Un pomeriggio a casa della signora Finch

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"Succedono cose brutte a chi si azzarda ad entrare nel giardino della vecchia strega" dicevano i ragazzi più grandi, quelli che occupavano la casetta dell'unico parco giochi della città, per imbrattarne le piccole pareti di legno o per passare il pomeriggio a pomiciare, sfogando così i loro istinti adolescenziali. I bambini che giocavano lì intorno, inevitabilmente, finivano con l'ascoltare le loro storielle (talvolta macabre) e si lasciavano condizionare a tal punto da non riuscire a chiudere occhio la notte. Quegli stessi ragazzi sembravano divertirsi un mondo quando, narrando racconti raccapriccianti, un bambino particolarmente impressionabile filava via piangendo, con le manine paffute a coprire gli occhi per cercare rifugio tra le braccia della madre. I più temerari invece restavano a giocare lì intorno per ascoltare, tra una scivolata e un'arrampicata sulle funi, quelle ciarle che riuscivano a calamitare ogni volta la loro curiosità.

Erano solo sciocchezze, certo, ma la costante ombra che avvolgeva la villa della signora Finch, quella che era considerata dalla maggior parte della gente una megera... l'assenza innaturale di un qualsiasi segno di vita — oltre il miagolio dei gatti appollaiati sulla staccionata che divideva il tetro giardino dalla strada isolata — rendevano quel posto inquietante agli occhi di chiunque, grandi e piccini.

"Sono solo dicerie" smentiva qualcuno, "è una vera fattucchiera!" insisteva qualcun altro additando con sguardo malevolo il viale stretto e tortuoso che portava sino alla vecchia villa. C'era chi credeva realmente che l'anziana donna fosse dotata di strani poteri, chi affermava di aver visto di notte luci anomale al di là dei vetri impolverati dell'abitazione, e chi invece la conosceva da anni e di tutte le stupide accuse della gente ne rideva di pancia.

Tra questi vi erano i coniugi Styles che vivevano a North Landwick da quando erano bambini. Nati e cresciuti lì, conoscevano vita, morte e miracoli sia del posto che dei suoi abitanti. Rob e Anne erano una coppia da ormai quindici anni, sebbene si fossero sposati solo dopo la nascita del loro secondogenito. La loro era la classica famiglia da soap opera americana: un padre che lavorava in banca dal mattino sino alle sette di sera, una madre devota alla casa e alla sua famiglia, e due piccole pesti combina guai da tenere sottocchio per evitare che combinassero disastri irreparabili.

Gemma, così si chiamava la primogenita di casa Styles, era una donnina di quattordici anni che iniziava a metter piede nel mondo dei grandi e che passo dopo passo scopriva le prime cotte, i primi baci, le prime bugie per marinare la scuola e, con somma disperazione di sua madre, le prime tinte per capelli.

Perché Gemma, quindici anni da compiere di lì a poco, di tenersi il suo colore naturale — un bellissimo biondo come il grano maturo un po' cotto al sole — non ne voleva proprio sapere. Nonostante la sua giovane età la sua testolina le aveva già viste di tutti i colori, letteralmente.

Nove anni più tardi la nascita di Gemma, un enorme fiocco azzurro aveva preso posto sulla porta in legno della villetta Styles. Era il primo giorno di febbraio quando, con la pioggia a battere violenta contro il mondo e le nuvole a rincorrersi nel cielo per acciuffare e nascondere il sole, era nato uno scricciolo con guance rosa, occhi grigi come quelli di ogni neonato e tanti capelli scuri sulla tenera testolina.

"IT'S A BOY!" annunciava uno striscione che Gemma stessa, munita di pennelli e pittura, aveva dipinto e appiccicato fuori al cancelletto della villa come se le voci che erano girate in città, diffuse dalla simpatica signora Fletcher quando Anne era ancora in clinica, non fossero bastate a far recapitare a chiunque il messaggio.

Harry, cinque anni e un'energia da far impallidire milioni di bambini messi insieme, era il secondogenito che aveva inconsapevolmente spinto all'altare Rob e Anne, che rubava di nascosto i trucchi di Gemma e che aveva portato, con il suo sorriso incastrato tra due tenere fossette, tanto sole nelle loro vite.

Un pomeriggio a casa della signora Finch | Larry StylinsonWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu