5.

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Alessio's pov

Mi lascio cadere sulla panchina prendendomi la testa fra le mani. Non cerco neanche più di trattenere il pianto, le lacrime scendono veloci lungo il mio viso mentre faccio fatica a respirare tra i singhiozzi. Non è vero, non può essere vero. "Si che lo è", dice una vocina dentro di me, "accetta la realtà". Non so se accetterò mai una cosa del genere. Domani entrerò in casetta, anche lui lo avrebbe fatto, avrebbe provato la mia stessa gioia, e invece...
"Alè, è ora di andare".
Michele mi dà una pacca sulla spalla, incitandomi a seguirlo in albergo. Ha gli occhi rossi anche lui; Andreas ci ha spiazzati.

Faccio dei respiri profondi. La lezione con la maestra Celentano è appena finita e sono esausto. Vado a
sciacquarmi la faccia in bagno e appena apro la porta trovo Andreas che mi sorride.
"Ciao amore" mi sussura e con il braccio "sano" mi circonda la vita e mi bacia.
"C-cosa ci fai qui?!" Gli chiedo più che sorpreso.
"Mi hanno detto che sarei potuto restare un altro giorno qui e un'altra notte in albergo...felice della sorpresa?"
Mi si illuminano gli occhi, mentre gli porto le mani al viso e le mie labbra sulle sue.

Mi sveglio di soprassalto nel bel mezzo della notte. Sono le 3 e mezza...era soltanto uno stupido sogno. Sembra così grande questo letto senza lui. Penso a come si possa sentire lui adesso, così scoraggiato, e vorrei essere lì a consolarlo, a fargli forza e a dimostrargli il mio amore. Penso a me senza di lui, mi sento egoista a stare male anche per me stesso in questo momento. Non vedermi adesso sarà l'ultima delle cose che lo fanno star male...il pensiero di uscire, andare in un bar ad ubriacarmi fino a svenire mi attraversa la mente, ma lo scaccio subito. Non ho mai bevuto in vita mia...beh, forse un bicchire di birra ogni tanto, ma non oltre.
Credo di impazzire. Ma forse mi sto facendo problemi inutili. Forse lì fuori lui sarà circondato di persone che lo amano, non quanto me, ma lo amano. C'è un mondo intero che lo aspetta fuori, forse si sarà anche scordato di me domani mattina, forse non conto poi così tanto come pensavo. Dio, sono così pessimista, un pessimista senza un briciolo di autostima. Come faccio a piacergli? Mi ha detto di amarmi...era sincero?
Per un attimo penso di chiamarlo, o di inviargli un semplice messaggio, giusto per assicurarmi che stia bene o fargli
sapere che lo sto pensando. Non trovo il coraggio, adesso avrà altri pensieri per la testa e non vorrà certo avermi tra i piedi. Siccome il sonno non ci pensa proprio a venire, decido di ascoltare un po' di musica. Prendo il cellulare e mi infilo le cuffiette, e non posso fare a meno di selezionare la cartella denominata "Andreas♡", contenente tutte le sue canzoni preferite. Parte automaticamente "No Hero", e ricordo quando la cantava tutte le sere sotto la doccia...ricordo tutto, la nostra prima volta, il nostro primo incontro, il primo bacio, le litigate, le scenate di gelosia...cazzo, non lo vedo da poche ore e già mi manca. Vado nella galleria e scorro tutte le nostre foto insieme, le foto che gli scattavo a tradimento, lui in boxer che cerca di coprirsi con le braccia, lui steso a letto a mangiare patatine, lui che fa esercizi in palestra, lui che fa la linguaccia, lui,
lui, solo lui.

Andreas's pov

Guardo fuori dal finestrino Roma, la bellissima città che sto lasciando. Non posso ancora crederci. Sto davvero tornando a casa? È davvero tutto finito? Cazzo, ma perché ogni fottutissima volta che inizio a vivere qualcosa di bello va tutto a puttane? La vita mi odia, cazzo, e io non posso farci niente. Mi sento così impotente. E si, nella vita di un ballerino queste cose succedono, tra due mesi ricomincio a ballare, bla bla bla, stronzate del genere che continuano a ripetermi tutti. Non me ne frega niente, adesso sono distrutto. Il serale. Domani sarei entrato in casetta. Avrei potuto rendere orgogliosa la mia famiglia...e invece? Dovevo inforturarmi il braccio. Fanculo. E a tutta questa merda si aggiunge il fatto che lì ho scoperto chi sono davvero. Mi sono innamorato, cazzo. E lui sta male. Sta male per me.
Cosa faccio adesso? Cosa potrò mai fare in questi maledetti mesi con sto braccio praticamente inutile? Non solo il braccio, ho anche il cuore rotto.
Adesso lui sicuramente starà male, sarà sicuramente sveglio, lo conosco troppo bene, e si starà facendo mille problemi inutili, perché non basta che stia male io, deve star male pure lui. Il mio piccolo insicuro ragazzo. "Non sarai mica frocio?". Mi viene quasi da sorridere al pensiero di quello che gli dissi la prima volta che lo vidi. Mi ha davvero stravolto la vita. Mi ha fatto scoprire di essere bisessuale, ma ci rendiamo conto?
Mi arriva un SMS da mia madre. "Ti aspetto a casa amore, stai tranquillo, sono fiera di te, t.v.b." Fiera di me? Perché mai dovrebbe esserlo? Non ho neanche avuto l'occasione di salire su quel palco, il palco del serale. Mi scoppia la testa, ho davvero bisogno di un'aspirina.
Vengo svegliato qualche ora dopo dal tassista.
"Cosa? Sono già a casa?"
Predo le valigie e mi incammino verso la porta. È mia madre ad aprirmi, che mi attira in uno di quegli abbracci che solo lei sa dare. A quel punto non resisto più, scoppio in un pianto fragoroso, nascondendo la testa nel suo collo.
"Va tutto bene" mi dice accarezzandomi la testa, "hai bisogno di riposarti".
Trovo Alessio e Daniel sul divano, che si alzano e mi abbracciano. È dura guardare Daniel negli occhi adesso, sarà deluso...ma infondo mi sorride, e i suoi occhi parlano. Non è affatto deluso. Mi infilo il pigiama, lavo i denti e vado a letto. Continuo a non crederci di essere qui...sono a Fabriano. Sono a Fabriano. Non è il mio posto, non lo è affatto. Dovrei essere nella 302 a godermi la mia ultima notte con Alessio, che magari non sarebbe neanche stata l'ultima, fra scappatelle da una casetta all'altra.
"Mi intrufulerò nella casetta bianca, fosse l'ultima cosa che faccio" gli dissi. E lui: "ma se ti scoprono?"
"Cosa potranno mai farmi? Pulire entrambe le casette una settimana e congelarmi la paghetta per un mese?!" Gli rispondevo io ridendo.
È inutile restare a letto abbandonandosi ai ricordi.
Decido di uscire un po' in cortile a fumare una sigaretta. Mi siedo e l'accendo, quando sento dei passi dietro di me. Mio fratello Alessio prende una sedia e mi si siede affianco.
"Mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto. Posso solo immaginare come tu ti senta adesso, ma non devi arrenderti. Devi incassare il colpo e farti forza, per ricominciare tutto più agguerrito di prima. La vita ti mette alla prova, ti sfida, vuole vedere fino a che punto resisti. Sei o no un fottuto guerriero? Non abbatterti. Io sono con te".
Lo guardo un po' sorpreso. Non è mai stato un tipo troppo sentimentale, troppo aperto, un po' come me prima...prima di Alessio, cioè, l'altro Alessio...
"Non so cosa dire...grazie, fratello".
"Ti conosco, so che hai paura di non averci resi orgogliosi di te...lo hai fatto, fidati. E non preoccuparti per Daniel, è felice, si vede che lo è. È fiero di te e adesso avrete più tempo da trascorrere insieme".
Lo abbraccio forte, pensando a quanto mi è mancato in questi mesi. Devo guardare il lato positivo, starò più vicino alla mia famiglia... per loro farei di tutto. Dovrò stare senza la danza, ma almeno ho loro.
Finisco la mia sigaretta e torno dentro.
Devo essere sincero, mi sento un po' meglio. Non so cosa farò adesso che non sono più ad Amici, ma forse non è questo il momento per pensarci. Entro in casa, mi siedo sul divano e mi arriva un messaggio: "ciao, so che non ti aspettavi che io ti contattassi, ma ho saputo quello che è successo. Quando sono venuta a conoscenza della notizia, mi è dispiaciuto molto perché ti meritavi di continuare il tuo percorso all'interno della scuola. Stai bene? Ma che domande faccio, ovvio che non stai bene. Hai appena visto il tuo sogno infrangersi, immagino come stai. Il gomito ti fa male? Se puoi rispondimi, Marion."
Cazzo, Marion. Lei è stata la mia vera ragazza, non come le altre che usavo solo per soddisfare i miei bisogni. L'ho amata davvero, però poi ci siamo lasciati perché dovevamo intraprendere strade diverse. "Beh, dire che sto bene è una bugia. Sto piangendo da ore, ormai. Nessuno meglio di te sa quanto io nella vita mi sia fatto il culo e quanto la vita mi abbia messo dinnanzi a difficoltà del genere. Finalmente ci stavo riuscendo, finalmente nella mia vita stava accadendo qualcosa di bello, finalmente iniziavo a credere in me stesso. E poi? E poi è successo quel che è successo. Il gomito mi fa male, e come. Ma più che dolore fisico, è dolore psicologico. Adesso però basta parlare di me, tu come stai? Non ci sentiamo da un po'... perché qualche volta non vieni a prenderti un caffè? Mi manchi troppo!" invio il messaggio e mi stendo ripensando a tutti i bei momenti passati con lei. Prima di essere fidanzati, eravamo migliori amici: ne combinavamo di tutti i colori!
"un caffè? va benissimo! io domani mattina sono libera, potrei venire verso le 10:30, che ne dici?" "per me va benissimo, a domani, allora." spengo il telefono e crollo in un sonno profondo.

