6. -Appuntamento.

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Dopo essere rimasti bloccati nel traffico per più di mezz'ora finalmente, arriviamo al ristorante.

Niall ed Harry scendono per primi facendo finta di nulla anche se sanno di essere circondati da paparazzi, seguo con lo sguardo i loro movimenti disinvolti, non è di sicuro la prima volta che fingono qualcosa.

Dopo venti minuti fanno uscire anche me dall'auto, cammino di nuovo lentamente cercando di non cadere, sono troppo abituata a scarpe da ginnastica e infradito per camminare su tacchi dodici, e al contrario dei due ragazzi davanti a me, non ho mai mentito in vita mia, né sono sicura di volerlo fare in questo momento.
Insomma, io? La ragazza che a quattro anni parlava con il suo criceto? Perché proprio io devo affrontare tutto ciò? Non sono pronta alle fan, agli haters e ai continui scatti rubati dei giornalisti troppo invadenti.
Maledico la mattina in cui ho inviato l'email mentre, guardandomi spaesata, cammino per il breve tratto di strada che sembra essersi allungato di chilometri.
Quando finalmente la tortura ha fine, apro la porta del ristorante sentendo i click di alcune macchine fotografiche ed una ragazza, una specie di spilungona dai capelli rossi, mi accoglie squadrandomi.

"Può dirmi qual é il tavolo di Niall Horan?" chiedo sforzandomi di essere gentile.

"É una sua fan? Mi é vietato, sono informazioni che non le riguardano." Dice con un pizzico di presunzione nella voce, già pronta a chiamare la sicurezza.

Alzo un sopracciglio alle sue parole e al suo tono di voce, trattenendo una risata poco divertita

"Oh nono, non sono una sua fan." Inizio seccata, "Sono sua cugina, quindi poss-"
vengo interrotta dall'arrivo di Niall che appoggia una mano sulla mia schiena.
Cerco di ignorare le gambe diventate gelatina a quel tocco e sforzo un sorriso al biondo.

"É con me." dice gentilmente facendo sciogliere sia me che la cameriera.

Mi dirigo verso il tavolo non prima di aver lanciato un'occhiata soddisfatta alla cameriera con la bocca ormai spalancata, già seduto c'é Harry con lo sguardo fisso sul telefono mentre parla con chissà chi, non che mi interessi, e che non  si rende neanche conto del mio arrivo.

Niall come da galateo, sposta la sedia ed io mi schiarisco la voce per attirare l'attenzione del riccio che infatti, alza lo sguardo mettendo su un sorriso, bellissimo, da far sciogliere anche la più dura delle donne, ma comunque finto, solo per la stampa.
Ci stringiamo velocemente la mano, lui mi fa l'occhiolino, mi lascia un fugace bacio sulla guancia, quasi impercettibile ed il tempo di una foto e siamo già seduti.

Un cameriere sicuramente più educato e gentile della collega ci porta i menù, già sicura di prendere il mio big maxi hamburger fingo di analizzarlo e quasi mi viene un colpo.

Sushi.

Faccio una smorfia nascondendo il viso sotto il menù, cosa ho fatto di male?
Al ritorno del cameriera i due ragazzi ordinano qualcosa dal nome strano, ed io, completamente negata, mi limito a prendere la stessa cosa.

"Allora Alex, parlaci un pò di te."
Niall interrompe il silenzio spostando tutta l'attenzione, compresa quella di Harry, stranamente, su di me.
Mi sento improvvisamente sotto i riflettori, come se dovessi fare un discorso da Nobel.
Alzo lo sguardo dal piatto ancora vuoto e lo porto sui due ragazzi.

Scherzo, soltanto sul bel biondo.

"Vengo dal Bronx, bel posto vero? Molto turistico." Dico sarcasticamente.
"Ho vent'anni, e studio, anzi studiavo, psicologia."
I ragazzi di fronte a me mi guardano stupiti, cosa c'è? Si aspettavano che facessi la contadina e che non avessi neanche il diploma?

"Qualcos'altro? Non hai qualche hobby? Qualcosa che ti piace e a cui ti dedichi con passione?" Ritenta il biondo, non accontentatisi della breve e apatica descrizione della mia vita, parlare di me non è una cosa che faccio spesso, non mi piace elogiare ciò che ho fatto in passato o ciò che sto facendo.

ModelWhere stories live. Discover now