Prologo - Daniel

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-Lei c'è?-
-Sí, signore. É nella solita stanza.-
"Cazzo. Perché i mafiosi vanno a puttane? Sono tutti così schifosamente prevedibili."
Abbasso il cannocchiale e lancio un'occhiata all'orologio.
"Merda!"
Sono le 19 e 30. Il che significa che dovevo essere alla base mezz'ora fa.
Mi tolgo l'auricolare e mi alzo. Mentre cammino suo tetto del ristorante cinese su cui sono appostato, chiamo Dean.
-Agente 77.-
-Ehi Dean.-
-Oh, cazzo. Daniel! Dove ti sei cacciato? Il signor Howard sta uscendo di...-
-Datti una calmata, idiota. Sto arrivando. Ho appena lasciato Zhun ad una casa chiusa.-
-Oh. Dammi la via e lo rintraccio.-
Mi piace Dean. Immagino che abbia sempre voluto fare l'operativo, ma la sua ansia da prestazione e i suoi 20 chili in più non lo agevolano per nulla. Ora lavora in scrivania. É un genio del computer. In ogni caso, non fa domande su chi sono e da dove vengo, nè a me nè ai miei fratelli. E questo è un requisito importante se vuoi piacermi. Gli do l'indirizzo e lo saluto, poi cerco sulla rubrica il numero di Lea.
Quando sto per mettere giù, una voce impastata e roca mi risponde.
-Eh...-
-Ciao Lea...?-
-Oh, Dan.-
Sento che si riscuote.
-Dov'è Andrew?-
-Non so, mi sono appena svegliata. Aspetta...-
Il telefono resta silenzioso qualche attimo.
-É a casa. Sta facendo palestra, sento la musica.-
-E tu?-
-Giá fatto stamane. Oh, ma tu stai seguendo Zhun! Lurido vecchio bastardo.-
-Lea!-
-Dimmi.-
-Parla bene.-
-Pfft.-
Sospiro. Mia sorella è insopportabile.
-Ora torno a casa. Cucina qualcosa. Prima passo dalla base, devo parlare con James.-
-Va bene, salutamelo.-
Senza altri convenevoli, Lea mi chiude in faccia.
"Grazie, tesoro."
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In un quarto d'ora sono di rientro alla base. Lascio la moto in mezzo al parcheggio ed entro alla base operativa della Triade con il casco in mano, i capelli tirati all'indietro e la faccia più sexy che sia capace di tirar fuori. James ha assunto una nuova ragazza in laboratorio che mi attrae come una calamita.
Le porte dell'ascensore si aprono sul corridoio dell'ultimo piano. Qui ci sono qualche sala riunioni a destra, qualche sala piena di cassaforti sulla sinistra... e il suo ufficio. James Howard. Il mio vecchio. Beh, non proprio. È... una storia lunga.
Entro senza bussare e lo individuo subito con lo sguardo: guarda il panorama di Manhattan fuori dalla finestra, la mano destra regge un telefono vicino all'orecchio e quella sinistra un bicchiere di whiskey.
"Originale, Jj."
Mi siedo su una poltrona e aspetto. Quando chiude la chiamata si volta, il solito sguardo di ghiaccio.
-Daniel.-
-James.-
-Sei in ritardo.-
-Lo so, e ti conviene muoverti a dirmi cosa vuoi. Andrew e Lea sono a casa da soli e probabilmente stanno dando fuoco alla casa per cucinare un hamburger.-
Lo vedo addolcirsi quando nomino i miei fratelli e trattenere un sorrisetto.
-Non mi avete invitato a cena... spodestate così il vostro vecchio?-
-Oh, finiscila. Lea ha il ciclo, sai che è meglio starle lontani.-
Questa volta James Howard accenna ad una vera risata.
-Come darti torto... Beh, Dan, oggi è il...-
-Lo so che giorno è oggi. Non mi interessa alcun discorso e non voglio la tua pena, James.-
Mi alzo velocemente.
-Fermati, sciocco.-
Alzo gli occhi al cielo.
"Ma chi sei, Gandalf?"
-Non voglio farti nessun discorso.-
James si avvicina alla scrivania e prende dal primo cassetto una busta nera. La guarda quasi indeciso, poi me la porge. La prendo e me la rigiro tra le mani: dentro c'è qualcosa di solido. Una cassetta?
-Che è?-
-Non devi guardarla ora. Puoi guardarla quando vuoi, ma so che loro avrebbero voluto che la tenessi tu.-
-James! Devi smetterla! Non voglio aver niente a che fare con questa roba. Finirebbe solo per fare del male. Loro sono morti, ok? Ci hanno abbandonati. Siamo vivi solo perché ci hai trovati tu. Altrimenti staremmo ancora per strada. Non voglio questa roba.-
Lancio la busta sul tavolino di vetro tra me e lui.
-Tienila lontana da me e dai miei fratelli, è chiaro?-
Senza aspettare una risposta mi fiondo in corridoio.
-Cazzo...-
Mormoro, e per poco non travolgo Cara nel mio nevrotico e lungo passo. Mentre lei lancia un urletto, la prendo per le spalle e sto attento che non cada.
-Oh, Daniel! Scusa, non ti avevo visto. Tutto bene?-
In un giorno normale ci avrei flirtato fino alla nausea, ma non oggi.
-Ehi, Cara. Stai attenta.-
La lascio andare e vado verso l'ascensore, consapevole del suo sguardo sulla mia schiena. Appena le porte si chiudono, posso riprendere a respirare. Il telefono suona: Andrew.
-Dan? Dove sei? Perché... beh... Lea ha rovesciato l'olio e...-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 07, 2016 ⏰

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