Alessio's pov

Oggi è il grande giorno: finalmente si entra in casetta!
Entriamo, e notiamo subito un cortile abbastanza grande. Poi andiamo al suo interno: è stupenda!
Finito il giretto in casetta, penso di nuovo ad Andreas e a quanto sarebbe stato felice di entrare in quella blu. Esco fuori il cortile, ed accendo una sigaretta. "Il fumo fa male, lo sai?" Gabriele mi raggiunge con un sorriso. "Niente può far più male dell'assenza di Andreas, Gabriè" gli rispondo triste, guardandolo negli occhi. Lui diventa subito serio e prende una sedia su cui sedersi.
"Sfogati" mi dice.
"Mi dispiace troppo per il suo braccio, è una cosa tristissima. Poi già mi manca, non puoi capire come mi sento solo." gli dico tutto di un fiato con le lacrime agli occhi.
Si avvicina e mi abbraccia, e io scoppio a piangere, un'altra fottuta volta. Mi prende la testa fra le mani e prova a... baciarmi? MA STA FOTTUTAMENTE SCHERZANDO!? "Stai scherzando?" dò voce ai miei pensieri. "Scusa, non volevo, è colpa dell'istinto. So quanto tieni ad Andreas, porca puttana, mi dispiace! Scusa!" mi dice rosso in viso. Lo ignoro ed entro in casetta. Non deve capitare mai più una cosa del genere, mai più! Amo troppo Andreas e non potrei mai fargli una cosa del genere!

Andreas' pov

"Andrè! Andrè!" qualcuno mi chiama: apro gli occhi.
"Finalmente sei sveglio! Buongiorno, eh!" è mio fratello Daniel.
Come mi era mancato in questo periodo, Madonna.
"Vedi che Alessio è andato a scuola, io e mamma adesso andiamo a fare la spesa. E indovina chi è venuta a trovarti! Marion!" sentendo pronunciare quel nome, mi alzo di scatto.
"Marion? Ma che ore sono?" dico ancora assonnato guardando la sveglia del salone, dove mi sono addormentano ieri. Effettivamente sono le 10:50, e avevo appuntamento con lei alle 10:30.
"Senti, io e mamma non abbiamo tempo da perdere. Ci vediamo dopo, ciao!" mi saluta dandomi un bacio sulla guancia, facendomi sorridere. Entro in cucina e la vedo: è stupenda. "Ciao!" mi dice abbracciandomi.
"Mi sei mancata" le dico. "Allora... ce lo prendiamo o no questo caffè?" mi chiede con un sorriso dolcissimo. "Dammi una mano a farlo, almeno!".
Dopo una bella chiacchierata, ci troviamo a parlare di cose più intime. "Hai conosciuto qualche ragazza?" mi chiede un po' rossa in viso.
"No, tu?" mento, non voglio dirle della mia storia con Alessio.
"No" risponde con gli occhi bassi. Il mio sguardo cade sulle sue labbra rosee, bellissime come lei.
Ci guardiamo intensamente, e poi lei mi bacia.

~~~

Penso sia valsa la pena aspettare un po' per il capitolo, no?
l'incidente di Andreas ha scombussolato un po' le cose per la storia, dato che effettivamente pensavamo e sparavamo che avrebbe intrapreso questo percorso fino all'ultimo.
Ci teniamo a ringraziarvi per il traguardo raggiunto, davvero non ce lo saremmo mai aspettate. Ringraziamo anche la presenza di voi lettori nel commentare, votare o semplicemente visualizzare.
Come vi sembrano le squadre? cambiereste qualcosa in ciò che è stato fatto? Come pensate possa svolgersi la storia?
Non penso ci sia altro da dire, apparte di votare e recensire il capitolo (accettiamo anche le critiche costruttive).
Alla prossima ;)

•Stanza 302 ||•Andreas Müller E Alessio La Padula•||Where stories live. Discover now