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Erano le 5:30 am.
Un forte dolore alla pancia mi svegliò facendomi alzare di scatto.Corsi in bagno...
La pioggia cadeva violentemente sull'asfalto e rimbalzava dolcemente sugli ombrelli delle poche persone per strada.
La vista iniziava a farsi pesante e tutto iniziò a girare lentamente.
Mi appoggiai al gelido bordo della vasca per poi accorgermi che la mia fronte era calda.
Mi avviai a passi tardi in cucina e presi il termometro per poi misurarmi la febbre.
38°
-No...- sussurrai tra me e me.
Solo l'influenza ci mancava.
Preparai una ciotola con acqua tiepida ed un panno da cucina.
Tornai in camera e, dopo aver inumidito la stoffa,me l'adagiai sulla fronte. Infine tornai a dormire.
Il mal di pancia persisteva e la testa non smetteva di girare.
Decisi di non andare a scuola quella mattina,non ce la facevo.
Divenne difficile alzarmi dal letto, mettermi a sedere, o addirittura alzare un braccio.
Mi sentivo a pezzi.
***

Ormai era una settimana che stavo a casa,la febbre non scendeva e la nausea aumentava sempre di più.

Stavo seduta sulla scomoda sedia della sala d'attesa, aspettando il mio turno.
Passarono altri dieci minuti prima che una voce chiamò:-Ronald?-
-Si.Io!-
Il dottore mi fece cenno di entrare e così,appena alzatami dalla sedia,mi diressi verso quella stanza.
Era piacevolmente bianca. Un lettino arancione rompeva quell'aria da ospedale, dando un tocco più piacevole ed accogliente.
Vari aghi e fili erano perfettamente sistemati su un tavolino e una grande cartella rossa pavoneggiava sulla scrivania.
-Signorina, si sieda e mi dica cosa succede-
Posai la borsa sul lettino e mi misi a sedere davanti allo sguardo serio e concentrato del Dott. Coast.
-Ecco,vede...ho un forte mal di piancia e nausea. Inoltre mi gira la testa e ho la febbre molto alta.-
Spiegai.
-Be',non posso fare altro che darti un antibiotico e qualche aspirina e ..-
-Aspetti- lo interruppi.-Questa cosa va avanti da una settimana e più... E sono molto preoccupata.-
Il dottore mi guardò con uno sguardo interrogativo per poi dirmi di prende comunque le medicine da lui assegnatomi e,in caso di peggioramento, di
consultarlo.
Lo ringraziai e mi avviai all'uscita.
Andai nel mio posto.
Mi misi a sedere e tirai fuori dalla borsa il mio blocco da disegno.
Solitamente disegno ciò che mi passa per la mente senza regole precise.
Vorrei essere libera di esprimermi disegnando,senza giudizi.

*Warren*

Decisi di fermarmi a pensare un po.
Stavo seduto sulla mia panchina mentre fissavo un punto sconosciuto.
Mi guardai in torno e solo lì notai Alex.
Quei capelli marroni che le ricadevano sulle spalle..mi ricordo quando ero io a pettinarli.
Ha sempre amato disegnare, ogni giorno era sporca di colori su tutto il viso e sulle mani.
Aveva un sorrisino buffo e simpatico....quelle due guancine rosse erano la dolcezza più assoluta.
Quando la rividi sulla metrò, il mio cuore si fermò per qualche minuto per poi ricominciare a battere regolarmente quando scese.
Era così diversa ma ha conservato alcuni tratti di quando era bambina, potrei riconoscerla tra mille.
Se solo lei riuscisse a riconoscere me.
Alzò lo sguardo e , quando mi notò, le sue guance andarono in fiamme e se ne andò velocemente.
Era come se avesse paura di incontrarmi.
Decisi di seguirla.
Proseguì per un po' fin quando non si fermò al cimitero.
Ci andava molto spesso,era come una routine per lei.
Mi accasciai dietro un cespuglio ed ascoltai la sua voce angelica parlare : - Ciao mamma. È tanto che non ci vediamo eh? Beh sai non sto molto bene, ho l'influenza e sono molto debole.
Sai , qualche tempo fa ho visto un ragazzo sulla metrò. Era davvero bello... Aveva gli occhi color caramello e i capelli biondi.
Aveva qualche tatuaggio qua e là e un piercing al labbro. Certo forse non è proprio il ragazzo che vorreste per me,ma devo dirti che.....be' insomma,quando lo vedo il mio cuore batte molto forte, le gambe mi tremano e un forte nodo alla gola si crea in poco tempo. Io non lo conosco in un certo senso,non gli ho mai parlato ma mi piacerebbe saperne di più su di lui. Sembra interessante...-
Capii subito che stava parlando di me , così sorrisi istintivamente.
Davvero le facevo quell'effetto?
Mi alzai da terra e me ne tornai a casa.
Mi ricordai quel giorno.

