Capitolo 25

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And I wanna kiss you, make you feel alright.


Federica stamattina era in giro, per cui ho mandato un messaggio a Chiara chiedendole di uscire ma mi ha scritto che poteva vedermi solo stasera.

Ed allora eccomi qui, seduto sulla stessa panchina dove la trovai dopo il nostro primo incontro. Mentre scrollo la home di Facebook penso a quanto, ormai, la parola "amico" sia sottovalutata. Due semplici click e puoi diventare "amico" di chiunque, accumulando amicizie 2.0 da inserire nel dimenticatoio.

«Io ho duemila amici su Facebook».

«Coglione, io invece sono popolare e ricevo mille "mi piace" ogni volta che cambio l'immagine del profilo».

Ormai i social network stanno diventando quel posto dove attingere l'acqua che manca al nostro pozzo, dove riempire quei vuoti che ci fanno sentire soli ed abbandonati anche da Dio.

In realtà credo che, sostanzialmente, la società odierna corra troppo e che di conseguenza la solitudine poi la faccia da padrona. Non si ha più il tempo per le vere amicizie, possono tranquillamente andare bene quelle che chiudi con un tastino e che riprendi con due tocchi, quelle di "Come stai?" "Bene, tu?" "Bene." e chiuse lì perché si ha altro da fare, quelle che finiscono perché non si è risposto più venendo inghiottiti da un vortice di spunte blu. Ma quando si ha bisogno di un abbraccio? Di uno sguardo rassicurante? Solitudine.

«Ieri sono stata all'Octo».

«Hai fatto il tuffo?».

«Sì, è stato tremendo uscire dall'acqua perché si gelava ma sì, ce l'ho fatta».

«Ma come stai, ora?».

«Bene, mi ci voleva. Ora ricomincio più forte di prima».

Tranquilla Chiara, ti proteggerò anche io.

«Comunque per qualunque cosa io ci sono...».

«Grazie Giulio».

Appoggia delicatamente la sua testa sulla mia spalla e chiude gli occhi. I suoi capelli color castano sembrano quasi riflettere la luce della luna mentre i suoi lineamenti si confondono con le ombre della notte, diventando quasi impercettibili. Respira piano, sento quasi il calore del suo fiato sulla mia mano che le accarezza il viso.

«Sai Giulio, non c'è posto migliore di questo in cui vorrei essere in questo momento».

Un tuffo al cuore, sento il mio corpo alleggerirsi.

«Perché?».

«Perché rendi fottutamente perfetto ogni luogo in cui ci ritroviamo».

La Teoria Del TuffoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora