono sbagliati. Sono azzurri, cristallini e penetranti quanto il dolore stesso, chiari eppure spenti come l'oblio. E' la fine della luce, della vita, del cielo e del mare. Potrà mai una donna amare il dio dei morti, il signore degli Inferi?


Le Leggende delle ImmortaliWhere stories live. Discover now