*Flashback*
L'autostrada era poco affollata.
Era molto buio...almeno fino a quel momento.
Luce.Macchine. Sirene.Pianti. Urla. La testa mi girava.
Notai una bambina accasciata accanto al corpo senza vita della madre. Stava piangendo.
Notai la nostra macchina completamente distrutta ma non ci feci caso , e mi avvicinai a quella bambina. Le misi una mano sulla spalla e si girò per poi abbracciarmi.
Sentivo mio padre urlare il mio nome ma non potevo staccarmi, quella bambina aveva bisogno di me.
*Fine Flashback*
Scossi la testa per scacciare quel pensiero.
A dire la verità mi è sempre piaciuta Alex,sin dal giorno dell'incidente. Quegli occhioni marroni sono tutto per me,per non parlare di quel sorriso fantastico che mi fa sentire in Paradiso.
Dopo il trasferimento abbiamo rotto i contatti e non la vidi più.
Divenuto maggiorenne decisi di trasferirmi a Londra,è sempre stato il mio sogno.
Dopo la morte di mio papà, io e la mamma andammo a vivere da mia nonna ad Oxford, dove passai gli ultimi anni della mia adolescenza.
Sono originario del Canada, come Alex...è li che l'ho incontrata quel giorno.
Certo,non è stato uno dei migliori incontri, ma è stato bellissimo poterla conoscere.
Senza neanche accorgermene ero già arrivato a casa.
Aprii la porta e decisi di andare subito a dormire, non avendo appetito.
Passai la notte in bianco a pensare a lei.. Pensavo a quando avrei potuto parlarle di nuovo,a quando avrei potuto ridere di nuovo con lei e condividere ogni singola cosa.
La volevo in quel preciso istante.
°°°°
Era un bel sabato mattina,fino a quando...

-Dobbiamo portarlo urgentemente in sala operatoria!-
-Sta perdendo molto sangue-
- Ti prego svegliati!-
-Ha battuto la testa?-
-Signorina lei lo conosce?

Cosa stava succedendo?

*Alex*
Stavo facendo avanti e indietro nel corridoio dell'ospedale, aspettando che qualcuno mi dasse informazioni su Warren.
Si era così che si chiamava...Warren.
Il suo appartamento ha preso fuoco,suppongo lui stesse dormendo. Poi è svenuto.
Io stavo andando dal Dott. Coast ma poi mi sono accorta dell'incendio e ho chiamato i soccorsi.
Ogni cinque secondi tossivo e andavo molto spesso in bagno.
Non ce la facevo più, cosa mi stava succedendo?
La tosse diventava sempre più forte tanto che,ad ogni colpo, era come un pugno sul petto.
Mi misi a sedere con due dita sulla fronte e il fisso pensiero che il "ragazzo della metrò" non potesse farcela.
Ma quegli occhi , quello sguardo...sembrava di averlo già visto da qualche parte,ma dove?

*Prossimo capitolo 4 commenti e 6 stelline..ditemi se vi piace *

-AlLiSoN

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