Imprevisti

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Claudiaera uscita dall'albergo, aveva abbandonato lo stile da etichettadiplomatica per un più comodo pantalone, un golfino dal collo altoesaltato da una collana di perle e scarpe comode. Tornare sullo stilenaturale di ogni giorno era necessario per controllare i sentimentiche la stavano travolgendo e dare un senso di concretezza a tuttequelle informazioni e accadimenti che, senza delicatezza e buonsenso, accadevano in quei giorni.

Comunqueera uscita e di fronte a sé aveva trovato Odisseo in sella alla suaHarley Street Bob e John Pavlic fuori dal classico suv nero diqualsiasi agenzia segreta americana. Sembrava che dovesse scegliere,ma il laerziade ruppe l'imbarazzo e le allungò il casco.

Ladonna lo abbracciò rimanendo col busto testo e distante dallaschiena dell'itacese. Un po' per timidezza, per riservatezza eper non ascoltare il desiderio di sentire il calore del corpo di unessere che doveva essere morto da diversi secoli e forse,soprattutto, per timore di essere attratta da quel corpo che non davasegni di invecchiamento.

Pavlicli seguiva con attenzione, soprattutto non perdeva d'occhio dallospecchietto una Gran Torino che li seguiva ormai dall'aeroporto.Cominciò a lasciare strada ad Odisseo per consentirgli di guadagnareuna distanza di sicurezza. Poi inchiodò e mentre la macchinaavanzava per inerzia aprì lo sportello e uscì, lasciando scivolareil suv dietro di sé.

Kenzorimase impietrito vendendo il suv che inchiodava e quel uomo chesenza timore era sceso e afferrava due pistole scivolate dallefondine sotto le ascelle. Poi i proiettili iniziarono a volarglicontro. Sterzò per reazione istintiva, preparandosi alcombattimento, ma quando un colpo lo ferì, capì che i i proiettilierano d'argento, metallo con cui non andava molto d'accordo.Avrebbe potuto anche reagire, ma quel agente dello Smithsonian eracoraggioso, determinato e non mollava.

Anzi.

Pavlicsparò l'ultimo colpo, quindi sganciò i caricatori e con unarotazione delle braccia portò le pistole dietro la schiena dove,agganciate alla cintura, si trovavano due caricatori nuovi e prontiall'uso. Riportò le armi ad altezza di quel essere che guidava laGran Torino e riprese a sparare. L'essere, un uomo o così sembrava,scese dall'automobile e guardò verso l'agente che sparava, i colpidisegnavano linee argentante nell'aria, ma l'essere fissava Pavliccon stupore che mutò in una buona dose di rabbia quando un colpo loferì di nuovo di striscio e infine una ponderata riflessione sulrinviare lo scontro ad altra occasione.

Simise a correre verso una piccola strada laterale. John Pavlic non sifermò guardando l'essere scappare, almeno finché non sparì ai suoiocchi.

Inlontananza le sirene riempivano l'aria di suoni acuti.

Nowyou've listened to my story, here's the point I have made.

Ilcontrabbasso accompagnava Peggy Lee mentre le parole di Feverscaldavano i ballerini sulla pista del Key Jazz Club di Soho. Lecameriere vestite con tailleur nero servivano gli avventori aitavoli, ma qualcuno non resisteva a muoversi al ritmo di quel bluescosì profondo che risvegliava le passioni più profonde. Lacantante, vestita come Peggy Lee, teneva il ritmo schioccando ledita, mentre il batterista dava il ritmo tamburellando dolcementesulle pelli dei tamburi. Il barista produceva cocktail, birre ebicchieri di vino a ogni tocco sulle corde del contrabbasso.

Smithe John, i due buttafuori, ondeggiavano i corpi muscolosi tenendo ilritmo, incantati da quella voce così calda e sognando una notte dipassione con Peggy.

Odisseofinì di parlare con una delle cameriere e tornò al tavolo doveClaudia lo aspettava. Arrivati nel locale, l'eroe di Itaca avevaaccompagnato la donna a un tavolo in una zona riservata e dopoessersi scusato si era allontanato. Claudia si era guardata attornoper capire dove si trovava. Lo stile era un po' decadente, ma tuttoben curato. Gli avventori erano tanti e sembravano felici di sentirebuona musica. Nel frattempo l'agente Pavlic era sparito dopo lapartenza dall'albergo, non osava immaginare come fosse la vita di unagente segreto di un istituto culturale. Ma d'altra parte soloqualche giorno prima Odisseo era morto, la guerra di Troia era mezzaleggenda e mezza verità e demoni vari neanche esistevano nella listadelle cose vere o credibili.

Odisseo - L'immortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora